Calcio Catania: Pulvirenti resta in sella, in attesa di…

Il tecnico rossoazzurro condurrà la squadra anche a Catanzaro, ma serve un cambio di rotta immediato. D’altronde i playoff sono lì, spetta al Catania raggiungerli.

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Certo che se ci si mette anche la sfortuna…”. Sarà stato questo il pensiero di larga parte dell’ambiente rossoazzurro al termine della gara interna contro il Foggia. Non che si voglia andare alla ricerca di alibi, anzi. I numeri del recente periodo, a dir la verità, sono impietosi: quattro sconfitte di fila, una sola vittoria nelle ultime sette gare, quattro punti conquistati dal 18 febbraio ad oggi, appena quattro reti messe a segno e ben nove subite. Basta leggere attentamente questi dati per capire che gli eventuali alibi sono fini a se stessi. Però è altrettanto indubbio come la gara contro la capolista di ieri pomeriggio abbia trovato il suo esito sul sottile filo degli episodi. Punizione tesa di Chiricò dalla corsia destra, deviazione di Gil ed autogol. Punizione tesa di Di Grazia dalla corsia sinistra, deviazione di Bergamelli e traversa. Sliding doors. Che il Catania soffra di evidenti problemi di identità, di amalgama, di solidità mentale è semplice da notare. Giovanni Pulvirenti ha poche colpe, si è ritrovato immerso in un contesto completamente diverso dal suo “habitat consueto”. Lascia qualche perplessità la scelta di non schierare alcun attaccante dal 1′ ieri, ma chi meglio dell’allenatore osserva i suoi giocatori durante la settimana? Avrà avuto i suoi motivi. Ma il copione non è cambiato, tutt’altro.

Nella serata di ieri si era sparsa la voce di un possibile ritorno di Pino Rigoli, l’unico capace, probabilmente, di ricondurre la squadra sulla retta via, di portare questa nave al porto d’attracco senza che imbarchi ulteriore acqua. Stando a quel che risulta alla nostra redazione, Rigoli non è stato contattato al momento. La sensazione, quindi, è che si continui con Giovanni Pulvirenti, almeno fino alla trasferta di Catanzaro, a questo punto ultimo banco d’appello per la formazione etnea. In caso di ulteriore passo falso, i discorsi su un ipotetico ritorno in sella di Rigoli tornerebbero d’attualità di diritto, ma fino a quel momento toccherà a Pulvirenti trovare la chiave di volta. Ieri il Catania ha fatto vedere qualche briciola di luce, si è vista una squadra migliore rispetto a quella inguardabile della gara contro il Melfi ed a quella palesemente alla deriva “ammirata” a Lecce e Pagani. Ieri gli etnei hanno tenuto testa ad un Foggia non brillante, meritando di portare punti a casa. Ma, come detto, quando piove tende a grandinare ed anche i dettagli, gli episodi si sono messi di “traverso”.

Il Catania ha lasciato la strada giusta per imboccare quella sbagliata. In gergo americano questo “cambiamento” viene indicato con il termine “breaking bad“, letteralmente “rompere male”. Per ricomporre questa frattura, gli etnei hanno bisogno di ritrovare le certezze che li avevano accompagnati fino alla gara interna contro il Matera, ultima nota lieta della stagione, l’unica di un 2017 finora disastroso. Non accadeva da parecchi anni che i rossoazzurri incappassero in quattro stop consecutivi. A rendere la situazione meno drammatica c’è, paradossalmente, la classifica: le altre non corrono, anzi arrancano. La zona playoff resta ad un punto di distanza, addirittura è arrivato un punto di penalizzazione a carico della Paganese che la fa retrocedere a quota 39, appaiata agli etnei, anche se con un partita in meno. Insomma, tempo e spazio per rimettersi in piedi ce n’è ed anche abbondante. Bisogna, però, ritrovarsi, già a partire da Catanzaro.

Mancherà il non brillante Scoppa, ci si affiderà alla grinta di Bucolo e Biagianti, con Fornito battitore libero. Le fortune etnee passano soprattutto dal rendimento di un centrocampo mai del tutto convincente, che necessità di uno step in avanti evidente. Pulvirenti resta in sella, riuscirà a condurre il suo destriero Catania al traguardo? Ce lo si augura, perdere altro tempo non è accettabile e, come sempre, “chi ha tempo non aspetti tempo”.

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