Il maestro Adolfo Zárate nato Veracruz in Messico, è un fotografo noto per la sua originalità e talento, editore della Revista Orbe Messico. Ha partecipato a numerosissime mostre collettive e individuali come l’onorevole Congresso di Stato a Xalapa, Ver.; alla Fototeca di Veracruz, al Centro per le arti “Hugo Argüelles” di Veracruz, al Museo della città, alla Biblioteca digitale Telmex, alla Galleria Casa de la Cultura ad Álamo, Veracruz.
Nella sua magistrale arte fotografia Zarate cattura i suoi sogni e desideri e la rende unica e con il suo timbro.
La fotografia di Adolfo Zarate interviene sul paesaggio mentre lo visualizzi e ti catapulta nel sogno in cui spiccano la maestosità e la bellezza del costume tradizionale. Amante delle sue radici e del folklore, immette la “Jarocha” come nucleo principale di tutto il suo lavoro su Veracruz, uno dei porti più importanti all’interno della Repubblica Messicana, considerata l’ingresso e l’uscita per il vecchio continente e il resto del mondo.
Il costume Jarocho, considerato creolo e andaluso nella sua origine ma arricchito da balze, nastri, scialli, coralli e collane, colore e leggerezza, che sono contributi della regione, si possono ammirare nella serie fotografica del Maestro Adolfo Zárate, dal titolo “Jarochas”.
“Pesca al suono dell’arpa”, è il titolo dell’opera di Zárate, partecipante come Artista Vip a International Art Prize Giotto indetto da Luz Cultural e Arts direct e ideato dal Critico d’arte Melinda Miceli.
Nell’istantanea bianco e nero il maestro riesce a perpetuare attraverso la sua fotografia le tradizioni profondamente radicate in immagini iconiche che oggi fanno scuola, ma che nel tempo faranno storia. L’arpa è lo strumento a corda per eccellenza, madre di liuti, clavicembali, lire e persino del pianoforte, amatissima dai nobili di un tempo.
I romantici ridestarono l’arpa dell’arpa come simbolo massimo di armonia, ritenendola rappresentazione dell’eufonia che sorge tra le creature delle acque e dell’aria.
Innestata in quest’immagine dinanzi al paesaggio marino l’arpa fa pensare all’esecuzione di brani con una straordinaria forza espressiva che si rispecchia nel nero dell’arpista. L’arpa è anche strumento degli angeli che la utilizzano per annunciare la loro venuta, e questo ribadisce il suo profondo legame con l’ultraterreno che aleggia in tutta l’imago dove troneggiano simboli di libertà come gli aquiloni.
Il suono dolce e vago, risonante, poetico dell’arpeggio si spande nell’istantanea e si fonde con lo svolazzamento degli abiti, si che par che si ottenga una successione di molti suoni e che essa unifichi le immagini umane e il vento in un movimento univoco. In questa ricca e bellissima trama fotografica la musica ha un ruolo di primo rilievo, sia per la naturale predisposizione di questo linguaggio alla contaminazione, sia per la sua eccezionale portata identitaria. Adolfo Zarate con questo viaggio a ritroso nel tempo, attraverso la scoperta dell’antico strumento, risale alla sorgente di una personificazione comunitaria e fa emergere la ricchezza che deriva dall’incontro tra uomini e culture. Una grande immagine identitaria di un primevo Messico che conferma quanto sia opportuno e imprescindibile stabilire una comune identità culturale, per promuovere un processo di pace, ma anche per determinare condizioni di sviluppo basate sulla centralità delle tradizioni culturali all’interno della koiné americana.
Dott. Ssa Melinda Miceli Critico d’arte e direttore artistico onorifico di International art Prize Giotto. Vicario Internazionale per la Cultura e l’arte dei Templari Federiciani
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