Calcio Catania: il doppio binario, i contenziosi e la coesione

Mai banale Pietro Lo Monaco in conferenza stampa. Dalle sue parole emergono tanti temi, in vista delle prossime sfide. In campo e soprattutto fuori.

binario

C’è sempre un’aura di sacralità quando in conferenza stampa si presenta Pietro Lo Monaco. Non c’è un motivo preciso per spiegare ciò. Forse perché si crede che in lui risiedano tutte le risposte del caso, forse perché la sua figura, accoppiata al brand Calcio Catania, fa rima con successo. Sta di fatto che, quando a parlare è Lo Monaco, si ascolta in religioso silenzio, in una vera e propria liturgia rossoazzurra. Liturgia vagante, che tocca svariati temi e suscita dibattito. Inutile dire come la prima ed immediata domanda che verrebbe da porre a Pietro Lo Monaco è quella riguardante lo stato mentale della squadra, affetta da una grave sindrome di “psicolabilità tecnica”. Un organico da sempre pronto a spiccare il volo, ma rimasto ancorato al suolo, quasi avesse paura di separarsi da questo. Già, paura. Termine utilizzato più volte dell’Amministratore Delegato rossoazzurro quest’oggi. Il Catania ha dato l’impressione di essere frenato dal timore di sbagliare e la partita di Pagani, nello specifico, è la cartina di tornasole di questo stato psicologico. Lo svantaggio, la paura di perdere e la reazione latitante. Il pareggio, il coraggio che si palesa ed almeno 20′ di netto dominio. Il nuovo svantaggio, la nuova paura e nessun risveglio. Uguale, sconfitta.

Un Catania che ha bisogno di tutti. Ha bisogno di coesione, di unione d’intenti. Perlomeno, così ha detto Lo Monaco. La truppa etnea si appresta ad affrontare la prima della classe, il Foggia di Stroppa. Il momento di forma delle due compagini potrebbe far pensare ad una gara a pronostico chiuso, con i “satanelli” pronti a proseguire la propria marcia trionfale verso la B senza troppi problemi, pronti a fare del “Massimino” terra di conquista. Niente di più sbagliato. O almeno, questo è l’auspicio. Un Catania compatto, unito, coeso può creare più di qualche grattacapo ai rossoneri, questo è certo. Unito e coeso in tutte le sue componenti, non soltanto nei reconditi angoli dello spogliatoio. Un Catania supportato dalla propria gente, non biasimabile per le critiche e le contestazioni, ma vera ed unica arma impropria su cui fare affidamento. Il demone della paura si esorcizza con la forza dell’unione, una spinta sentimentale colorata di rosso e di azzurro.

Ma non solo di questo si è parlato oggi. Era già ben noto, ma sentirlo ancora una volta non può che fare bene: il campionato del Catania viaggia su un doppio binario. C’è quello tecnico, di cui si è già discusso, e c’è quello economico, ben più importante ed impellente. Il lavoro svolto dalla dirigenza rossoazzurra, con Lo Monaco ovviamente in testa, sul piano finanziario è impressionante di per sé. Impressionante, ma non ancora bastevole per far gridare al cielo “vittoria!”. Il debito è stato di molto ridotto rispetto allo stato semi-tragico della scorsa estate. La notizia delle notizie riguarda la rimodulazione del debito da pagare al Credito Sportivo per Torre del Grifo, un sospiro di sollievo di non poco conto, che permette al sodalizio etneo di poter ragionare a più larghe vedute. Poi, i contenziosi. Molti risolti, o in via di risoluzione. Altri già a buon punto per essere eliminati definitivamente. Poi, c’è quello più opprimente, quello relativo a Fabian Rinaudo, per cui il Catania deve versare una somma di molto superiore al milione di euro all’ex club dell’argentino, lo Sporting Lisbona. A giorni Lo Monaco volerà in Portogallo, trovare un accordo, un base su cui dialogare sarebbe vitale, nel vero senso della parola.

Senza dimenticare, per concludere, il lavoro già svolto in merito alla gestione della stagione in corso, con tutti gli emolumenti destinati ai giocatori regolarmente versati, conditio sine qua non per non incappare in altre penalizzazioni. Insomma, il Catania c’è, vive, respira, forse sommessamente, ma il battito cardiaco c’è. Fuori dal campo, c’è ancora molto da fare. Sul campo, c’è da vincere, senza se e senza ma. Non importa se bisognerà farlo contro il Foggia, la forza di una città intera dovrà essere superiore alla paura.

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