Oggi è la Giornata Nazionale della Memoria per le 900 vittime innocenti della mafia. Un lungo elenco per ricordare quei cittadini che hanno perso la vita per la libertà e la democrazia.
Il 21 marzo non è soltanto la giornata mondiale della sindrome di Down, ma anche la XIX Giornata nazionale della memoria per le vittime della mafia organizzata da Libera e Avviso pubblico. Sono circa 900 le vittime riconosciute, tutte innocenti e tutte uccise – volontariamente o incidentalmente – dalle mafie presenti nel nostro paese. Un lungo elenco per ricordare quei cittadini che hanno perso la vita per la nostra libertà e la nostra democrazia. Li vogliamo ricordare proprio nel giorno del risveglio della natura: il primo giorno di primavera.
I nomi di quei 900 martiri della libertà verranno scanditi durante la veglia con oltre 700 familiari che si svolgerà nella chiesa di San Gregorio, a Roma, insieme a Papa Francesco. La presenza del Pontefice aiuterà sicuramente i familiari nel loro dolore ancora vivissimo, e nonostante il trascorrere del tempo li condurrà ancora una volta verso quell’impegno forte e quotidiano per la verità e la giustizia. Ed è un impegno che ci deve accomunare tutti se non vogliamo che la memoria diventi solo retorica da incorniciare una volta l’anno. Perché non basta ricordare: le vittime della mafia non hanno vissuto per essere ricordate ma per la giustizia sociale. Per tutti noi. Abbiamo due soli modi per non dimenticare: impegnarci a realizzare i loro ideali e non lasciare mai soli i loro familiari.
È il patto che si rinnova ogni anno, anche in questo 2014 funestato dalla crisi. In questa drammatica crisi economica, sociale e culturale che sta attraversando l’Italia, le mafie stanno diventando sempre più forti perché si alimentano di povertà, di disperazione, d’ignoranza. La mafia genera povertà, disperazione, smarrimento di valori etici e di riferimenti culturali. Deve essere sottolineato con forza il nesso sempre più stretto tra povertà economica e ricchezza delle imprese mafiose. E allo stesso tempo va denunciata l’impossibilità di uscire dalla crisi senza un impegno più efficace contro il crimine organizzato, la corruzione, l’ecomafia. Perché il nostro Paese rischia di morire d’illegalità, di “mafiosità strisciante“, di relazioni umane sempre più segnate dall’avidità, dalla furbizia, dai privilegi del potere. A San Gregorio, e in 700 piazze italiane, il 21 marzo non sarà solo il primo giorno di primavera ma la Giornata della memoria e dell’impegno. Sempre dalla parte dei Giusti, di chi non si lascia piegare dalle difficoltà, di chi è libero e leale. Oggi, primo giorno di primavera, e in tutti i 365 giorni dell’anno.