A Siracusa l’arte contemporanea trionfa con l’artista Giulia Cuscunà

Inaugurata a Siracusa la mostra dell’artista Giulia Cuscunà: giovane promessa dell’arte contemporanea siciliana.

Venerdì 4 settembre nei locali espositivi della Galleria Roma in piazza San Giuseppe a Siracusa si è inaugurata la mostra personale di pittura dell’artista Giulia Cuscunà di Paternò, una giovane promessa dell’arte contemporanea siciliana che vuole rimodulare e rimuovere schemi e stilemi obsoleti. Giulia Cuscunà è un’artista tipicamente siciliana, che fa della sua Sicilia, ricca di luce e di colori, l’unica fonte d’ispirazione per la “sua” arte, ne individua la poesia, intima e silenziosa ma anche sociale e festosa, trasponendola in uno spettacolo in cui la natura e l’uomo si armonizzano in molteplici accordi.

Si è detto di lei durante la presentazione: “Le opere di Giulia Cuscunà sono il risultato filtrato delle esperienze di generazioni intere di pittori locali, intrise di cultura popolare e di una forte componente di realismo nostrano. Sono la moderna raffigurazione di un popolo e di un territorio che pur mantenendo le sue connotazioni ha profondamente mutato il suo rapporto con il mondo e con la storia. Cosa si aspetti il pubblico dagli artisti che affollano le pareti delle gallerie d’arte lo sappiamo benissimo. Il pubblico vuole e cerca le emozioni per le quali l’arte svolge il suo ruolo. Lo svolge meglio attraverso il lavoro di quegli artisti che non rispondono ai meccanismi del mercato. Anzi è proprio ciò che è fuori mercato che fa l’arte nella controtendenza necessaria per arrivare a toccare il cuore della gente, per innescare quei sentimenti di ricchezza interiore così difficili da scorgere nei marasmi della quotidianità malvissuta. I fluidi di una spiritualità laica e popolare che pervadono i luoghi sacri dell’arte, i musei, le gallerie, i libri di storia. Può darsi che l’arte in alcuni casi faccia anche politica ma è inevitabile non lasciare fuori dal discorso la geografia di questi fenomeni, la tesi degli artisti del Sud, per esempio, che vivono in dipendenza di un vincolo di sangue e di terra inalienabile, un magma intellettuale profondo che si muove nelle viscere di ognuno di essi, anche di quelli che vivono altrove. Si pensi a Guttuso o a Migneco, portatori universali di assoluti fisiognomici legati alle loro origini geografiche. Pertanto non si può fare critica se non si capisce che la differenza basata sulla geografia degli artisti esiste, pure se di una strana differenza si tratta. Una differenza che unisce invece che separare l’artista dal mondo delle sue relazioni”.

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