«Organici a esaurimento, precari trattati come lavoratori di serie C, nessuna previsione di concorsi per sopperire alla mancanza di organici, totale assenza di dialogo. Per questi motivi siamo pronti a dichiarare lo stato di agitazione». È quanto denuncia il nuovo rappresentante aziendale del sindacato Libersind Confsal Mario Giuseppe Sapienza, parlando del teatro Massimo Bellini di Catania.
«Nonostante le plurime richieste di convocazione – continua Sapienza – l’amministrazione continua ad ignorarci, considerata la gravità delle questioni da trattare. Questo atteggiamento non è più tollerabile. Le sorti del nostro amato coro, ma anche degli altri settori fortemente sottodimensionati, sono sempre più incerte, col teatro che opera ormai con oltre il 50 per cento del personale precario, al quale, tra l’altro, viene costantemente riservato un trattamento da dipendenti di serie C, con l’erogazione degli stipendi puntualmente in ritardo e contratti a singhiozzo. E questo, nonostante i colleghi sopperiscano a organico funzionale e dovrebbero avere quantomeno dei contratti stagionali in vista di stabilizzazioni o, meglio ancora, concorsi».
Il sindacalista lamenta anche «un’assenza di dialogo serio con l’amministrazione e con il Sovrintendente, che a fronte di pec con richiesta urgente di convocazione, si permette di non rispondere, nonostante le gravissime criticità, tra cui, oltre ai suddetti problemi: continui errori nelle buste paga che comportano dei danni economici per i dipendenti, nessuna notizia sull’effettivo accantonamento dei trattamenti di fine rapporto, molteplici e reiterate violazioni del Contratto collettivo nazionale di lavoro e dell’Accordo aziendale attualmente in vigore, audizioni annullate per irregolarità, calendari orari che cambiano in continuazione e non permettono ai lavoratori di avere una vita, mancanza di programmazione, e altro ancora»
«Il sostegno – conclude Sapienza – del nostro rappresentante regionale Monica Piazza, ci ha spinti a richiedere un tavolo tecnico alla Regione Siciliana per tentare di trovare una risoluzione alle innumerevoli problematiche non più sostenibili. Da anni, per amore del nostro meraviglioso lavoro, del nostro preziosissimo teatro e del nostro amato pubblico, stringiamo i denti e portiamo a buon fine tutte le belle produzioni che si sono viste negli ultimi anni e che hanno permesso al sovrintendente e al direttore artistico di accrescere fama e prestigio col nostro lavoro, senza mai però darci una speranza di miglioramento sulla situazione esposta. Con grande rammarico dobbiamo constatare che neanche il sindaco di Catania Enrico Trantino, presidente dell’Ente, né il rappresentante dei lavoratori in seno al consiglio di amministrazione, pur essendo a conoscenza dei problemi succitati, si prodigano per risolverli. Chiediamo dunque alla politica regionale, di ascoltarci e intervenire il prima possibile, per dare un futuro ai lavoratori e al nostro amato teatro».