Ciclismo: Sagan, degno iridato

A Richmond trionfa il ciclista slovacco, dietro di lui Matthews, Navardauskas e Kristoff. Male gli italiani, sempre in affanno e con poche idee 

Peter Sagan si aggiudica il campionato del mondo di Richmond. Sul traguardo americano anticipa la volata dei migliori e precede Matthews, Navardauskas, Kristoff e Valverde. Si tratta del primo grande successo per il giovane slovacco, che dopo tanti piazzamenti nelle grandi classiche, raggiunge il primo alloro di una carriera da tutti pronosticata luminosissima.

E’ stato il mondiale che ci aspettavamo. Un circuito poco selettivo ha tenuto a galla tanti protagonisti sino a cinque chilometri dall’arrivo. Pochi movimenti importanti prima dell’atteso epilogo. Solo la bella passerella messa in mostra da Phinney, beniamino di casa, che per un paio di tornate ha comandato la corsa in compagnia di Boivin e Sioutsu. All’attacco dell’ultimo passaggio sulla Libby Hill un allungo di Stybar apre le ostilità che contano. Al ceco rispondono Degenkolb, Boasson Hagen e Gilbert. Gli uomini sono giusti, non così le possibilità in volata di chi ha dato vita al tentativo. Subito rintuzzati. Sul breve strappo della 23^ Street, Sagan, che aveva atteso pazientemente il suo momento da più di sei ore, scatta in faccia a Gilbert, fa il vuoto e va a vincere in solitaria. Dopo l’arrivo dirà che si sentiva un po’ stanco per disputarsi il mondiale in volata ed aveva optato per questa tattica. Non ci credo minimamente, Sagan non ha voluto rischiare di sbagliare la giusta scelta di tempo che tante volte lo ha penalizzato in volata e, visto il risultato, ha fatto più che bene.

In sintesi è questa la scarna cronaca del mondiale, schiava di un circuito veramente banale dove le uniche difficoltà collocate in prossimità dell’arrivo, contrapposte alla restante parte assolutamente dritta e piatta, non invitavano ad azioni importanti lontane dal traguardo. Quando troppe squadre sono in grado di tenere serrate le file della corsa, difficilmente l’epilogo può essere diverso. Pensandoci bene la vittoria di Sagan sana questa magagna del mondiale americano che in fondo ci consegna un degnissimo campione del mondo.

I nostri hanno deluso. A lungo nascosti nella pancia del gruppo, hanno sempre stentato ad essere presenti in forze negli sparuti tentativi che la corsa ha proposto, dando l’impressione di essere quasi sempre in affanno. L’unico a mettersi in mostra è stato Viviani, il migliore dei nostri in volata. In ragione delle sue qualità migliori, lo ha fatto fuori tempo bruciando le sue energie in un tentativo a due giri dalla fine. Per il resto scompaiono del tutto quando, Stybar prima e Sagan poi, decidono di pigiare sull’acceleratore. 
Brutta corsa, piazzamenti più che mediocri.

Non getterei la croce sul ct, non abbiamo sbagliato nessuna mossa, semplicemente non abbiamo dato mai l’impressione di poterne fare alcuna.

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