Mannarino fa “crollare” di applausi gli Arcimboldi di Milano

Grande successo al Teatro degli Arcimboldi di Milano per le due date del tour “L’Impero crollerà” di Alessandro Mannarino partito ufficialmente da Fermo il ventitré marzo. Due serate di musica ed emozioni a cui il pubblico di Milano ha risposto con grande calore e partecipazione

thumbnail_30221395_10211924387081435_579896455557283840_nNomi noti in platea, uno su tutti Dori Ghezzi visibilmente rapita ed emozionata dallo show di Mannarino, artista del quale ormai da tempo non fa mistero di apprezzarne il talento. Non a caso ricordiamo che Alessandro ha vinto il premio De Andrè nel 2017. Uno spettacolo diverso rispetto al precedente “Apriti Cielo Tour” , un concept-show, decisamente personale ed introspettivo, maturo e curato, un’esperienza non solo uditiva ma visiva per via della scenografia, delle luci e dei giochi di ombre che, come in un film, accompagnano per due ore lo spettatore in un mondo lontano ma allo stesso tempo intimo e familiare, un percorso da vivere. “L’Impero crollerà” è dedicato a tutte le persone che sono in movimento, non solo fisico ma anche interiore, persone che si “muovono” per cambiare le cose intimamente, per cambiare se stesse dal profondo, individui che cambiano ma rimangono sempre veri e coerenti col proprio essere. Proprio come Alessandro che, con questo tour, sta dimostrando di essere sempre se stesso nei cambiamenti e nelle evoluzioni del tempo . Non è il palco, l’arrangiamento, il ballo o un vestito a dare identità e credibilità, ma è quando ci si spoglia degli stereotipi e si va oltre le strade già percorse, senza perdere la passione e l’intensità, che si dimostra di essere un artista. Non é passata inosservata la mancanza del cappello, indossato sempre dal cantautore, una scelta che può sembrare banale, ma che invece lo libera dai cliché e da un’iconografia nata e cresciuta nel tempo, che vuole trasmettere un forte messaggio, un mettersi a nudo di fronte al mondo e alle persone. Cambiano i tempi, i luoghi, le circostanze, le sensazioni da voler trasmettere, ma se si é sempre se stessi non si tradisce la propria identità, cambiare e rimanere quello che siamo e siamo stati in passato. Tanti i momenti da ricordare in scaletta, l’interpretazione del brano “Le Stelle”, “L’Impero” dove si viene catapultati nei luoghi e suoni della cultura del Sud America, o ancora la grinta e la carica di “Serenata Lacrimosa” e “Gli Animali” , ed ancora “Le Rane”, punta di diamante dello show, che ha emozionato e coinvolto i presenti.

thumbnail_30221802_10211924386841429_6369472457434202112_oNon sono mancati i brani teatrali della tradizione romana come il “Carcerato” o i classici come “Me so m’briacato” e il “Bar della Rabbia” regalata al pubblico dopo i bis a sipario chiuso con solo una chitarra classica e con tutto il pubblico in piedi a cantare e ad accompagnare l’arista. Grande impatto, tecnica e feeling quello della band, composta da musicisti di grande talento, “scelti da Alessandro come esseri umani, come un esercito di umanità che lo acccompagna in questo tour”, Alessandro Chimienti (chitarre, dal 2009 al fianco di Mannarino sia nei live che nei progetti televisivi), il maestro Renato Vecchio (fiati), Nicolò Pagani (basso e contrabbasso), Daniele Leucci (percussioni, vibrafono e suoni), Puccio Panettieri (batteria), Seby Burgio (pianoforte e tastiere), e Lavinia Mancusi (cori, violino e tamburi) unica presenza femminile sul palco, dotata di grande forza scenica e corale, una leonessa, una vera guerriera dell’Impero.

thumbnail_30261983_10211924387401443_5239786158963032064_oUno spettacolo da vedere e da non perdere, grazie al nuovo arrangiamento dei brani, uno show dove l’artista mette a nudo se stesso, le sue emozioni sofferte e reali. E dopo le polemiche dei giorni scorsi, l’artista, in modo molto garbato e gentile, ha chiesto di non utilizzare cellulari per foto e riprese audio/video per non far perdere a lui e alla band la concentrazione, ma anche per vivere insieme ogni momento del live, un segno di profonda professionalità e rispetto per il pubblico presente. In un mondo sempre più veloce, consumistico ed asettico ci dimentichiamo spesso di vivere, ma in queste due ore di spettacolo, di suoni e di emozioni, si accende la scintilla di una “rivoluzione” che parte dall’individuo, da se stessi, dalla lotta all’Impero, che non è un concetto politico di nazione ma culturale, di pensiero. Mannarino si conferma un artista unico nel panorama italiano attuale che mancava da troppo tempo, che non ha paura di esporsi e di opporsi ad una società indottrinata ed omologata, plagiata da un pensiero unico e dominate, decadente e vuota, il tutto anche a costo di pagare in prima persona.

a Cognita Design production
Torna in alto