Intervista all’artista Giuseppe Corcione

Giuseppe Corcione da Torre Annunziata pittore per amore della sua terra!

Giuseppe Torre Annunziata è una zona  molto caratteristica è una delle tante città dell’interland napoletano, popolata da circa 46 mila abitanti, che ha l’affascinante peculiarità di affacciare sullo splendido panorama del Golfo partenopeo. Ha il terzo porto più grande della Campania ed inoltre è sito termale e balneare. Durante il periodo della rivoluzione industriale, fu capitale dell’arte bianca della pasta e inoltre fu sede d’importanti industrie metalmeccaniche e siderurgiche che gli valsero l’appellativo della “Manchester del Sud”. La città è anche ricca di storia e cultura, grazie all’importante sito archeologico che gli ha consentito di essere inserita nella lista dei patrimoni dell’UNESCO. Ci sono molte cose belle da poter visitare, ma ci sono anche alcuni posti poco conosciuti che meritano di essere visitati perché suscitano un ottimo impatto visivo e un mix di emozioni interiori?

“…e tra l’altro si possono ammirare panorami stupendi, essendo posta ai piedi del Vesuvio e al centro del golfo di Napoli e gli scavi archeologici della villa di Poppea”

Pittore ad olio, la sua passione per la pittura lo ha portato a percorrere una strada tutta il salita Il suo verve e talento lo hanno spinto ad iniziare il suo cammino artistico con il surrealismo per poi passare al figurativo ed al cattedrale  Ci racconti?

“Ho sempre disegnato e dipinto fin da bambino praticamente coi primi “scarabocchi” fatti con l’acquerello. ho sempre sperimentato nuove tecniche e miscellanee, prima con le  tecniche miste con corrente surrealista che mi ha sempre accompagnato durante tutta la mia vita “artistica” anche quando mi sono dilettato nella scrittura di brevi racconti.  pratico tutte le tecniche senza crearmi problemi di sorta. i miei soggetti sono vari e diversi poiché oggi in piena maturità  li considero esclusivamente dei pretesti per essere il più creativo possibile. Sono ancora alla ricerca di un mio equilibrio cromatic. Ringrazio mio padre dal quale ho ereditato la buona manualità nel disegno, egli forse è stato uno dei primi iperrealisti negli anni del dopoguerra, ma per il suo carattere umile non si è mai esposto ai complimenti degli altri”

Di recente che opera ha eseguito la descriva?

“Diverse almeno una decina, ma quelle  a cui sono più affezionato sono “la ragazza col cappello di paglia” olio su tela napoletana. E’ un lavoro molto figurativo. Poi ci sono altri  due lavori  “il tigre” e il “gendarme a cavallo” sempre utilizzando olio su tela napoletana”

“Voglio aggiungere, dice il pittore campano, che a malincuore la città di Torre Annunziata è l’ex capitale della pasta grande sito dell’industria dell’arte bianca nel seppur piccolo territorio vi operavano 150 tra molini e pastifici poi il mancato consorzio per tutelare  questa grande ricchezza ha demolito tutto, nonostante la laboriosità e la grande qualità dei prodotti”

A Torre Annunziata si può ammirare anche  la BASILICA AVE GRATIA PLENA (O SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA NEVE) Luogo di fondamentale importanza spirituale e religiosa per l’oplontino doc. La Basilica venne costruita nel 1319 ad opera del principe Nicolò D’Alagno e assunse il nome di Chiesa dell’Annunziata. La sua importanza è dovuta principalmente al culto della Madonna della Neve, alla quale le è stata dedicata il santuario, dove si conserva una sua antica icona Secondo la tradizione popolare, il 5 agosto del 1354, nel giorno della festa della Madonna della Neve, l’effigie fu trovata da alcuni pescatori nella acque antistanti lo scoglio di Rovigliano, rinchiusa in una cassa; si decise quindi di custodirla nella chiesa dell’Annunziata, dedicata da allora alla Madonna. Inoltre, c’è un altro avvenimento particolare legato alla Vergine: la sua protezione è stata invocata anche in occasione delle frequenti eruzioni del Vesuvio. La mattina del 22 ottobre 1822, dopo due giorni di convulsa attività vulcanica, Torre Annunziata era avvolta in un’oscurità intensa interrotta da lampi accecanti. La caduta di cenere e lapilli non diminuiva di intensità: una colata lavica minacciava la zona limitrofa di Boscotrecase. Il popolo, atterrito, corse ai piedi della Madonna. Dalla chiesetta dell’Ave Gratia Plena fu improvvisata una processione che andò a fermarsi in Piazza Ernesto Cesaro. Mentre il sacerdote Rocco Baly esortava i torresi ad aver fiducia in Maria, le tenebre furono squarciate da un raggio di sole che andò a posarsi sul volta della Madonna. Torre Annunziata era salva. Il “miracolo” del 22 ottobre 1822 viene ricordato ogni anno con solenni celebrazioni e tale data è consacrata, con deliberazione dell’autorità comunale, come festa votiva della città.

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