Cesare Bocci conquista il “Garibaldi” di Modica con “Pesce d’aprile” e la sua storia

Vera chicca della stagione Inteatro Prosa del “Garibaldi” di Modica, direttore artistico Giovanni Cultrera, la pièce “Pesce d’aprile”, tratta dal libro omonimo scritto a quattro mani da Cesare Bocci e Daniela Spada, la sua compagna.

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Bocci, per il pubblico televisivo, è il Mimì Augello della fortunata serie tv “Il commissario Montalbano”. Marchigiano, tra i fondatori della Compagnia della Rancia, ha scritto questo libro (Sperling & Kupfer) per raccontare la sua singolare esperienza di vita: tutt’altro dello sciupafemmine che interpreta nella fiction, quando Daniela la sua compagna, dopo aver dato alla luce la meravigliosa Mia, torna a casa e viene colpita da ictus; quando il medico avverte “non camminerà più”, lui, tenace e volitivo, ribatte “certo che lo farà” e il tempo gli ha dato ragione.

Un testo vero, lucido, ironico e commovente, che racconta questa esperienza toccante che dimostra come anche una brutta malattia può diventare un atto d’amore: Cesare e Daniela, i personaggi della pièce, metteranno a nudo, d’improvviso, tutta la loro fragilità, dimostrando quanto, come per il cristallo, essa si possa trasformare in pregio, grazie ad un pizzico di incoscienza, tanto amore e tantissima voglia di vivere.

Tra riso e pianto, si delineano i profili di una donna prigioniera di un corpo che smette di obbedirle e di un uomo che diventa bastone, nutrimento e supporto necessario per aiutarla a riconquistare la propria libertà: un messaggio di positività e forza di volontà, anche di fronte alle sfide più difficili che il quotidiano spesso ci impone.

Bravissimi gli interpeti, collaborati da Peppino Mazzotta (supervisione alla regia), musiche e sonorizzazioni Massimo Cordovani, costumi Paola Bonucci, scene Lodovico Gennaro, disegno luci Francesco Vignati, direzione tecnica “Vai Con La Sigla”, foto e video di scena Cristiano Bibini, produzione esecutiva Arturo Morano, organizzazione generale Tiziana Lo Cascio e Vincenzo Fazio, progetto grafico Daniela Spada, foto Gianluca Saragò.

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Con un’intensità estrema, a tratti insopportabile tanto acuta, schietta, palpabile, lo spettacolo ha raccontato la forza di volontà di una donna che è riuscita a recuperare la sua autonomia e di un uomo che le è sempre rimasto accanto, condividendo con lei ogni momento, ogni dolore, ogni piccola conquista. Si è anche riso, perché la vita è un frullato di emozioni, ma soprattutto si è riflettuto su quanta forza d’animo un essere umano possa mostrare d’avere, soprattutto se è circondato dall’amore vero.

Intensi scroscianti applausi da parte del pubblico in sold out per entrambe le rappresentazioni. Soddisfatto il sovrintendente Cannata ha dichiarato “Lo spettacolo ha in poco tempo registrato un doppio sold out da parte del nostro pubblico, abbonato e non testimonianza di quanto affetto si provi nei confronti di Bocci e della sua storia personale”.

Il pomeriggio seguente Bocci è tornato in teatro per raccontare le emozioni che questa esperienza gli ha regalato: vita privata e pubblica,a causa del suo mestiere.

“Scrivere è stata un’esperienza catartica – ha svelato –, una liberazione che ci ha permesso di confidare, attraverso la scrittura, cose che a parole non riuscivamo a dirci. Siamo avvezzi a trattare la disabilità come un argomento che non ci riguardi in prima persona, quasi un tabù, di fronte al quale è meglio girare la testa. Ma quando ti ci ritrovi faccia a faccia tutto cambia: capisci quanto poco ne sai e quanto sei poco capace  di affrontarla, oltre a renderti conto di quanto sarebbe importante invece essere educati alla disabilità”.

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“Sei costretto a confrontarti con una nuova dimensione, che intacca drasticamente la tua quotidianità, persino la tua sessualità, e spesso lo devi fare da solo o in compagnia di chi ha vissuto e sta vivendo la tua stessa situazione. È stata una sfida incredibile. Ma, dopo quello che è successo a Daniela, ho capito che quando sei nell’acqua alta, ti muovi” ha concluso, “non potevamo che raccontare questa storia nella maniera in cui l’abbiamo vissuta, cioè ridendo e piangendo allo stesso tempo”.

A fianco a lui il sindaco, presidente della Fondazione Teatro Garibaldi, Ignazio Abbate, e il sovrintendente Tonino Cannata.

“Sono molto felice dell’accoglienza che Modica ha mostrato a Cesare Bocci, uno dei più brillanti attori del panorama nazionale – ha commentato il sindaco Abbate – circondandolo di affetto e calore umano. Una grande risposta di tutta la città della quale sono particolarmente orgoglioso”.

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