Giustizia riparativa: «dalla detenzione al cantiere per riabilitare chi ha sbagliato attraverso il lavoro». Mettere in campo azioni di supporto al processo di reinserimento sociale delle persone sottoposte alla misura cautelare degli arresti domiciliari o dell’obbligo di firma, ovvero sottoposte a misure alternative alla detenzione (affidamento in prova ai servizi sociali, semilibertà e detenzione domiciliare), promuovendo la formazione di maestranze per l’edilizia.
Da sinistra Rosario Fresta, Massimo Ferrante e Carmelo Belfiore
Migliorare la percezione sociale nei confronti di chi ha sbagliato, offrendo la possibilità di un cambiamento a partire dal lavoro, al fine di agevolare il recupero nell’ottica di una funzione rieducativa della pena. Questo l’obiettivo di ANCE, Associazione Difesa e Giustizia APS ETS e Ente Scuola Edile di Catania (ente paritetico e bilaterale del sistema Edilizia Industria partecipato dalle sezioni catanesi di Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil e Ance), che stamattina nella sede dei costruttori edili etnei hanno siglato un Protocollo d’intesa per offrire una seconda chance e tutelare i diritti dei ristretti in istituti di pena in stato di misura cautelare o in fase di esecuzione di pena detentiva, in ossequio ai principi della Costituzione italiana e della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo.
Seguendo i principi costituzionali della funziona rieducatrice della pena, i tre Enti hanno voluto porre la loro attenzione sul recupero e il reinserimento sociale dei soggetti destinatari di misure cautelari degli arresti domiciliari o dell’obbligo di firma e nel frattempo supportare le imprese siciliane impegnate nelle ricerca di nuove risorse. «Da sempre Ance Catania è in prima linea sul fronte sociale – ha affermato il presidente Rosario Fresta – crediamo sia fondamentale accompagnare nel recupero e nel reinserimento nel mondo del lavoro coloro che hanno avuto problemi con la giustizia. Metteremo in contatto queste persone con le imprese che hanno bisogno di risorse umane in cantiere. Ance aveva già avviato in passato un’iniziativa simile, adesso vogliamo dare ancora di più, grazie all’Ente scuola Edile di Catania offriremo infatti formazione e operatività con corsi obbligatori e professionalizzanti».
«La riforma penale prevede un’ipotesi riparativa – ha dichiarato Massimo Ferrante, presidente dell’Associazione Difesa e Giustizia APS ETS – va data l’opportunità alla persona di riparare il danno e di essere inserite in un circuito legale. Alla base del nostro accordo ci sono la formazione e il lavoro, che sono i punti-chiave del reinserimento nel mondo civile».
Parole condivise da Vincenzo Cubito, vicepresidente dell’Ente Scuola Edile Catania «questi sono i cardini anche di una sana azione sociale e sindacale». «Abbiamo già avuto esperienze del genere con altre associazioni – ha aggiunto Carmelo Belfiore, presidente Esec – offrendo corsi di formazione doniamo una seconda chance. Sappiamo quanta fatica facciano gli ex detenuti a ritrovare lavoro: per noi questa è una vera e propria missione».