Caso Catania: Pulvirenti ammette di aver comprato le partite

A rivelarlo è stato il p.m. Salvi, ma i legali dell’ex presidente rossazzurro replicano: “Non ha inciso sui risultati”. Intanto Pablo Cosentino fa sapere che non rinnoverà la sua collaborazione con il Calcio Catania

Si complica ulteriormente la posizione di Antonino Pulvirenti, fino a pochi giorni fa presidente del Calcio Catania. In un lungo interrogatorio di fronte al procuratore Giovanni Salvi l’ex massimo dirigente etneo ha dichiarato di aver ammesso di aver comprato le cinque partite al centro dell’inchiesta “i treni del gol”, pagando per ogni partita 100mila euro.

Netta ed immediata la replica dei legali dell’ex presidente etneo, professore Giovanni Grasso e l’avv. Fabio Lattanzi, i quali con una nota congiunta, apparsa sul sito ufficiale Calcio Catania, hanno dichiarato: “Il signor Antonino Pulvirenti, che qualche giorno addietro si è dimesso da tutte le cariche sociali del Calcio Catania, ha chiarito oggi la sua posizione nel corso di un lungo interrogatorio dinanzi al giudice delle indagini preliminari, dimostrando in particolare la sua assoluta estraneità al fenomeno del calcioscommesse. Il signor Pulvirenti ha ammesso di aver avuto dei contatti con altri soggetti al fine di condizionare il risultato di alcuni incontri, e ciò al fine di salvare dalla retrocessione il Catania.  Ha tuttavia manifestato la convinzione, anche alla luce della lettura degli atti, che tali contatti non abbiano avuto nessuna reale incidenza sull’esito degli incontri in questione”.

Di seguito è stato il turno dell’amministratore delegato Pablo Cosentino, che di fronte al GIP Fabio di Giacomo ha dichiarato: “Io sono estraneo ai fatti, ho rafforzato la squadra a gennaio per il bene del Catania, solo un folle può fare questo, se l’artefice è stato Pulvirenti, è stato un folle“. Inoltre, Cosentino rende noto al GIP di essersi dimesso da ogni incarico che lo lega al Calcio Catania  e che non rinnoverà.

In conclusione va menzionato che l’imprenditore Giovanni Impellizzeri, si è avvalso della facoltà di non rispondere.