La grande Boxe a Catania: Clemente Russo, qualificazione rimandata

 Il campione italiano, sconfitto ai punti sul ring del PalaCatania, si arrende al gigante russo Aleksei Egorov.

 

PalaCatania, venerdì 30 gennaio, ore 21. E’ il giorno della verità. In occasione della quarta e ultima tappa della prima fase pre-Ranking AIBA Pro Boxing, si assegna la cintura per la categoria pesi massimi (oltre le 200 libbre, 90,72kg n.d.r.) al limite con i 91kg. Molto di più che un grande evento sportivo: grazie all’APB, che ha cambiato il modo di concepire, gestire e organizzare la Boxe Professionistica, sono in ballo il pass di accesso diretto all’Olimpiade di Rio 2016 e la finalissima APB che si disputerà il prossimo settembre.

Per la prima volta, così, i pugili sotto la sigla Pro possono competere per il titolo APB pur rimanendo sotto l’egida delle Federazioni Pugilistiche Nazionali di riferimento, mantenendo quindi l’eleggibilità olimpica. Dopo le tappe di Roma, Bergamo e Caserta, il primo torneo della stagione giunge a Catania. Tra gli incontri,quello cruciale che vede battersi sul ring due contendenti di primordine: “Tatanka” Clemente Russo e Aleksei Egorov. Grandi campioni, spettacolo garantito e il pubblico delle grandi occasioni, come da tempo non si vedeva, a rievocare i fasti della grande tradizione pugilistica italiana. L’evento, organizzato dalla FPI in collaborazione con il CR FPI Sicilia, la ASD Raging Bull e con Italia Eventi di Luca Napoli, si configura tra quelli che, catalizzando davanti ai teleschermi migliaia di spettatori, vengono annoverati negli annali.

Il titolatissimo Clemente vanta un palmarès eccezionale, con le 7 vittorie nei campionati italiani, i 2 Ori mondiali (Chicago 2007 e Almaty 2013), l’edizione 2011 della WSB, la WXB con l’Italia Thunder del 2012, l’Oro e l’Argento Europei (rispettivamente nel 2005 e 2007), ma soprattutto la medaglia d’Argento ai Giochi di Pechino 2008 e Londra 2012. Insomma, da un decennio, Clemente domina le scene della boxe mondiale. Il campione allenato, da Francesco Damiani, nella finale di Catania affronta l’attuale detentore dell’Oro europeo, dal quale ha già rimediato una sconfitta a Bergamo nel novembre scorso. Con fare attendista e sperando in un calo del rivale dopo le prime riprese, il pugile di Marcianise non era riuscito a imporsi in quella seconda giornata del torneo. Adesso, è proprio il gigante russo, possente guerriero che ha fatto della velocità e della precisione dei suoi colpi la propria dote principale, a sfidare il boxeur campano in un match sulla distanza delle otto riprese. Tenacia, esperienza e concentrazione di Clemente contro la potenza di braccia e gambe di Egorov. In buona sintesi, un incontro infernale,tra pugili con caratteristiche differenti, dal pronostico quanto mai incerto.

Da noi intervistato al termine della conferenza stampa, subito dopo la pesa degli atleti, il coach Damiani si è detto ottimista riguardo al match: “Come si dice dalle mie parti, noi ci giochiamo le mutande e vogliamo raggiungere il nostro obiettivo in un ultimo atto che sul ring darà il suo verdetto. Siamo concentrati, ed io anche più di Clemente. Lo sfidante è un grande pugile mobile, si sposta, colpisce e va via: questo deve essere il tema dell’attacco. Certo, non è possibile farlo per otto riprese ma è nostro compito provarci. Poi tocca a Clemente fare il resto”. Anche Tatanka si è pronunciato in merito all’incontro: “Mi aspetto un match dal ritmo asfissiante, con lui che tenta di entrarmi nella guardia e di farmi scoprire. Non si tratta di una capacità tecnica, ma lui non sa fare altro. Ti mette pressione e ti stanca. Anche perché non devi solo scappare, sennò vince lui… Questa sarà la chiave del match. Cosa è cambiato rispetto a Bergamo? Abbiamo scaricato parecchio i carichi di lavoro della preparazione e sono in ottima forma. Spero che le braccia vadano e le gambe volino”. Damiani ha, infine, dichiarato di contare molto sul calore del pubblico siciliano: “Conosciamo bene il loro affetto. Ho disputato il mondiale a Siracusa nel 1989 ed ho una piccola casa a Marzamemi. Sono nato in Romagna, ma la Sicilia è la mia terra d’adozione, una seconda casa. E ho avuto modo di costatare che la Sicilia si sta risvegliando anche a livello pugilistico. Ha grandi giovani risorse”.

 Ed è, quindi, il PalaCatania a ospitare questa grande manifestazione, organizzata in modo quasi impeccabile. Eccellente scenografia, tra luci, musiche, bandierine tricolore e meravigliose ring girls. A prestare la voce, in qualità di announcer e speaker, è il conduttore radiofonico Dj Ringo. Gli incontri sono diretti e valutati da Alisher Altayev, Allan Roos, David Williams, Fathi Madfaou, Kheira Sidi Yakoub e Roland Juhasz.

Quattro gli incontri: tre match sulla distanza delle sei riprese e la finale Russo-Egorov in otto round. Inaugura la serata il croato Marko Calic (27 anni, 89,9 kg), continuatore della tradizione sportiva familiare, che sfida l’argentino Yamil Peralta (23 anni, 90,9 kg). Il giovane bonaerense parte bene, con attacchi rapidi e veloci, atti ad anticipare le mosse dell’esperto avversario contrattaccando pericolosamente. Nonostante tutto è Calic a conquistare i due round. Con una serie di colpi precisi e brillanti è Peralta a far sua la terza ripresa. Poi l’incontro diventa quasi a senso unico: Yamil è in affanno, viene colpito ripetutamente al corpo e al viso, spesso sulla difensiva e viene messo alle corde o all’angolino, in ogni caso senza mai mettere a rischio la propria stabilità. Un po’ in difficoltà nonostante la modesta prestazione: paga forse una preparazione non eccellente. Calic finalizza e riesce a ficcare la difesa dell’avversario. Peralta sembra quasi ribellarsi al predominio avversario, ma tuttavia il resto del match trascorre in modo equilibrato e monocorde, senza colpi di scena. Calic gestisce il vantaggio senza infierire e Peralta evita il peggio. Vittoria del croato (59-55, 59-55, 58-56). L’argentino mostra un buon potenziale ma sul quale deve ancora lavorare per conseguire futuri importanti traguardi.


 

A seguire, in uno scontro più equilibrato, il tedesco Emir Ahmatovic (27 anni, 90,3 kg) e il kazako Anton Pinchuk (26 anni, 89,6 kg). Scontro tra titani della stessa pasta, entrambi bravi a schivare e ad attaccare con un rapido gioco di gambe. I due contendenti si studiano e si stuzzicano vicendevolmente. Belle combinazioni del tedesco che riesce a far suo il primo round ma le riprese successive sono tutte e favore di Pinchuk: finalizza con la potenza tipica dei campioni e amministra sapientemente. Con un verdetto unanime (55-59, 55-59, 55-59), il kazako porta a casa il risultato dando una bella lezione di tecnica al suo avversario, che avrebbe potuto sicuramente fare meglio.

 


Sale la tensione per l’approssimarsi della finale ed è, allora, il turno dell’algerino Chouaib Bouloudinat (27 anni, 90,8 kg) e dell’ucraino Roman Golovaschenko (27 anni, 86,6 kg). Indubbiamente uno degli incontri più interessanti e avvincenti. L’algerino, tra i pugili africani più famosi, vuole chiuderla subito e mette a segno ottimi diretti. L’impatto che lo scatenato algerino riesce ad avere sullo sfidante è assolutamente devastante. Acclamato dal pubblico, Bouloudinats si rivela un gran boxeur. Con uno dei tanti jab l’algerino riesce anche a ferire al naso l’avversario, che incomincia a perdere sangue sin dalla terza ripresa (tra l’altro, l’unica che riesce a conquistare). E’ Chouaib a condurre l’incontro e a spossare il barcollante Golovaschenko, che continua ad incassare. I due pugili boxano, tra botte da orbi senza esclusione di colpi. Ormai certo della vittoria, ancora prima del rintocco della campana, l’algerino esulta superbamente alzando le braccia in segno di vittoria. Il verdetto dei giudici vede il trionfo di Bouloudinats (58-56, 59-55, 60-54).


Tocca, quindi, a Clemente Russo (32 anni, 90,8 kg) e ad Aleksei Egorov (23 anni, 90,6 kg), Oro agli Europei di Minsk 2013, in Bielorussia. “La grande boxe a Catania” non potrebbe chiedere un epilogo migliore: si prevedono ritmi alti e atleti pronti a picchiare forte. E poi c’è l’azzurro, che si gioca tutto e che è intenzionato a dimostrare il proprio reale valore. Uno scontro duro e frontale, per staccare in anticipo il pass per la quarta Olimpiade della sua carriera. Un traguardo sicuramente non indifferente. Il match si apre con Russo che impiega ben poco a mettere in difficoltà l’avversario. Sferra colpi puliti e insidiosi ma, quasi inspiegabilmente, i giudici assegnano il round a Egorov. Tatanka reagisce e, assestando un colpo dopo l’altro,fa proprie le due successive riprese. Il pubblico, vero e proprio vantaggio, lo sostiene e urla il suo nome. Tutti sono certi che il pugile stia dando una lezione di tecnica e sia pronto a prendere il largo. Ma la fuga verso la vittoria non si realizza. A un certo punto la magia sembra essere svanita. Egorov si difende ma inizia ad attaccare con un ritmo incessante che stanca Tatanka. Una certa reazione sembra riscontarsi nel quinto round, ma nemmeno questo viene assegnato al pugile italiano. Il russo, inclemente, è una furia e non accenna minimamente alla stanchezza. Clemente, in caduta libera, resta in guardia e tenta di schivare i colpi che arrivano puntuali. Quantità e qualità quella che l’avversario riesce a sfoderare. In maniera direttamente proporzionale, aumenta il vantaggio, che diventa incolmabile ripresa dopo ripresa. Egorov continua a spingere e sfianca Tatanka, in evidente difficoltà. Sebbene lo sfidante abbia già posto un raffinato sigillo decretando la propria vittoria personale, Russo si gioca il tutto per tutto alla ricerca del knock-out. L’ottava ripresa è sua ma manca l’impresa. Clemente si arrende al gigante russo che alza la cintura al cospetto di un pubblico partigiano ammutolito. Il ring ha pronunciato la propria sentenza: la freschezza di Egorov (pur sempre di 9 anni più giovane) ha la meglio ai punti.Tatanka ha ridotto il divario rispetto a Bergamo ma deve piegarsi alla supremazia dell’imbattuto russo. Al termine dell’incontro Clemente dichiara che l’avversario ha più “fibre bianche” e rivendica la paternità delle serie migliori, sebbene ci sia riuscito sempre indietreggiando.

C’è poco da aggiungere. La delusione è tanta… Vittoria di Aleksei
Egorov più che meritata. Poco da fare, ha vinto il più forte o quantomeno il più preparato atleticamente e tatticamente. Non c’è stata storia… Ci siamo divertiti, abbiamo tifato, sostenuto gli atleti e assistito ad un grande evento. Abbiamo esultato troppo in fretta, noncuranti delle cinque riprese restanti. Citando una fortunata pellicola cinematografica: Egorov,ci ha “spiezzato in due”. Peccato per l’occasione sprecata. Clemente tornerà sul ring in primavera in occasione dei prossimi tornei, in modo da garantirsi un posto per la finale di settembre (che darà a entrambi i finalisti l’accesso alle Olimpiadi). Rio deve attendere ma, per adesso, la qualificazione è soltanto rimandata…

 

 

 
 
 
 
 
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