La donna nel Kiwanis, nella società moderna e in particolare in ambito politico e sociale

La donna, albero della vita, fulcro dell’uomo, figura portatrice di bellezza e di vigore, con una radicale, ma sofferta, rivoluzione femminile ed emancipazione antropologica, approda nel sociale. Una lotta lenta ed estenuante, che ha avuto un inizio ma non si è mai conclusa…

Le idee di uguaglianza e di libertà, diffuse dall’Illuminismo e l’esempio della Rivoluzione americana, spinsero  le  donne ad una risoluzione storica. La Convention  Internazionale di Washington ha consentito alle donne di  far parte del KIWANIS. Si  legge in una nota del 1987 l’emendamento della norma statutaria vigente fin dalla  costituzione del Kiwanis, ai tempi approvato con una maggioranza dell’80% degli 8600 delegati, riuniti al Washington Convention Center (bollettino – K). Già da diversi anni, il problema dell’ammissione delle donne  ha costituito motivo di accese discussioni nelle Convention Internazionali. Nel 1977, la  percentuale favorevole  fu appena del 15%, mentre nel ’76, ad  Houston, si  raggiunse un più confortante 47%: la variazione statutaria  poteva, però, avvenire soltanto con la maggioranza minima dei due terzi dei voti dei delegati, cosa che attualmente è stata ampiamente superata. Questa risoluzione storica ha interessato 3.500.000 soci di ben  8.300 clubs, distribuiti in 70 paesi. Così la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti ha aperto le porte,  con il famoso “tappeto rosso”, alle donne sia del LIONS  Club International, sia alle donne del ROTARY  Club. Per completezza di informazione, si riporta uno stralcio della dichiarazione fatta in quel periodo: ‘Il Presidente  del KIWANIS International Frank Di Noto esprime la più viva felicitazione per l’auspicato percorso vincente  della donna presente, che ha portato negli organismi internazionali un giusto riconoscimento dei valori umani’.

Un primo passo vincente che ha concesso l’ingresso ufficiale delle donne nella “società civile” dei Club Service. Ma il percorso di “violenza e discriminazione di genere” è ancora lungo e le donne hanno ancora molte battaglie da combattere, prima di poter dichiarare a voce alta di aver vinto la loro guerra…per la vita!     

I commenti sono chiusi.

a Cognita Design production
Torna in alto