Calcio Catania, Lo Monaco risponde a Pecoraro: “Il minuto di silenzio per Ciccio Famoso era un nostro diritto”

Non si è fatta attendere la risposta di Pietro Lo Monaco alle dichiarazioni del Procuratore federale Pecoraro riguardo il minuto di silenzio in ricordo di Ciccio Famoso, da lui definito un “noto pregiudicato”.

Lo Monaco

Botta e risposta con protagonista Pietro Lo Monaco. Qualcosa che è accaduto più e più volte nel corso della stagione rossoazzurra. Stavolta l’ “antagonista” è il Procuratore Federale Giuseppe Pecoraro che, qualche giorno fa, aveva comunicato l’apertura di un’inchiesta per il minuto di raccoglimento in memoria di Ciccio Famoso. Il fondatore della “Falange d’Assalto” è stato descritto da Pecoraro come un “noto pregiudicato” (leggi qui). Ecco la risposta dell’Amministratore Delegato etneo a queste parole, come riporta il sito ufficiale del club di Via Magenta:

Il Procuratore Pecoraro interpreta la sua fondamentale funzione con grande originalità anche dal punto di vista mediatico, divenendo personaggio. Per noi, è un fatto non grave ma gravissimo e profondamente triste che il semplice esercizio di un diritto, cioè richiedere l’autorizzazione per un minuto di raccoglimento, sia ritenuto degno addirittura di una discussione in Commissione Antimafia, laddove ben altri problemi vengono analizzati. Quale misfatto avrebbe commesso la Lega Pro, concedendo l’autorizzazione a commemorare in modo composto e civile un uomo che per lunghi decenni è stato simbolo di passione sportiva? Le dichiarazioni del Procuratore Pecoraro, inoltre, sono polverizzate nel senso e nel significato dall’intervento del Segretario della Commissione Antimafia stessa, onorevole Angelo Attaguile, che ha definito così Ciccio Famoso: “Un super tifoso innamorato del nostro Catania che ho conosciuto durante la presidenza del club etneo, persona che dedicava tanto entusiasmo ai colori rossazzurri”. Non già, quindi, “un noto pregiudicato”, come affermato dal Procuratore ben lontano dalla nostra realtà, ma uno storico tifoso della squadra della sua città. Il Procuratore Pecoraro, in maniera alquanto maldestra, con le sue dichiarazioni lede profondamente la reputazione del nostro club, accomunando o almeno consentendo di accomunare episodi di ben altro spessore (oggetto d’attenzione per ipotesi di rapporti tra il mondo dello sport e la criminalità organizzata) all’esercizio di un nostro diritto: richiedere la concessione di un minuto di silenzio. Il Calcio Catania non ha infranto alcuna regola, ha richiesto di poter rendere omaggio ad una persona che ha speso la maggior parte della sua esistenza emozionandosi con il Catania e per il Catania. La Lega Italiana Calcio Professionistico ha concesso opportunamente tale autorizzazione, ritenendo con noi e come noi che i tifosi siano una parte imprescindibile della vita di una società di calcio. Il Calcio Catania ha sempre stigmatizzato con forza e combattuto la violenza negli stadi, isolando ed escludendo i violenti per accogliere invece chi, vivendo lo sport nel rispetto delle regole, diviene il cuore pulsante di un club. Non esiste società sportiva che non abbia la necessità di coltivare il rapporto con la sua gente. Al Procuratore Pecoraro, inoltre, consigliamo di documentarsi meglio: scoprirà, ad esempio, che migliaia di persone hanno partecipato ai funerali di Ciccio Famoso e che si è tenuto anche un corteo funebre allo stadio “Angelo Massimino”, presumiamo autorizzato dall’Autorità competente. Molto meno complessa, la sequenza del 7 febbraio allo stadio: un minuto di raccoglimento, un segno di lutto ed un’immagine sul maxischermo, simboli di commozione generale. Non tolleriamo strumentalizzazioni ed insinuazioni: giù le mani dal Catania, difenderemo in ogni sede e in ogni momento l’immagine della nostra società ed anche il buon diritto a non ritenere i tifosi, in quanto tali, cittadini di Serie B“.

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