La tragica storia di “Charlie” e il legame indissolubile tra la vita e la morte

È una rappresentazione carica di simbologie che parla di vita e di morte elementi indissolubilmente legati come la vita dei due fratelli nonostante uno dei due sopravviva all’altro in un sogno aperto.
Catania- In una scena semplice ed essenziale si consuma sul palco di “Spazio Bis“, la nuova sala teatrale nata da un’ala della scuola di formazione e produzione teatrale “Buio in Sala“, all’interno dell’Istituto Leonardo Da Vinci, la tragica storia di “Charlie” raccontata con estremo sentimento e devozione  da un’intensa Lina Giuffrida che, per mano del regista Sebastiano Mancuso, coadiubato da Anastasia Zuccarello, rivive le ore, i minuti, gli istanti e le voci in cui prende vita quel lutto mai archiviato della perdita del figlio.
Spettacolo ospite prodotto dall’Associazione Absinthe Teatro per l’applaudita rassegna “Sguardi” ideata e diretta dagli attori e registi Massimo Giustolisi e Giuseppe Bisicchia, descrive con grande pathos il dolore di una ferita che non smette di sanguinare da quella sera di ottobre di dieci anni fa quando i due bambini, Loriana Rosto, autrice dell’adattamento teatrale insieme al regista, ed Elmo Ler si rifugiano in un trasformatore d’energia elettrica che serve per la costruzione di una diga.
È una rappresentazione carica di simbologie che parla di vita e di morte elementi indissolubilmente legati come la vita dei due fratelli nonostante uno dei due sopravviva all’altro in un sogno aperto che, attraverso il gioco del teatro, descrive gli ingranaggi e le colpe individuali e collettive all’interno di una dimensione umana, etica e spirituale imponendo il mondo onirico senza arrivare a  spiegazioni semplicistiche o caricaturali per mezzo del del potere dell’inconscio, dove anche il fantasma del bambino morto prende parte alla messa in scena per un crescendo di emozioni.
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