Angela Merkel stravince in Germania

La Cdu di Angela Merkel vince le elezioni in Germania con un risultato storico anche se manca di pochissimo la maggioranza assoluta. Si profila la grande coalizione con l’Spd di Steinbrueck

Angela Merkel stravince mancando per un soffio la maggioranza assoluta. Fuori dal Bundestag i suoi alleati dell’Fpd e gli euroscettici dell’AfD. Lo sfidante Peer Steinbrueck si ferma al 25,7% e si profila quindi la grosse koalition

Secondo le proiezioni quasi definitive (mancano pochissimi scrutini che potranno far oscillare di poco le percentuali ma non i seggi definitivi), la Cancelliera ha portato la coalizione dei Christlich Demokratische Union Deutschlands (Cdu) e Christlich-Soziale Union (Csu) al 41,5% dei voti e 311 seggi, mancando di un soffio la maggioranza assoluta.

Il suo rivale, il socialdemocratico Peer Steinbrueck, si ferma al 25,7% (192 seggi per il Sozialdemokratische Partei Deutschlands, Spd) mentre gli alleati liberali, il Freie Demokratische Partei (Fdp), non sono riusciti a superare la soglia del 5% e quindi rimarranno fuori dal Parlamento per la prima volta nella loro storia. Stessa sorte è toccata agli anti-euro dellAlternative für Deutschland (AfD). Completano il quadro il partito dei Verdi con l’8,3% (63 seggi) e la sinistra della Linke intorno all’8,6% (64 seggi).

Mancando i preziosi voti dei liberali, fermi al 4,8% e pertanto fuori dal Bundestag, la Merkel si è fermata a 311 seggi sui 316 che servivano per la maggioranza assoluta, e quindi si profila l’ombra della Grosse Koalition con Steinbrueck.

Per Angela Merkel è una vittoria storica. Non solo perché saranno altri quattro anni al potere a Berlino, ma soprattutto perché Mutti Merkel ha la possibilità di tracciare, insieme agli alleati europei, la strada nuova per l’Ue. Una strada di coraggio e di ambizione, di solidarietà e di apertura.

Dodici anni al potere come l’altra grande donna che ha attraversato la politica europea dell’era moderna: Margaret Thatcher. Come la Lady di ferro, Angela Merkel, a 59 anni, ha la possibilità di incidere in profondità sui destini economici e politici europei. Si spera meglio di quanto fece l’ex primo ministro britannico.

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