Ai recenti riconoscimenti rilasciati alla cantina siciliana si aggiungono gli ottimi piazzamenti degli anni passati, frutto di un amore sincero e genuino per la propria terra e per la sua gente.
Di premi e riconoscimenti la Cantina Ramaddini ne ha ottenuti da quando è entrata nel mercato, divulgando assieme al grande amore per il proprio territorio anche quell’idea tanto genuina quanto sana di viticoltura. Ed anche oggi, che l’azienda ha sposato pienamente i canoni della produzione in biologico, continua a tagliare traguardi importanti tra guide, riviste, concorsi e banchi d’assaggio. Gli ultimi riconoscimenti, in ordine cronologico, sono datati 2021 e provengono dalle Certificazioni di Eccellenza assegnate dalla Guida Bio. Ad essere apprezzati dalla commissione sono state diverse etichette: il Nero d’Avola 2018, che ha ricevuto 5 foglie; 4 foglie, invece, per il Nassa 2019, il Syrah 2018 e il Ramà bianco 2019; 3 foglie, infine, per il Ramà rosso 2018.
Tutte etichette entrate di diritto, negli anni passati, anche in altre prestigiose Guide, come Vitae dell’Associazione Italiana Sommelier, Vini Buoni d’Italia, I Vini di Veronelli, I Vini d’Italia, Gambero Rosso. Tra i riconoscimenti particolarmente graditi, l’inserimento dell’etichetta Patrono 2016 tra le Vinitaly 5 Stars Wines (punteggio 92/100) e su Decanter (punteggio 86/100), entrambe le menzioni giunte nel 2020.
Lo scenario in cui nascono questi vini è quello di Marzamemi, splendido borgo siciliano gradevolmente incastonato tra il mare siracusano e la campagna circostante. I vigneti dei Vignaioli Ramaddini si estendono da Noto, perla simbolo del Barocco isolano, fino al mare, abbracciando anche il territorio di Pachino, già noto a livello internazionale per il suo rinomato pomodoro. Una summa di eccellenze, insomma, dove nascono, maturano e crescono le uve coltivate con amore e semplicità. Sono 20 gli ettari cullati dal sole quasi africano, mentre la brezza del mare fa sentire la sua voce, giorno e notte. Il metodo di coltivazione è quello tradizionale ad alberello, a cui si affianca quello più moderno a controspalliera. Il terreno calcareo nasconde anche una buona dose di mineralità, dovuto alla presenza di sostrati vulcanici nella zona. Tutti aspetti che caratterizzano, inevitabilmente e positivamente, le uve e poi i vini, con inconfondibili aspetti organolettici e antiossidanti, tanto apprezzati da Giurie e Commissioni. Tra le varietà coltivate, autoctoni come Nero d’Avola, Catarratto, Grillo, Moscato Bianco, e vitigni internazionali come Chardonnay, Syrah, Cabernet Franc.
“La nostra azienda è certificata bio dalla vendemmia 2018 – spiega Carlo Scollo, uno dei due soci della cantina dei Vignaioli Ramaddini, nonché delegato per la Sicilia orientale della FIVI, la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti. – La nostra scelta è stata naturale e si è concretizzata nel tempo, sia nell’utilizzo delle antiche tecniche di lavorazione delle vigne che nella delicata fase della vendemmia, interamente condotta manualmente, fino alla pigiatura e alla fermentazione. Utilizziamo tecniche naturali, totalmente prive di pesticidi e concimi chimici”.
Obiettivo, dunque, oltre alla produzione di ottimi vini, anche la salvaguardia dell’ambiente circostante, patrimonio di tutta la comunità. Non è un caso, infatti, che Ramaddini sia stata e sia tuttora protagonista, discreta ma concreta, di azioni anche sociali e solidali sul territorio. Ma questa è un’altra storia, che presto vi racconteremo…