Welfare: Confcooperative e i Pac Sud, 80 mln di euro per anziani e minori in Sicilia

Da pianificare asili nido, centri di sostegno e assistenza domiciliare. Rilancio occupazione

CATANIA – Cooperatori da tutta la Sicilia e funzionari della pubblica amministrazione a confronto, ieri, a Catania per mettere a fuoco i Piani di Intervento del Pac Sud del Ministero dell’Interno che assegna alla Sicilia fondi per 80 milioni di euro per l’assistenza ad anziani e minori.

Termine ultimo per la presentazione del documento il 14 dicembre 2013. Il Pac Sud è il Piano di Azione per la Coesione del Ministero dell’Interno che, in questa prima fase, destina complessivamente ben 250 milioni di euro da ripartire fra le Regioni Obiettivo Convergenza del Sud Italia: insieme alla Sicilia, ci sono infatti la Calabria, la Puglia e la Campania. Sono intervenuti l’avv. Luciano Gallo, esperto in diritto amministrativo, consulente Anci e tutor nella redazione dei Piani di Intervento in altre regioni; Giuseppe Bruno, vicepresidente Federsolidarietà nazionale, Vincenzo Marino, direttore di Elabora (società di consulenza delle coop e delle pmi), Gaetano Mancini, presidente di Confcooperative Sicilia. “Nonostante le complessità di procedura a carico degli EELL – ha spiegato l’ avv. Luciano Gallo – il Pac Sud è un’ irripetibile occasione per il sistema pubblico per aumentare, qualificare e innovare l’offerta di servizi alla prima infanzia e agli anziani non autosufficienti coprendo il deficit di offerta rispetto alla media europea. Senza contare che i Pac Sud danno centralità alla finalità dell’inclusione sociale che è in linea con la nuova stagione dei finanziamenti comunitari 2014-2020, il 20% dei quali devono avere per oggetto proprio l’inclusione sociale (coprire le aree di disagio) e le innovazioni sociali (devono cioè favorire strumenti e modalità innovative dell’amministrazione degli enti locali con il concorso del privato)”. A redigere i Piani di Intervento sono chiamati i Comuni capofila dei 55 Distretti Socio Sanitari (DSS) in cui è stato ripartito il territorio siciliano. Fra  gli  interventi: asili nido e altri servizi per minori 0-3 anni (38,4 mln); e per gli anziani over 65 (41,6 mln) centri di sostegno e accoglienza per i non autosufficienti e il rafforzamento del sistema di assistenza domiciliare. Tranne alcuni casi virtuosi, però, i Comuni siciliani non hanno ancora redatto questo documento strategico anche per l’assenza, ad oggi, di una radiografia aggiornata della reale domanda di assistenza da parte di anziani e minori. “Si vince – sottolinea ai cooperatori e ai funzionari pubblici Vincenzo Marino – se il pubblico guarda alla cooperazione sociale non come controparte, ma come alleato formidabile perché condividono gli stessi interessi. In questo senso la cooperazione sociale, perno del sistema italiano molto invidiato in UE, può essere di supporto agli Enti Locali sia oggi con il suo data-base, sia in futuro per rimodulare i servizi e diminuire i costi di bilancio”. Confcooperative, da parte sua, stima in 250 le cooperative sociali potenzialmente interessate nell’isola e una ricaduta occupazionale per 4 mila addetti. “Un’occasione imperdibile – conclude Gaetano Manciniper quelle fasce deboli della società per le quali negli ultimi anni si è assistito a un progressivo impoverimento delle risorse a loro destinate. Si apre la pista a un modello di interazione fra pubblica amministrazione e privato (coop) cui ricorreremo sempre più spesso nel futuro visto che le risorse economiche degli enti locali si riducono progressivamente”.

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