Grandissimi ‘GET THE BLESSING’ Good Vibrations e MUSICA ARTE a Catania

Un quartetto inglese con i fiocchi suona ‘buone vibrazioni’ sulle rive laviche dell’Etna. Incanto e Sonorità polifoniche d’autore incantano il pubblico del MA (Musica Arte) di Catania.

Successo di pubblico per il live della formazione inglese dei Get the Blessing, quartetto jazz rock di Bristol, attivo dal 2000. Il gruppo, formato da Jim Barr (basso e chitarra baritona) e Clive Deamer (batteria), già sezione ritmica dal gruppo trip hop Portishead, con la collaborazione del  sassofonista Jake McMurchie e del trombettista Pete Judge ha arricchito il cartellone della XXX stagione di concerti di Catania Jazz, per l’orgoglio dell’organizzazione condotta da Pompeo Benincasa. I suoni missati nelle composizioni dei Get The Blessing (e prendiamoci la loro benedizione) sono davvero unici,  esplosivi, da rendere il loro sound immediatamente riconoscibile, inclassificabili nel panorama della musica di routine, ma classificabile, per le loro martellanti melodie ricche di echi, come inno gioioso e genuino, con impostazione musicale apparentemente spontanea ma incredibilmente precisa nei loro live, da colonna sonora (Weather Report e Tortoise docet). 

Dopo l’album di debutto “All is yes”, il miglior album del 2008 ai BBC Jazz Awards, a Catania hanno presentato il loro album più recente, “OC DC”,  (quello con le teste coperte da sacchetti di carta marrone.) registrato negli J&J Studios di Bristol, prodotto nel 2011 da NAIM Audio Ltd e uscito nel 2012.
Un album dalle sonorità poderose (presente il guru Robert Wyatt): sicuro omaggio e amore per il jazz di Ornette Coleman. Il disco ha atmosfere alla Morricone, richiama il Miles Davis di “Sketches of Spain”, ricorda il rock Anni ’60 di Joe Meek, il gusto soul del sax di Ornette Coleman, e ha una struttura jazz-rock.
Infatti, alla fine del concerto, ho chiesto a Jim, omaccione grande quanto tutta la sua bravura tecnica e compositiva, cosa significasse il titolo OC DC, e lui, complice un sorridente Gianni Caracoglia presente al dialogo, ci dice: “Il titolo è un gioco, uno scherzo, con tre apparenti significati. Può significare Obsessive Composer Disorder, oppure la parodia agli australiani AcDc, o meglio la dedica a Ornette Coleman e Don Cherry ……Fate Vobis!   

Il concerto

Sornioni all’inizio, non masticano molte parole italiane, ma si fanno capire bene nella loro lingua madre… a poco a poco entrano nelle menti degli attenti spettatori tanto da coinvolgerli nei ritmi tessuti da Clive Deamer, ‘l‘ossessivo e oscuro percussionista‘ (ha fatto parte anche di gruppi rock più convenzionali come gli Hawkwind e gli Strange Sensation di Robert Plant), e dai riff ripetuti delle corde del criptico Jim Barr, che ha intrattenuto gli spazi musicali con introduzioni comiche.
Gli effetti ‘synth’ dei pedali Electro-Harmonix e Digital Delay di sax e tromba hanno condito di salsa psichedelica una lunga serata di musica jazz-rock d’autore. Non erano i Soft Machine …ma siamo vicini …

Quasi tutto l’album è stato ‘livizzato‘ nel concerto del Ma. Ascoltando il disco non si provano differenze ascoltando la zappiana Low Earth Orbit (che ha aperto la performance), Adagio in Wot Minor, la suggestiva e melodica American Meccano, e poi la ripetitiva Torque, la fantasmagorica e cristallina Pentopia, il riff-bass di The Waiting, e la mia preferita, indubbiamente, OC DC, da ascoltare e riascoltare sempre (sto pensando ad una mia guitar-rock-version). Tutte vissute inoltre le sonorità degli altri brani ‘Blessing‘: Suki’s Suzuki, Equal/Opposite, Tarp, Another Brother’s Mother, Speed of Dark, Einstein Action Figure, Cake Holf e ben tre bis interminabili ...e chi si staccava dal posto!

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