Anna Mei: 32 ore e 2 minuti in sella per i ‘bambini farfalla’

Velodromo Fassa Bortolo di Montichiari (Brescia) – Guinness World Record della solidarietà per Anna Mei: l’ultracycler pro-epidermolisi bollosa

La pedalata della solidarietà guadagna il Guinness World Record.

Lei è Anna Mei, 46 anni, milanese trapiantata sul Lago di Lecco,  un’ultracycler (viene definito così chi pedala più di 24 ore) dal cuore tenero. Tutto questo per accendere i riflettori su una rara malattia genetica, l’epidermolisi bollosa, per aiutare i bambini colpiti dalla patologia. Una pedalata da venerdì mattina a domenica pomeriggio, per ben 901 chilometri percorsi, alla media di 28.153 km all’ora, per un totale di 3603 giri, centrando il nuovo record mondiale di percorrenza sulle 24 ore in pista: 738,851 km.

“Chi te lo fa fare, Anna?” le hanno chiesto vedendola nutrirsi in bici di minestroni frullati e barrette energetiche, osservandola sudare, mentre il resto del mondo era impegnato a guardare le vetrine dei regali di Natale, ammirandola fermarsi e scendere di sella soltanto per le indispensabili soste fisiologiche. ‘Tutto quel tempo in bici non fa piacere, ma è una passeggiata se confrontata alla malattia. L’importante non è l’obiettivo. Io sono uno strumento. La meraviglia è durante, mentre pedali! La forza di volontà non mi manca: noi donne, siamo così…’, ha simpaticamente commentato Anna.

Trentadue ore e due minuti: i dettagli, in questa storia, hanno la loro importanza, in sella a una bicicletta dentro il velodromo di Montichiari (Brescia).

La sua prova è stata un autentico calvario. Partita veloce per conquistare le 100 e 200 miglia Anna Mei, ha dovuto fermarsi cinque minuti per problemi di stomaco. Poi ha ripreso di lena, ma quando era in prossimità del record delle 12 ore, un rifornimento sbagliato le ha fatto perdere l’equilibrio ed è franata addosso al marito. Medicata in fretta, si è rialzata ed ha ripreso con forza la sua performance, che è arrivata alle 24 ore sbriciolando il precedente record e attestandosi con 2955 giri sui 738, 351 chilometri ed una media superiore ai trenta orari (vi sembra poco, ma sostenetela per 24 ore!!!). A questo punto Anna non si è fermata e ha provato ad entrare nella storia, per raggiungere il leggendario traguardo dei 1000 chilometri in pista. Ma dopo oltre 32 ore di pedalate continue, il suo cuore ha iniziato a fare le bizze. I medici e i preparatori atletici che l’hanno seguita hanno verificato che era in atto uno shock elettrolitico, che rischiava di compromettere la vita stessa della Mei e, pertanto, hanno preso la decisione di fermarla. Il suo tentativo si è concluso dopo 901 chilometri.

Al di là della prestazione – comunque notevole – ad Anna Mei va fatto un grandissimo applauso per il coraggio di intraprendere una simile impresa, ai limiti dell’umano, non per cercare notorietà o altro, ma semplicemente per devolvere il suo sforzo in beneficenza ai bambini che soffrono di questa rara malattia genetica, al momento attuale incurabile, che colpisce questi bambini chiamati anche ”farfalla” per via della delicatezza della pelle che, come ali di farfalla, è sensibile a qualsiasi tocco o contatto con tessuti, pelle o altro. L’applauso, in questo caso, va ben oltre la prestazione sportiva e il grazie di cuore va a questa signora, moglie e mamma, non più giovanissima, ma dal grandissimo animo. Il record stabilito da Anna Mei è comunque valido e potrebbe ora resistere a lungo prima di essere battuto. Brava Anna, un grazie dai bresciani perché al velodromo Fassa Bortolo di Montichiari hai regalato giornate memorabili e un pezzo di storia del ciclismo!

Tra l’altro, lo scorso anno Anna ha vinto la “Coppa del mondo di specialità”. Conquistato questo traguardo, la testa di Anna è già orientata al 2014: ‘Voglio tentare il record su strada da mare a mare: Ventimiglia-Trieste’.

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