Zafferana Etnea. In scena Pink Floyd Legend plays Atom Heart Mother

Pink Floyd Legend plays Atom Heart Mother with Chorus and Orchestra il 22 agosto in scena all’Anfiteatro Falcone e Borsellino di Zafferana Etnea (CT), nell’ambito della rassegna musicale “Ai piedi dell’Etna (Etna in Scena)”. Un grande successo per il gruppo rock sinfonico romano per la prima volta in Sicilia e per la Eventi Olimpo.

Era prevedibile e così è stato nonostante un brutto acquazzone pomeridiano ha ritardato il montaggio e il sound-check di una della band che interpreta oggi alla perfezione i suoni, le musiche e le immagini di una delle band più famose dei nostri tempi. Un meritato successo grazie anche alla celebrazione “unica e speciale” della famosissima suite floydiana che ha visto numerosi artisti sul palco.

Dal 2012 i Pink Floyd Legend, infatti, sono riconosciuti come il gruppo italiano più vicini musicalmente nel tributo ai Floyd, e i soli a proporre live la versione integrale di A.H.M. seguendo la partitura originale di Geesin.

L’anfiteatro di Zafferana ha fatto da cornice alle musiche, ai laser ed alle immagini di un pezzo di storia della musica mondiale …proprio per il tributo all’opera del compositore, arrangiatore avanguardista Ron Geesin che riscrisse la composizione su un tape ripetitivo di Gilmour e Waters e che venne poi vinilizzata con una copertina (Hipgnosis) di Warhol memoria: una mucca londinese (Lulubelle III) sparata nella front-cover senza nessun riferimento al nome della band… troppo originale per i tempi e anche per questo un successo mondiale (#1 in UK).

Non facile per la band romana, nelle due ore e passa di concerto, interpretare un periodo musicale che passava dalle sonorità prog a quelle più sinfoniche dei Pink Floyd. Ed ecco partire gli echi di Shine On You Crazy Diamond (Parts I-V), Learning to Fly, Time, Breathe (Reprise), The Great Gig in the Sky, Money passando poi da Animals-Pigs (Three Different Ones) (ottima la talk-box di Errichetti), The Dark Side of the Moon e The Wall (Another Brick in the Wall, Part 2), la difficilissima Final Cut,… qui la chiave di lettura del successo.
Bravi tutti i musicisti e bravi tutti gli intervenuti sul palco. Fascinose e surreali le acustiche in Mother e Wish You Were Here (con le foto di Syd Barrett nello schermo). Ottima la scelta nella seconda parte dedicata alla “Donna incinta dal Cuore Atomico“. Fantastica e apprezzata anche la riedizione della Summer ’68 di Richard Wright (innamorato fugace di una groupie-girl). Doveroso il ricordo a Vera Lynn, musa dei PF nel ricordo della II Guerra Mondiale. Doveroso dal bassista e voce Fabio Castaldi un grande omaggio al bassista dei Pink Waters e alla memoria del padre, l’ufficiale britannico Eric Fletcher Waters, che perse la vita ad Anzio. Ed ecco infatti in scaletta i brani Vera e Bring the Boys Back Home.

“Nati nel 2005, i Pink Floyd Legend sono oggi riconosciuti come il gruppo italiano che rende, in ogni loro spettacolo, il miglior omaggio alla musica dei Pink Floyd, grazie alla realizzazione di show perfetti, frutto dello studio approfondito delle partiture e dei concerti live che la band inglese ha proposto nel corso degli anni”.

Nella serata infatti non sono mancati i capolavori del gruppo inglese, ben eseguiti dalla band nella classica formazione live a nove elementi. Un vero spettacolo tutto condito dall’affascinante tecnica del nuovo disegno di luci e laser, con sorprendenti effetti scenografici di floydiana memoria, con un’impronta fedele degli arrangiamenti musicali, con i video epocali proiettati sullo schermo circolare (cinque metri), con gli oggetti di scena che hanno riproposto la cosiddetta “Floyd experience”. 
E poi la seconda parte con la poderosa suite Atom Heart Mother (The Amazing Pudding – titolo provvisorio poi cambiato da una notizia di cronaca di una donna partoriente con pace-maker atomico) contaminata dalle combinazioni tra musica classica, sinfonica e prog-rock. anche per un incredulo Gilmour, e dopo le esperienze aliene di Ummagumma, A.H.M. è considerato l’album (il quinto) della piena maturità per i Pink Floyd che, volendo uscire dalla psichedelia, dirigono le scelte musicali verso un più attuale prog-rock.

Pink Floyd Legend, la band: i due leader Fabio Castaldi (basso, voce) e Alessandro Errichetti (chitarre, slide e voce); poi Emanuele Esposito (possente drummer); Simone Temporali (tastiere, Wurlitzer, Hammond C3 e Leslie, voce); l’ecclettico Paolo Angioi (chitarra acustica, elettrica, 12 corde; basso; voce).
A loro si aggiungono Maurizio Leoni (sassofoni); Nicoletta NardiSonia Russino e Giorgia Zaccagni (splendide e brave coriste).
A fianco della band romana, la Legend Orchestra, con gli Ottoni d’Autore e Federica Vecchio al violoncello solista.

Al M° Giovanni Cernicchiaro il compito di dirigere la Legend Choir & Orchestra, scelta tra le potenzialità musicali locali, e per l’occasione un numeroso schieramento  con la Schola Cantorum Aetnensis di Zafferana e con la Corale Jonia di Giarre (preparate rispettivamente da Ata Pappalardo e da Giuseppe Cristaudo).

Finale del concerto con la classica chiusura Floyd: Comfortably Numb e Run Like Hell, regalando poi alla platea i saluti sulla closing section di Atom Heart Mother.

Un plauso alla parte tecnica scesa all’anfiteatro di Zafferana, autentici professionisti che, tempo permettendo, hanno confezionato uno spettacolo degno dei migliori eventi scenici e musicali floydiani, strappando tanti applausi al numeroso pubblico accorso.

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