“Deadbook” inaugura la quarta stagione di Teatro Mobile di Catania

Stanno per accendersi i riflettori sulla quarta stagione del Teatro Mobile di Catania, diretto da Francesca Ferro, che sul palco del Piccolo Teatro di Catania mercoledì 23 ottobre, alle ore 21, con replica fino a domenica 27 ottobre, inaugurerà l’innovativo cartellone con “Deadbook”, pièce scritta e diretta da Francesco Maria Attardi per una produzione Teatro Mobile di Catania in collaborazione con Teatro della Città.

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Deadbook” è un vero esperimento sociale, oltre che uno spettacolo teatrale estremamente originale, esperimento che ha coinvolto non solo tutto il numeroso cast composto da attori e giovani talenti siciliani ma farà lo stesso con l’intero pubblico presente, che si ritroverà a diventare parte attiva di questo gioco sadico, decidendo quale dei partecipanti tenere in vita e quale salutare per sempre. Unica arma? Il proprio smartphone.

“Ventitre sconosciuti si svegliano all’interno di una stanza asettica- dichiara il regista Francesco Maria Attardi spiegando il particolare plot narrativo – uomini, donne, persone anziane e bambini non ricordano assolutamente come siano finiti in questo luogo gestito da un meccanismo perverso che governa questa stanza e li costringe fin da subito ad eliminarsi uno alla volta, attraverso un malato gioco di click e like proprio come accade nel più verosimile e spietato social network”. Ed ancora: “Alcuni tentativi di strategie ed accenni di complicità potranno aiutare i protagonisti di questa storia non troppo lontana dalla realtà a raggirare il sistema malato che governa questo gioco al massacro, per poi ritrovarsi a fare i conti con una drammatica realtà: cercare di rimandare il più possibile il momento della propria fine diventando per forza di cose nemico di tutti gli altri”.

Lo spettacolo chiama all’azione e al dibattito, allo schierarsi contro o dalla parte di qualcuno, a mostrare senza filtri l’arrivismo e l’egoismo più torbido, di contro alla compassione e l’amore verso la vita, un testo scomodo, che costringerà il pubblico a fare i conti con la meschinità che contraddistingue l’animo umano.

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