INDAGINE CONFESERCENTI SU AVVIO ANTICIPATO DEI SALDI ESTIVI. POSITIVO PER 45% ATTIVITA’

Positivo l’avvio anticipato dei salvi estivi per il 45% di commercianti catanesi del settore moda e accessori

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È tempo di bilanci per le attività commerciali del settore moda ed accessori di abbigliamento: trascorse ormai poco più di due settimane dal via ufficiale dei saldi estivi, è possibile dire con certezza che l’anticipo degli sconti al primo luglio abbia inciso positivamente sul volume di vendite effettuate dai negozi di vicinato che operano in centro città. È quanto emerge da un sondaggio che la Confesercenti di Catania ha svolto durante il secondo weekend del mese e che ha coinvolto quaranta negozi di vicinato del settore moda e accessori, di cui ventisei a gestione diretta e quattordici a marchio.
«L’anticipo dei saldi in Sicilia è stato utile – afferma il direttore regionale di Confesercenti e commissario della sede catanese, Michele Sorbera – per rilanciare gli acquisti dopo le difficoltà registrate nella prima parte dell’anno. Si tratta di un segnale importante:i saldi, nonostante la discussione sul mantenerli o meno, suscitano ancora tanto interesse nei consumatori e incidono in maniera significativa sul volume di affari delle imprese interessate. Speriamo che, in città, l’andamento positivo delle vendite registrato in questa prima fase possa continuare fino alla fine dei saldi estivi».
Per il 45% del campione esaminato l’andamento dell’attuale periodo di saldi, rispetto al 2017, è senz’altro positivo (5% positivo, 40% abbastanza positivo). Per il 30%, invece, non c’è alcuna differenza rispetto al 2017, mentre per il restante 25% è addirittura negativo.
Scendendo nei dettagli, l’anticipo dei saldi al primo luglio, per oltre il 52,50 % dei commercianti catanesi intervistati, ha inciso almeno abbastanza positivamente sull’andamento delle vendite; mentre per il restante 47,50% non ha assolutamente inciso.
Proseguendo con la lettura dell’indagine, oltre il 50% degli intervistati ritiene che l’andamento dei saldi nei prossimi giorni ricalcherà sostanzialmente le prime due settimane e solo il 20% ritiene che – nelle settimane a seguire – i saldi non manterranno il livello iniziale.
Un dato allarmante riguarda invece l’afflusso di clienti provenienti da fuori città. Per il 65% degli esercenti intervistati le vendite a questa clientela hanno poco peso nel volume di affari sviluppato, per il 35% hanno un qualche significato e solo per il 5% pesano molto. Per la Confesercenti «è un segno evidente delle difficoltà prodotte dalla Grande distribuzione organizzata (Gdo): i centri commerciali artificiali hanno svuotato i centri cittadini e, dunque, i residenti dell’hinterland, quando si dedicano allo shopping fuori porta, avendo a disposizione diverse opportunità offerte dai centri commerciali artificiali, scelgono sempre meno come meta la città».
Giudizio diverso, invece, sul peso degli acquisti effettuati dai turisti presenti in città: per oltre il 32% degli esercenti è almeno significativo, per il 35% è nella media e solo per poco più del 32% è insignificante. Importante, inoltre, la richiesta di mady in Italy: solo per il 12,5% degli intervistati non orienta gli acquisti mentre per il 45% li orientata abbastanza e per il 42,50% li orienta molto.
Infine, per dare futuro ai negozi di vicinato del settore moda, gli intervistati ritengono importante che vi siano una minore imposizione fiscale (37,50%), la lotta alla contraffazione (25%), la limitazione della Gdo (25%), la possibilità di accedere al credito (12%), quest’ultima decisiva nell’orientamento degli affari. «È del tutto evidente – conclude Sorbera – che i governi, centrale e regionale, e le Amministrazioni locali debbano intervenire per creare le condizioni per il rilancio delle piccole e medie imprese. Ciò va fatto anche per tenere vive le città e i loro centri storici, anche fuori saldi».
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