Le note del grandi compositori unite a quelle del Telemann hanno allietato i numerosi convenuti per l’evento svoltosi nel tempo pasquale.
Ci siamo imbattuti, leggiucchiando qua e la tra le notizie musicali, nella esistenza della Orchestra amatioriale “Scontrino” che ha sede a Catania: memorando che la nostra è da millenni comunità musicale (leggenda vuole che fu il catanese Androne a inventare la melodia da ballo nell’evo pre ellenico… ma nessuno lo rammenta, povero Androne! Solo l’Ottocento lo celebrò), seguiamo il percorso e ci rechiamo al crepuscolo di sabato 9 aprile ad un loro concerto, tenutosi nella monumentale e settecentesca chiesa di Santa Maria dell’Ajuto in Catania, posta nella traversina a metà della via Garibaldi, luogo di sacri simbolismi, già consacrata ai Santi Pietro e Paolo, che racchiude innumerevoli tesori devozionali (in primis la copia perfetta della Santa Casa di Loreto) ma anche memorie della Catania cristiana che dialogava con le intelligenze illuministiche . Retta da più di un cinquantennio da quel Monsignore di vecchio stampo seppure aperto al nuovo corso che è Padre Carmelo Smidila, il Santuario Mariano dell’Aiuto è da oltre cinque secoli, per la devozione alla sacra icona della Madre Celeste che ivi si conserva ed è celebrata in una processione di quartiere particolarmente sentita dal popolo, centro di attività intense non solo religiose, ma culturali in senso lato, teatrali musicali (possiede un apposito auditorium) e di coesione sociale. Indi ha più di un senso, superata la fase emergenziale della cosiddetta pandemia virale, che da quel luogo irraggiante di Luce si levino le note della predetta Orchestra, la quale ha voluto -a libero ingresso- omaggiare i numerosissimi convenuti con le note di Telemann, Mozart, Haydn.
L’orchestra trae il nome dal padre del noto compositore trapanese Antonino Scontrino, il Vincenzo che costruì al figlio il contrabbasso onde permettergli di suonare nelle compagini amatoriali: Antonino Scontrino, allievo del gran catanese Pietro Platania a Palermo, poi fu noto didatta e insegnante al Conservatorio di Firenze, in quel secondo Ottocento contemporaneo di Tosti, di Verdi, di Puccini.
Non ebbe la loro stessa fama ma diede l’onesto contributo che un compositore non asceso alla gloria può dare, nell’Italia del “Sogno” e della belle epòque.
Composta da una ventina di elementi, tra fiati ed archi e ottoni, l’orchestra Scontrino ha voluto esibirsi (con la ufficiale motivazione di “concerto per la pace” in riferimento ai noti eventi nell’Europa centrale: anche se di pace in senso tecnico cronachistico non si fece cenno e fu un bene, poiché la Musica trascende paci e guerre, di qualunque genere) sotto la direzione del molto giovane Maestro Sirio Scacchetti, che notammo gentile nella sua componente umana, quanto serio e deciso nella professionalità: pur ancora agli esordi, gli insegnamenti del Maestro Donato Renzetti, di cui lo ricordiamo allievo in un corso qualche anno fa, iniziano a dare i frutti auspicati.
Si eseguirono il concerto per viola e archi in sol maggiore, classica composizione di Telemann; l’Andante per flauto e orchestra k315 di Mozart, nonché la Sinfonia 49 detta “la passione” di Haydn.
Al riguardo, bisogna evidenziare l’acustica veramente sòmma del tempio dell’Aiuto, costruito da maestri architetti i quali, come i loro operai, sapevano certo il mestiere, se è vero che noi alla colonna di sinistra dell’ingresso (ne ha quattro) udìmmo persino i fruscii degli archi e, ahiloro, le sfregolature che sia nel concerto di Telemann che nella Sinfonia di Haydn, costituirono gli inevitabili “scivolamenti” tecnici di chi non svolge la professione di musicista, ma cerca di compensare con la laudevolissima passione. Aggiungiamo che il miglior risultato venne raggiunto dalla nota pagina mozartiana, ove si fece notare per la ottima capacita armonica, il flautista Nino Conti nella parte solistica che ivi compete. Per quanto riguarda la sinfonia di Haydn, composta nel 1768, anno fecondissimo per il musicista alla corte del Principe Esterhàzy, non ha a che fare (fu una interpolazione successiva) con la Passione della settimana santa bensì con il coacervo di emozioni che le pagine vogliono trasmettere, iniziandosi il periodare del nuovo mondo che a breve si sarebbe dischiuso, anche in quel caso guerrescamente, dissodando il terreno per la nuova era. E riascoltare prima Mozart poi Haydn, laddove il salisburghese si considerava devotamente allievo di quest’ultimo (tranne in una frangente nel quale a lui poté dire “Maestro, qui io vi son Maestro!”) ha il suo senso storico e antropologico, nella ricostruzione della socialità che, con molta e difficile pazienza, si deve perseguire, nel ritorno all’Umano.
Al concerto tra gli intervenuti, fu presente la Legione Garibaldina Comando per la Sicilia e una rappresentanza della Associazione Italiana Combattenti Interalleati Federazione di Catania. E se, come si legge nel foglietto “di sala”, nata nella primavera del 2021, l’Orchestra Scontrino intende offrire “occasione di crescita culturale e rigenerazione sociale del territorio catanese” (in questo senso il saluto finale del contrabbassista Nicola Malagugini che ne è direttore artistico e ideatore, ha voluto precisare: due mesi fa il veneto Malagugini, con la giovane pianista catanese Mirea Zuccaro, si è esibito in in ricordo di Scontrino, alla SCAM presieduta da Anna Rita Fontana), codesta è la strada giusta. Ci pare adeguato citare alfine quel che Pietro Platania scrisse: “Solo la guerra o le rivoluzioni possono indurre i governanti a non riservare attenzione adeguata alle arti, che riprendono tutto il loro vigore nello stato normale, fanno parte della vita civile, son decoro di un popolo, e segno non dubbio della sua civiltà”.