Bullismo contro gli insegnanti. Aumentano i casi in Italia

Oggi l’educatore è spesso visto come un nemico, ma fino a quando non ci saranno strategie comuni, l’insegnante non potrà ottenere dei risultati. Sarebbe necessario un lavoro di coordinamento fra papà, mamma e insegnanti per la condivisione degli obiettivi

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Si legge quotidianamente di insegnanti che maltrattano gli alunni, dalle scuole di infanzia alle scuole superiori, ma ad essere presi di mira non sono solo gli studenti. Anche gli allievi si “sfogano” sugli insegnanti.  Si può parlare dunque, come per i giovani, di bullismo nei confronti dei professori?  Stavolta ad essere stata derisa è una professoressa di un istituto superiore di Alessandria: l ’insegnante è stata legata alla sedia della cattedra dai suoi alunni di prima superiore, e presa a calci.  Tutto registrato con il cellulare e postato sui social.  Ma non è l’unico caso.

 A Caserta, il mese scorso, una docente di italiano è stata accoltellata al volto da un suo alunno, minorenne, che voleva interrogare per recuperare una insufficienza.  In provincia di Piacenza un’altra insegnante di scuola media, è finita nel mirino di un gruppo di allievi bulli: tra le angherie a cui è stata sottoposta, il lancio di chewing-gum (masticate) tra i capelli. Tutti casi finiti all’attenzione del Sindacato.5210_1264x800_w_7e251d4f2a474e201efe4cf9b5360281

 Ma cosa spinge oggi i giovani a scagliarsi con aggressività nei confronti degli insegnanti?  Spesso dai genitori si sente dire la frase: “ Ai miei tempi…” . Eppure sono anche loro ad andare contro i docenti davanti agli atteggiamenti “maleducati” dei figli, giustificandoli quasi per le bravate, anche nei confronti  dei loro coetanei o rispondendo con atteggiamenti fisici. Il vicepreside di una scuola media di Foggia, ad esempio, è stato preso a calci e pugni dal padre di un alunno per averlo rimproverato il giorno prima.  E si potrebbero elencare ancora altri mille casi tra il 2017 e il 2018 in Italia.

3600Ma questo bullizzare i docenti, non è solo un fatto fisico, ma anche verbale e mediatico in quanto, una frase polemica, può innescare una reazione a catena, al fine di unirsi tutti alla voce del coro. Secondo i  sondaggi svolti all’interno di alcuni istituti, il quindici per cento circa dei presidi ha confessato di sentirsi vittima di bullismo social, mentre oltre la metà considera un problema l’atteggiamento mostrato dai genitori sui vari social network.

L’associazione degli insegnanti ritiene “grave  il fatto che uno studente aggredisca il proprio insegnante che in quanto tale rappresenta anche l’Autorità Statale”.  Così com’è  vero che in quanto minore, se lo è, lo studente “non è perseguibile penalmente”, ma certamente i genitori (o chi per essi) rispondono verso terzi dei danni prodotti dai loro figli.

Sono quindi loro i responsabili e gli imputabili che vanno chiamati a risarcire.  Le famiglie sono una parte importante di questo lavoro educativo e dovrebbe essere impensabile  pensare che un genitore possa entrare in una scuola e aggredire un docente che rappresenta anche, sotto qualche forma, un genitore nell’arco della crescita adolescenziale del proprio figlio, o che quest’ultimo stesso, compia atti simili.

Non è così fuori luogo quindi  parlare di una vera e propria emergenza scolastica.

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