Al Monk, la casa del jazz di Catania, si riparte con gli omaggi di Paolo Fresu a Chet Baker e a Lawrence Ferlinghetti e la beat generation

Dal 27 al 31 ottobre, il trombettista sardo protagonista del lancio di stagione del jazz club catanese con tre progetti live diversi in 5 giorni; «Grazie alla conoscenza di Dino Rubino con Catanie e il Monk si è creato un rapporto pressoché indissolubile».

In calendario, fino a dicembre, i live di Paolo Sorge e Fabrizio Puglisi, Daniela Spalletta e Giovanni Mazzarino 5et, Rita Marcotulli e Javier Girotto 4et. Due i concorsi organizzati dal Monk, il primo per i ragazzi delle scuole ed il secondo, in ricordo di Giuseppe Finocchiaro, per i compositori. E il mercoledì spazio aperto. Il direttore artistico Dino Rubino: «Diamo spazio ai musicisti italiani e siciliani»

«Cos’è il jazz? Amico, se lo devi chiedere, non lo saprai mai». Questa storica frase di Louis Armstrong è ancora oggi valida per “non” descrivere il genere musicale che più si avvicina al concetto di libertà. Un concetto che ha ben chiaro il trombettista Paolo Fresu che si accinge a varare la nuova stagione del Monk Jazz Club di via Scuto 19 a Catania, quarta stagione della casa del jazz della città etnea. Fresu è un amico stretto del Monk anche perché il direttore artistico del club, il trombettista e pianista Dino Rubino, da anni è tra i più vicini collaboratori del musicista sardo. Saranno ben 3 i progetti dal vivo che Fresu, dal 27 al 31 ottobre, presenterà in 5 giorni a Catania e la libertà della musica sarà l’unico elemento in comune.
«Fresu, uno degli artisti del jazz italiano più amati in assoluto, non è un musicista che solitamente suona nei club – commenta il direttore artistico del Monk Dino Rubino -, lo trovi nei teatri e nei festival. Paolo viene al Monk per il rapporto speciale che ha con noi. Con i suoi 60 posti, il Monk è un jazz club raccolto, dal sapore parigino, dove puoi vivere l’intimità dell’evento e questo diventa un valore aggiunto per il pubblico».
Paolo Fresu: «Con Catania c’è ormai un rapporto pluriennale. Grazie, poi, alla conoscenza di Dino Rubino si è creato un rapporto pressoché indissolubile e con piacere ho partecipato alle attività del Monk dal primo anno. È bella questa cosa che un luogo di musica sia nato grazie ad un gruppo di musicisti, con loro c’è sempre un altro afflato, un’iniziativa di grande coraggio che va certamente supportata, un importante esempio per gli altri. E poi, al di là dei concerti, è bello passare qualche giorno con gli amici».

Si comincia giovedì 27 ottobre – doppio live alle 19 e alle 21.30 -, con Tempo di Chet”, l’omaggio al trombettista americano Chet Baker, progetto nato nel 2018 e condiviso con Dino Rubino al pianoforte e Marco Bardoscia al contrabbasso. Il concerto d’esordio della stagione del Monk è una produzione di Zō Centro Culture Contemporanee di Catania. Il doppio concerto sarà replicato sabato 29 ottobre. Venerdì 28 ottobre, sempre alle 19 e alle 21.30, Paolo Fresu suonerà in duo con Dino Rubino. Moltissimi i concerti in trio, quartetto ed in altre formazioni che i due musicisti hanno vissuto insieme negli ultimi sei anni. Di tanto in tanto capita anche di suonare in duo, ed il dialogo prende una piega diversa, a volte inaspettata. Fresu e Rubino si incontrano per una conversazione a tu per tu, basata sull’ascolto reciproco e su una grande libertà creativa.

Domenica 30 e lunedì 31 ottobre Fresu presenta il suo ultimo progetto “Ferlinghetti, la colonna sonora, uscita su disco a inizio ottobre, del docufilm “The Beat Bomb” del regista Ferdinando Vicentini Orgnani, pellicola in uscita a fine novembre, che racconta la meravigliosa storia del poeta, pittore e attivista Lawrence Ferlinghetti scomparso nel 2021. Con Fresu, suoneranno Rubino, Bardoscia e il bandoneonista Daniele Di Bonaventura. Fresu: «Ferlinghetti è stato un pluri-artista – non solo poeta ma anche pittore, libraio, editore, un uomo dalle molteplici connessioni creative. Non faceva parte della beat generation, piuttosto contribuì con i libri da lui pubblicati a far conoscere artisti come Gregory Corso o Jack Hirschman o Kerouac. Ferlinghetti è stato un bohémien il quale, con uno sguardo dolce e visionario, cantava la distorsione dei tempi, simile a quella che viviamo oggi, ma mezzo secolo prima. La partitura musicale l’abbiamo scritta io, Dino, Marco e Daniele facendoci trasportare dalle sue parole. I brani sono ispirati da una poesia specifica di Ferlinghetti, “Autobiography”, che è una sorta di sua autobiografia».

La prima parte della stagione del Monk proseguirà fino a fine anno con due appuntamenti al mese dove il jazz siciliano sarà protagonista insieme con due nomi di spicco del panorama nazionale. Rubino: «Il Monk vuole dare spazio ai musicisti italiani, e anche siciliani chiaramente. Perché al di là dei grandi nomi internazionali, è giusto far suonare i musicisti italiani e siciliani altrettanto di valore».
Sabato 12 novembre, alle 19 e alle 21.30, il palco del Monk torneranno a suonare insieme due musicisti catanesi – il chitarrista Paolo Sorge e il pianista Fabrizio Puglisi – da anni portavoce in Italia della migliore ricerca musicale. Oggi l’attuale panorama del jazz contemporaneo è in bilico tra la continua e necessaria “fase di ricerca” di nuove e più moderne tendenze di linguaggio ed il recupero di una certa “classicità”. All’interno di questa parabola di libertà si compenetrano Puglisi e Sorge, due tra i più abili e temerari rappresentati del jazz internazionale, costituendo un’alta impalcatura di “fratellanza” e di azione rituale dei gesti.

Venerdì 25 e sabato 26 novembre, alle 19 e alle 21.30, la Sicilia che canta il jazz si esprimerà con il quintetto di Daniela Spalletta e Giovanni Mazzarino dove la cantante nissena è accompagnata dal pianista Giovanni Mazzarino e da Fabio Tiralongo al sax tenore, Alberto Fidone al contrabbasso e Peppe Tringali alla batteria. Il quintetto presenterà il progetto “Sikania”, viaggio sentimentale e musicale in Sicilia. “Sikania si sviluppa a partire da una serie di composizioni originali firmate e arrangiate dal messinese Mazzarino, musicista che ha sempre trovato nella Sicilia profonda ispirazione per la sua musica, sulla quale la vocalist Daniela Spalletta canta, con virtuosismo mai fine a sé stesso, testi in dialetto da lei scritti per il progetto.

Venerdì 2 e sabato 3 dicembre, alle 19 e 21.30, protagonista del palco sarà la pianista romana Rita Marcotulli, un viaggio immaginario, che prende ispirazione dalla vita di tutti i giorni, dalla natura dalle esperienze, dalla musica dei diversi colori del mondo. Composizioni originali ma anche suggerite dalle emozioni del momento con una buona parte di improvvisazione. Omaggio al cinema, e ad autori popolari italiani come Modugno o Pino Daniele.

Domenica 18 e lunedì 19 dicembre, alle 19 e alle 21.30, il sassofonista italo-argentino Javier Girotto suonerà in quartetto con Dino Rubino al pianoforte, Nello Toscano al contrabbasso e Peppe Tringali alla batteria. L’originalità e le peculiarità del suo approccio strumentale traspaiono dal modo in cui costruisce melodie struggenti, impregnate dell’humus del patrimonio argentino (sia popolare che colto), ricche di risvolti reconditi e sfumature ora delicate, ora sanguigne.

Il Monk sta portando avanti tre progetti paralleli all’attività concertistica. Intanto due concorsi, dei quali uno dedicato ai bambini. Il 30 ottobre a mezzogiorno in piazza Scammacca a Catania si terrà un concerto dei ragazzi della scuola media Parini. L’evento dal vivo chiude un corso di formazione jazzistica diretto da Giuseppe Privitera, tra i soci del Monk e insegnante dell’istituto scolastico catanese, e al quale hanno dato il loro contributo vari musicisti. Dino Rubino: «All’evento prenderanno parte anche Paolo Fresu e la moglie Sonia Peana che consegneranno una targa ai ragazzi». Paolo Fresu: «Io, e soprattutto mia moglie Sonia, da una decina d’anni siamo attenti al mondo della scuola. Ben vengano queste iniziative, è importante che il Monk non sia solo una sala da concerti ma che si proponga come volano per altre attività. Vedo che i soci del club sono molto attenti a tutto ciò che accade intorno alla musica e questo è molto importante e noi siamo felici di collaborare».

Il secondo concorso, il cui bando sarà pronto a breve, sarà dedicato alla memoria del pianista Giuseppe Finocchiaro scomparso a febbraio. «Poiché Giuseppe è stato un compositore eccellente sarà un concorso dedicato proprio ai compositoriaggiunge Rubino -. Ne selezioneremo una diecina che poi a dicembre potranno presentare le proprie composizioni al Monk».
Il mercoledì il Monk diventerà spazio aperto e ospiterà eventi di vario genere. Si inizia il 9 novembre con un cineforum a tema musicale a cura di Nello Toscano, uno dei soci del Monk. Il  16 novembre ci sarà una jam session a cura di Giuseppe Asero, altro socio del club. Il 23 novembre musica e teatro si incontreranno con il poeta Biagio Guarrera e il musicista Puccio Castrogiovanni. Il 30 novembre si terrà un incontro tra musica e architettura a cura di Nello Toscano e Vincenzo Giusti presso la sede di Trame di Quartiere, associazione che lavora sull’inclusione socioculturale a San Berillo. Suoneranno per l’occasione il sassofonista Gianni Gebbia e Riccardo Gerbino, suonatore di tabla. Il 7 ed il 14 dicembre seguiranno due incontri-laboratorio, il primo con il sassofonista Carlo Cattano, ed il secondo con il chitarrista Giuseppe Mirabella, socio del club.

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