A Catania non piovono stelle cadenti, ma bombe carta!

Pochi minuti di subbuglio hanno alterato l’atmosfera della manifestazione a Catania contro il nuovo DPCM.

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Le vie delle tante città d’Italia si riempiono di rabbia a seguito delle recenti rigide restrizioni del nuovo DPCM firmato da Giuseppe Conte, presidente del Consiglio, ed anche Catania, una volta la Milano del Sud, non le ha mandate a dire.

La manifestazione di protesta che si è svolta il 25 Ottobre, in via Etnea, di fronte alla Prefettura della città, ha assunto inizialmente, l’aspetto di una lotta quasi mite, per assumere  in seguito, a causa di quattro desolati facinorosi,  (probabili  ultras infiltrati), le sembianze di una guerriglia urbana, che per fortuna è durata poco più di 40 minuti.

Non è stato necessario l’impiego  in massa dei Reparti Antisommossa della Polizia e dei Carabinieri, (che come sempre sono il bersaglio verbale e non solo, delle proteste politiche o sociali), ma è bastato l’intervento  del personale della Digos per individuare gli agitatori, e far si che la manifestazione continuasse con i toni pacifici con la quale era cominciata.

Sette bombe carta lanciate da elementi esterni  alla manifestazione non hanno ammutolito l’urlo di aiuto e di protesta contro il Governo. Tantissima brava gente, molte categorie commerciali, (artigiani, ristoratori, operatori sanitari, teatranti, piccoli imprenditori, addetti alle attività sportive,  o ancora agenti di viaggio), ridotti in gravi difficoltà economiche a seguito delle molteplici limitazioni applicate dal governo, nel tentativo di arginare il contagio da Covid-19, hanno sentito la necessità di esternare pubblicamente, nonostante il distanziamento difficile da mantenere,  le proprie paure . Angosce nate dalla folle disperazione di non intravedere nessun futuro, nessuna certezza di poter assicurare “il pane quotidiano” alla propria famiglia.

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Esprimere le proprie idee in contrapposizione  alle scelte del Governo, seppur effettuate per tutelare l’incolumità del popolo, limitandone la libertà individuale di vivere,di lavorare, di amare, di essere umani, ormai significa essere giudicati dai più, come negazionisti. Manifestare il proprio pensiero sembrerebbe stia diventando un rischio.

Probabilmente la paura di essere contagiati non ha riempito la via principale del capoluogo etneo, e sui vari social, i commenti di disapprovazione per tale assembramento (circa 1000 persone) sono stati molto duri e talvolta offensivi.

Pare che il Covid-19 abbia fatto sorgere tante incertezze insindacabili ed indiscutibili. Dando come dato di fatto che del futuro non c’è certezza, una sola sicurezza è stata regalata agli italiani dalla discutibile gestione sul modus operandi  dell’emergenza Covid-19, da parte di chi  governa il paese: il conto corrente del popolo sarà sempre più colorato di “rosso” e gli ospedali sempre più tristemente affollati.

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