La “Pittura aconcettuale” di Ignazio Pandolfo presentata a Spazio Macos

L’inaugurazione della mostra si è svolta sabato 5 giugno 2021 a Messina, nei locali di Spazio Macos in Via Cardines, 16 e sarà visitabile su appuntamento fino al 16 giugno, dal martedì al sabato dalle ore 17.00 alle 19.00

La rassegna di Ignazio Pandolfo, “Pittura aconcettuale”, è stata inaugurata sabato 5 giugno alle ore 18.00 nei locali di Spazio Macos in Via Cardines, 16. Introdotte da Mamy Costa, curatrice della mostra, le opere sono state illustrate dallo stesso autore.

Le arti visive sono per loro natura portatrici di concettualità ma il fruitore può col suo sguardo, coi suoi pensieri ed emozioni, suscitate dal guardare l’opera e dal sentire interiore, attribuire propri significati ed interpretazioni personali. Il linguaggio dell’arte, dall’intrinseco valore universale, assume così  pressoché infinite possibilità di lettura con vastissime opportunità di significati.

Abbiamo chiesto all’autore Ignazio Pandolfo di dirci qualcosa su questa sua ultima produzione artistica:

Intanto di solito nelle mostre c’è il pittore e poi c’è un critico che prende la parola e spiega; io questa cosa invece l’ho abolita perché un pittore deve essere in grado lui stesso di spiegare le sue opere. Il critico può dare un giudizio di valore, se c’è un valore…

Il primo quadro, la sua prima opera, nel ’96, è quella dal titolo “Il camaleonte” e poi gradualmente c’è stata una ristrutturazione nel suo linguaggio pittorico…

Si! Ma quello che voglio maggiormente evidenziare in questa mostra è che io stesso presento le mie opere, le autopresento perché io parto dal presupposto che un pittore deve essere in grado di spiegare quello che fa. Quindi partendo dal titolo che è “Pittura aconcettuale” spiego il perché di concettuale. Perché tutta l’arte visiva, dagli uomini preistorici, dall’età della pietra con i graffiti fino da oggi, con la pittura, la scultura e poi l’architettura come anche con la fotografia sono nate per trasferire un’informazione, un concetto, un’idea a chi guarda; ad esempio per i graffiti nelle caverne, uno pensa che tutti gli uomini di quel tempo sapessero dipingere ma non è vero! L’uomo paleolitico disegnava bisonti, cavalli, scene di caccia perché voleva trasmettere un’informazione o anche per annullare/allontanare influssi negativi, con un rituale apotropaico, facendo vedere così il concetto di animali ai suoi “contemporanei”.

Quando è emersa una nuova prospettiva nel linguaggio artistico e si sono sviluppate nuove chiavi di interpretazione?

Anche nei periodi successivi prevalevano sempre concetti e idee e questo è durato fino ai giorni nostri però c’era un limite, c’erano dei paletti; il paletto principale  era quello che sia l’opera che l’idea o il concetto, erano equivalenti, avevano la stessa importanza e anzi l’opera da un lato era più importante nel senso che l’opera doveva sfidare i tempi, doveva restare, mentre il concetto era scritto nell’opera stessa per cui le opere venivano conservate, venivano catalogate. Alcune correnti culturali, apparentemente indipendenti tra loro, hanno iniziato a mettere in discussione tale principio. All’inizio del ‘900 è cambiato questo concetto come lo si può vedere con Marcel Duchamp che diede inizio all’arte concettuale. Duchamp  prese ad esempio degli oggetti come un orinatoio o una ruota di bicicletta, li ha extrapolati, decontestualizzati e questa è stata un idea brillante, geniale ed ha aperto una strada alla quale è seguito ad esempio il dadaismo, dalla quale si anticipava il moderno e in cui l’idea era prevalente. L’opera finisce appena finisce la performance e così essa scompare, sparisce e rimane l’idea. Dell’opera rimangono i bozzetti preparatori ma l’opera non c’è più. Negli anni ’60 questo concetto è stato estremizzato ed è nato il movimento dell’Arte Concettuale (da cui il Minimalismo, l’Arte Povera e così via) in cui l’idea è più importante dell’opera stessa, anzi l’opera può non esserci più.

Tutto questo, questi passaggi hanno rappresentato per lei qualcosa?

Ad un certo punto io ho detto quest’arte concettuale a me non piace, io voglio tornare all’opera, anzi nell’opera io non ci voglio mettere nessun concetto, nessun’ idea, deve essere l’opera che parla, un po’ come la vita è entrata nel ciocco di legno da cui è nato Pinocchio, di fronte alla meraviglia e allo stupore dell’inconsapevole Geppetto. Quindi quando ho realizzato questi quadri ho cercato di svuotarmi da ogni pensiero e andare in automatico senza uno schema lineare tanto è che tutti i quadri sono senza titolo perché il titolo è già un concetto da instillare in chi guarda. Non c’è bisogno del titolo e anche il verso dei quadri, indicato dietro da una freccia, anche quello è facoltativo, è una indicazione perché possono essere messi anche al contrario. Il problema è che il messaggio deve partire dal rapporto fra fruitore e tela, nella scintilla comunicativa tra l’Opera e l’Osservatore. Nessuna Idea o Concetto derivante intenzionalmente dall’autore sarà presente nei dipinti ad eccezione del paradosso del Concetto di Assenza del Concetto.

Ma come si comporta, da cosa è ispirato nella scelta dei colori?

Anche la scelta dei colori è una nostra illusione, secondo me una nostra sovrastruttura mentale, l’accostamento dei colori, se un colore va bene con un altro etc…secondo me non è vero niente…i colori, come li metti li metti, a un certo punto si uniformano: ad esempio il viola che è un colore che non si dovrebbe sposare bene col fondo rosa invece si sposa benissimo.

Spazio Macos, che ospita la mostra nei suoi locali in Via Cardines,16, è uno Studio d’Arte che nasce per organizzare ed ospitare eventi socio-culturali, con particolare attenzione ai giovani, mostre di pittura, scultura, fotografia, performances, installazioni, video art, presentazioni di libri, corsi di disegno e pittura e corsi di riciclo questi ultimi in perfetta sintonia con l’impegno particolarmente sentito da Mamy Costa, direttrice della galleria, lei stessa artista che ha esposto in Italia ed all’estero, impegnata a promuovere i dettami di un’economia sostenibile, creando anche opere con materiale di scarto.

“Pittura aconcettuale” sarà visitabile su appuntamento dal 5 al 16 giugno prossimo, dal martedì al sabato dalle 17.00 alle 19.00.

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