Il patto segreto tra Hillary Clinton e Obama per la presidenza degli Stati Uniti

Per il dopo Obama la partita è fondamentalmente ristretta a Joe Biden e Hillary Clinton, ma la ex first lady ha un passo in più per via del già avviatissimo Super Pac “Ready for Hillary” e l’accordo segreto con Obama

 

A meno di un anno dalla rielezione di Barack Obama alla Casa Bianca, si parla già del suo successore nel 2016. Voci sempre più insistenti danno Hillay Rodham Clinton come la più esposta e accreditata alla successione. L’ultima notizia riguarda Alissa Ko e Michael Trujillo, due esperti in campagne elettorali, disposti a mettersi a disposizione dell’ex Segretario di Stato l’attimo dopo che dovesse annunciare la corsa alla presidenza. Prima tappa: organizzare la campagna elettorale e la prima raccolta fondi ufficiale nella California meridionale.

A questo proposito è parecchio avviato il Super Pac Ready for Hillary, il primo comitato per la raccolta fondi a regime da diverse settimane il quale ha già raccolto un milione e 250mila dollari. Il Pac dispone di oltre diecimila volontari in prima linea per l’elezione dell’ex numero due di Obama. La Clinton conta inoltre su diversi endorsement di peso – molti espliciti, altri indiretti – dispostissimi a portare la prima donna nella stanza ovale. Tra questi spicca un nome particolarmente noto: Barbara Bush, figlia di George Walker Bush, 43° Presidente degli Stati Uniti e predecessore di Obama. Scorrendo tra il Who’s ready presente sul sito, i pesi massimi di Washington sono tutti lì: Harry Reid, presidente del Senato; Anna Wintour, direttrice di Vogue; la leader dei democrati alla Camera Nancy Pelosi («Prego perché Hillary Clinton decida di correre per la presidenza degli Stati Uniti. Penso al messaggio che manderebbe alla donne del mondo, se la figura più potente al mondo fosse una donna, e che a occupare quel posto fosse la persona più qualificata»); Henry Kissinger, ex segretario di Stato di Nixon e Ford («Almeno quattro segretari di stato sono diventati presidenti… ma voglio dire a Hillary che, se pure non prendesse quell’incarico, guardando alle storie dei segretari di stato, ci sarebbe speranza per una vita gratificante»). E poi una serie di deputati, senatori e governatori di alto profilo, oltre alle star del cinema, dell’editoria, degli affari. E Obama?

Barack Obama sosterrà Hillary Clinton nella corsa per la Casa Bianca: la rivelazione arriva da “The Amateur“, il nuovo libro del reporter investigativo Edward Klein, che ricostruisce nei dettagli il patto politico segreto fra i Clinton e Obama. Tutto ha avuto inizio nel 2011, un anno prima delle ultime presidenziali: Bill spinge Hillary a candidarsi alla nomination democratica sfidando un Obama con la popolarità a picco per l’economia in affanno. Durante una riunione di famiglia a Chappaqua, fuori New York, con Hillary e alcuni stretti collaboratori, Bill apre con una aspra requisitoria contro il presidente: «Bush mi chiede consigli più spesso di Obama, non ho alcun tipo di legame con questo presidente, Obama non ha idea di come stare alla Casa Bianca né di come funziona il mondo, è un incompetente, un amateur!» un principiante. I rapporti fra le due star sono alla frutta fino a quando arriva David Axelrod, guru politico del presidente, che propone a Bill Clinton di parlare alla Convention democratica di Charlotte. Bill non ne vuole sapere ma Axelrod lo convince. L’accordo, secondo la ricostruzione del libro, è questo: Bill Clinton salirà sul podio di Charlotte in cambio del sostegno di Obama a Hillary alla presidenza. L’unico inghippo è scaricare Joe Biden, il fidatissimo vice fin dal 2008 che aspira ad essere il candidato democratico nel 2016 con l’appoggio del Presidente. Bill Clinton a Charlotte pronuncia il discorso più efficace della Convention – con un impatto politico superiore a quello di Obama – smontando l’intero impianto della campagna repubblicana. Dopo la rielezione Obama però ci ripensa volendo essere neutrale «come si addice ai presidenti uscenti». Bill è su tutte le furie, chiama il giornalista di cui si fida di più, Steve Kroft di “60 Minutes” della Cbs, a cui offre un’intervista d’addio di Hillary Clinton al Dipartimento di Stato con contenuti da far esplodere la Casa Bianca. A questo punto – stretto tra la pressione di Biden e la forzatura di Clinton – Obama ci ripensa e torna al patto iniziale, la prova è l’intervista congiunta Barack-Hillary a 60 Minutes.

Al momento Hillary Clinton non si è ancora esposta nemmeno ufficiosamente, pare però che la prospettiva di una vita tranquilla ed una soddisfacente pensione da ex-capo della diplomazia americana, tra conferenze e consulenze come il marito presidente, non faccia per lei. Per cui, se tanto mi dà tanto, la vedremo molto presto come candidata in pectore del Partito Democratico. Si faranno le primarie, certo, ma con un candidato già designato dovrebbero essere alla stregua di Obama nel 2012. Joe Biden permettendo. E sì perché è l’attuale vice presidente che potrebbe fare la differenza. Il vecchio Joe non si è mai tirato indietro davanti alle difficoltà, ed una sua frase dello scorso luglio a GQ ne è la prova: «Posso anche morire felice senza essere mai stato presidente degli Stati Uniti. Ma non significa che non correrò». Il guaio di Biden è l’età: nel 2016 avrà 74 anni e sarebbe il presidente più anziano nella storia degli Stati Uniti; Hillary invece ne avrebbe 69, la stessa età di Ronald Reagan quando venne eletto presidente. L’Age factor non dovrebbe risultare determinante negli elettori, nel caso lo diventasse sono pronti almeno altri tre contendenti: Martin O’Malley, ex-sindaco di Baltimora attuale governatore del Maryland (50 anni); Andrew Cuomo, governatore dello stato di New York (55 anni), e il senatore della Virginia Mark Warner (58 anni). Più giovani sicuramente, ma il carisma di Joe e Hillary è un’altra cosa.

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