Vita del pittore impressionista Gustave Cailebotte, nel nuovo romanzo di Luigi La Rosa “L’uomo senza inverno”

È stata presentata la biografia romanzata scritta da Luigi La Rosa “L’Uomo senza Inverno. Storia di un genio dimenticato dell’Impressionismo” (questo il titolo completo, Piemme edizioni), al Caffè Letterario SPAZIO al SUD dalle giornaliste Milena Privitera e Maria Teresa Papale, nell’elegante “Sala Belvedere” dell’Hotel “Villa Diodoro” di Taormina.

41IFiWJvBfL._SX323_BO1,204,203,200_

Il messinese La Rosa, giornalista, curatore di numerose pubblicazioni, insegnante di scrittura creativa, che ha eletto Parigi a patria affettiva, dopo i grandi successi di pubblico e di critica di “Solo Parigi e non altrove” e “Quel nome è amore”, offre al pubblico quest’ultima fatica letteraria dove continua il suo affascinante itinerario artistico nella Ville Lumière, arricchendolo con un romanzo appassionato e passionale su Gustave Caillebotte, figlio dell’alta borghesia parigina e personaggio-chiave del movimento impressionista.

Un pittore che, trasponendo nelle sue tele la fascinazione per quella novità tecnologica che negli anni di fine ‘800 fu la fotografia, in una felice contaminazione di stilemi impressionistici ed accademici filtrò temi tratti dalla quotidianità e dalla contemporaneità attraverso la propria sensibilità, interpretandoli in maniera assolutamente personale.

Come in quel “Les Raboteurs de Parquet”, una delle prime rappresentazioni del proletariato urbano, con i “corpi dei piallatori piegati su dune di trucioli e segatura”, rifiutato nel 1876 dalla Giuria esaminatrice del Salon, scandalizzata dal crudo realismo della tela, con l’imputazione di “soggetto volgare” e che, grazie all’invito di Renoir, segnerà l’anno dopo il debutto del “riche garçon” nell’elegante quartiere haussmanniano alla mostra degli artisti impressionisti indipendenti.

Un Caillebotte, paladino del movimento impressionista di cui fu munifico mecenate e grande collezionista, che, nel testamento redatto a soli 28 anni, generosamente lascia in eredità alla Stato francese una sessantina di opere dei suoi maggiori esponenti. Prezioso dono che andrà a costituire il fulcro del Museo del Jeu de Paume prima, oggi, dal 1986, del d’Orsay.

Con un faticoso, esaltante e meticoloso lavoro di ricerca durato sette anni, spulciando archivi e vecchi epistolari, Luigi La Rosa, consegnando alle stampe “L’uomo senza inverno”, mette fine alla ‘magnifica ossessione’ che in questi lunghi anni lo aveva catturato, stregandolo. Dando vita ad emozioni, sentimenti, dolori e turbamenti di questo personaggio d’antan che, come un fantasma, con prepotenza si è inserito nella vita dello scrittore per avere raccontata la propria.

Un La Rosa, complice, entusiasta e consapevole, preda della fascinazione per Caillebotte, diventa il cantore dell’artista francese per cui “la pittura veniva prima di tutto” ed il suo mestiere era “trasformare la forma in bellezza, rimaneggiare il reale consegnandolo al mistero”, regalandocene un ritratto dai toni intimisti, in un perfetto amalgama di inconfessati sentimenti e tormentata sensualità dove è l’Amore per la Bellezza a campeggiare e la ‘luce’ speciale che percorre Parigi ad impregnare la storia con la sua magia.

L’evento, organizzato dalla associazione “Arte&Cultura di Taormina, presidente Maria Teresa Papale, è stato sponsorizzato dall’Associazione Albergatori di Taormina con il patrocinio del Comune di Taormina, Fondazione Taormina Arte Sicilia, Club Unesco di Taormina – Val dell’Alcantara e d’Agrò, e la partnership di servizio del “Gais Hotels Group”.

a Cognita Design production
Torna in alto