Fiaccolata per Paolo Borsellino, l’uomo che ha detto “No” alla Mafia

Una manifestazione pacifica, senza scopi di lucro, senza finalità partitiche o faziose. Insieme, concittadini o gente proveniente da tutte le parti della Sicilia e dell’Italia, si riuniscono in un religioso silenzio per rendere omaggio ad un uomo che ha manifestato il suo dissenso con l’abnegazione ai valori della civiltà, dell’onestà

PALERMO – Ventuno anni fa perdeva la vita Paolo Borsellino, in un estremo gesto di coraggio: continuare nel suo lavoro, nonostante le intimidazioni, le minacce, i bastoni tra le ruote. Anche quest’anno, come da sedici anni a questa parte, la città di Palermo è teatro della fiaccolata in ricordo del Magistrato ucciso dalla Mafia. Nonostante le polemiche che hanno accompagnato i preparativi, tra i promotori del “Forum XIX Luglio” e il “Movimento delle Agende Rosse” è scoppiata la pace. Intenti a dar vita all’armonia e non alla polemica, le due compagini eviteranno accavallamenti di sorta, aderendo alla marcia che si concluderà in Via D’Amelio alle 21:30, in cui il rumoroso silenzio sarà interrotto dall’intervento del giornalista Marco Travaglio. Una particolare menzione sarà tributata alla compianta Agnese Borsellino, recentemente scomparsa e per tale motivo ricordata, mediante lo slogan: “Agnese e Paolo sono di nuovo insieme”. Nessuna bandiera, nessuna propaganda politica avrà spazio nel corso della fiaccolata. Storicamente, l’unica bandiera ammessa è quella nazionale, quel tricolore che puntualmente, come ogni anno, è deposto nel luogo della strage mafiosa. Ecco perché gli organizzatori invitano tutti a partecipare, al di là delle ideologie o del ruolo o carica sociale. Un unico grande coro che all’unisono rende omaggio ad un eroe dei nostri tempi. Il Giudice Borsellino, insieme ad altri fautori della libertà contro i soprusi della criminalità organizzata ha tracciato una strada chiara, indelebile, l’unica percorribile per non vanificarne il sacrificio.

L’uomo Borsellino, distrutto dal dolore dopo la morte del collega e amico fraterno, Giovanni Falcone, non crogiolandosi in quello che è stato, ha così affermato: “La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”. Attraverso una delle sue più note citazioni è confortante pensare che qualcosa sia cambiato, che le nuove generazioni, spinte dalla sete di giustizia, si facciano largo nella giungla sociale per trovare il loro posto nella società.

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