In libreria ‘Il caso dei marò’, un saggio di Antonella Colonna Vilasi

Il libro ‘Il caso dei marò’ raccontato da un’analista di Intelligence. 
Esce in libreria un saggio di Antonella Colonna Vilasi. 

Nel febbraio del 2012, una petroliera battente bandiera italiana, di proprietà di due fratelli armatori di Napoli: l’Enrica Lexie, con a bordo una scorta armata di sei Militari italiani del Battaglione San Marco di Brindisi, facente parte del Nucleo Militare di Protezione, incontrerà, sulla sua rotta, un piccolo peschereccio indiano, il St. Antony; da questo incontro scaturiranno due vittime, due pescatori indiani. Per queste morti verranno arrestati due Marò italiani: Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.

La differente versione di fatti tra India ed Italia scatenerà un grave incidente diplomatico che ancora non è risolto, creando un impasse internazionale.

Il libro cercherà di fare luce tra facili entusiasmi, la manipolazione politica, fino a giungere alla vera e propria mistificazione. Perché di questo caso si è parlato e si continua a parlare moltissimo, ma il più delle volte le notizie che arrivano sono faziose ed inesatte. Oramai sembra che a nessuno interessi più la verità, oltre al fatto mediatico, che ha toccato le corde più intime dell’opinione pubblica.

L’atteggiamento dell’opinione pubblica, ha portato la classe dirigente a cercare di cavalcare, in più momenti, l’onda dell’indignazione popolare. E’ una situazione scomoda per tutti: per le grandi potenze, che non vogliono fare pressione da una parte o dall’altra per non inimicarsi nessuno, e per l’Europa che, pur dovendo prender le parti dell’Italia, non vuole perdere i contatti diplomatici con il paese asiatico.

Da parte dell’India, è molto importante poter mantenere un atteggiamento disteso su questo problema, sottolineando però con chiarezza che non fa più parte dei paesi “più poveri e deboli” ma che ha una chiara possibilità di poter trattare alla pari con gli stati ritenuti da sempre più ricchi e quindi più potenti. Non urla, ma non si fa mettere i piedi in testa, e mantiene l’atteggiamento di chi si sta anche riprendendo una rivincita, con un aplomb quasi inglese. Forse la nostra comunità politica dovrebbe, mettere da parte i propri interessi allagati all’elettorato e cercare di trovare la via diplomatica.

 

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