LINA WERTMULLER, “LA SICILIA TERRA D’INVASIONE, TERRA DI CIVILTA’”

Travolta da un insolito destino nell’azzurro mare di ‘maggio’ la grande regista Lina Wertmuller approda nel Centro studi laboratorio d’arte di Alfredo Lo Piero

CATANIA – Importante visita quella di Lina Wertmuller a Catania, dove ha tenuto, lo scorso weekend, uno stage di regia per i corsisti della Scuola di cinema a Catania e Centro studi laboratorio d’arte. Un’altra fondamentale freccia è stata scoccata dall’arco di Alfredo Lo Piero, direttore dell’Accademia. La regista romana ha, infatti “accompagnato” i corsisti della scuola, alla visione di alcuni dei suoi capolavori, regalando tanti piccoli ma fondamentali segreti nel mestiere di attore e di regista.

Sabato mattina è stata la volta dei giornalisti, un incontro pieno di aneddoti, reso ancora più prezioso dalla presenza di Tuccio Musumeci, che fu fra gli attori della storica pellicola “Mimì metallurgico ferito nell’onore” e che ha raccontato episodi divertenti accaduti durante le riprese del film.

La regista romana, inoltre, ha ricordato il grande Turi Ferro – “Per me è un pezzo di cuore, mi manca tantissimo” – e ha lanciato un assist a Luca Zingaretti: “Mi piace molto come attore, ha un accento vagamente siciliano, senza però diventare caricatura”.  

Lei che, insieme a Pietro Germi, da non siciliana ha creato un prototipo di siciliano famoso in tutto il mondo, ha espresso verso la nostra isola parole di grande affetto e ammirazione “Non vi rendete conto – ha detto – di stare su uno scoglio di importanza strategica: cosa c’è di meglio delle invasioni per accrescere la civiltà?”

“Eppure – ha aggiunto Tuccio Musumeci – i siciliani a volte si vergognano della propria storia”. Qui si è inserito l’intervento di Fiorenzo Napoli, appartenente alla celebre famiglia di pupari catanesi, che ha denunciato la mancanza in città di un teatro dedicato a questa tradizionale arte isolana. Napoli ha ricordato l’incontro fra la Wertmuller e la sua famiglia, da cui nacque la fortunata esperienza quarantennale di “Rinaldo in campo”.

Ha innescato, infine, un simpatico siparietto l’intervento di un esercente cinematografico, che ha ringraziato la Wertmuller per i grossi guadagni realizzati negli anni grazie ai suoi film. Suo malgrado il signore ha provocato uno spunto per una riflessione sulla crisi della “settima arte”, soffocata fra le esigenze di bilancio sempre più stringenti, la mancanza di idee dei registi e la dipendenza dalla politica per la ricerca di finanziamenti.

Ecco allora una domanda sul suo rapporto conflittuale con il potere, la Wertmuller ha confermato il suo anticonformismo: “Non parlerei di conflittualità con il potere, posso dire, però, che non ne ho mai avuto grande rispetto – ha osservato – sono un “cavallo libero” e intendo rimanerlo”.

Particolarmente emozionato il direttore di Scuola cinema a Catania, Alfredo Lo Piero che ha evidenziato “Chiudiamo in bellezza un anno accademico che ha visto tra i nostri ospiti nomi come Giancarlo Giannini, Giovanni Veronesi, Dario Argento ed Enzo G. Castellari, – Per noi che con sacrificio cerchiamo di fare arte e cultura, era doveroso far conoscere ai nostri studenti una personalità come Lina Wertumuller, da cui potranno apprendere suggerimenti preziosi”.

Lo Piero ha lanciato un appello ai giovani, affinché creino realtà culturali che si mettano in sinergia fra di loro, e soprattutto alle istituzioni e alla politica, perché siano più vicine ai privati e sostengano le loro iniziative.

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