Catania, incontro di Ordini Architetti e Ingegneri su disegno di legge in discussione all’Ars

 

 

Ridurre la legge urbanistica ad argomentazione di dottrina giuridica piuttosto che valorizzarla come strumento pragmatico ed efficace di governo del territorio. Sembra essere questo il nodo che in Sicilia ha creato sulla materia una mancanza normativa lunga ben 40 anni

incontro governo del territorio

Una vera e propria privazione che ostacola ogni attività di rinnovo urbano, e appesantisce burocraticamente la modernizzazione delle città. È il pensiero che affiora tra gli “addetti ai lavori”, architetti e ingegneri, sia in veste di progettisti che di funzionari, che oggi (9 novembre) – in occasione di un dibattito promosso dagli Ordini professionali – si sono confrontati sul disegno di legge che andrà in discussione presso la IV Commissione Ars (DDL 5 del 27/12/2017).

Accanto al presidente dell’Ordine etneo degli Architetti Alessandro Amaro, e al consigliere dell’Ordine Ingegneri Antonio Brunetto – che ha portato i saluti del presidente Giuseppe Platania – è intervenuto il primo firmatario del DDL, il deputato Anthony Barbagallo, che ha raccolto le proposte avanzate dai numerosi professionisti intervenuti, e le osservazioni di tre esperti: il presidente nazionale del CeNSU e di Inu Sicilia Paolo La Greca, il docente universitario Maurizio Spina e il componente dell’Osservatorio regionale Qualità del Paesaggio Luigi Longhitano. Ha moderato le relazioni il consigliere degli Architetti Giuseppe Messina.

“Il disegno di legge – ha sottolineato Barbagallo – punta a un doppio stadio di progettazione: da un lato la pianificazione operativa per le zone d’espansione, dall’altro un piano strutturale con regole semplici destinato ai centri storici e alle zone dove si ricalca il vecchio piano di fabbricazione. Altro principio cardine è la perequazione, per far sì che i proprietari degli edifici partecipino in uguale misura alla distribuzione dei valori e degli oneri derivanti ai fini della trasformazione urbanistica”.

Il DDL rappresenta certamente un input alle politiche regionali di governo del territorio, ma occorre fare i conti anche con l’obsolescenza dei piani regolatori e dei regolamenti edilizi ancora vigenti in molti Comuni dell’Isola. “La nuova legge quadro – ha dichiarato il presidente Alessandro Amarodev’essere in grado di coniugare gli aspetti della pianificazione urbanistica e territoriale con quelli della qualità architettonica, snellendo le procedure di redazione e approvazione degli strumenti, e rilanciando il progetto al centro della gestione del territorio”.

Il testo della normativa può ancora maturare – ha detto il consigliere degli Ingegneri Antonio Brunettocondividiamo i principi che ne hanno favorito la redazione, e siamo a disposizione, in quanto professionisti, per implementare quegli aspetti tecnici necessari per tradurre in azione le disposizioni“.

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