Violenza nello sport, donna arbitro picchiata in campo

Succede a Genova in una partita tra dilettanti di calcio a 7, Rosa Grotta, arbitro 23enne, viene accerchiata ed infine picchiata da un giocatore a causa del suo modo di arbitrare il gioco.  

GENOVA  – Notizie di questo tipo fanno rabbrividire. Rosa Grotta, ragazza di 23 anni, mentre arbitrava il match tra Games Party e Pizzeria Sosta Obbligata, valida per un campionato amatoriale di calcio a 7, è stata improvvisamente accerchiata, poi pesantemente insultata dai giocatori del Pizzeria che poi per concludere, l’hanno colpita con un pugno in faccia. Un episodio che di certo non rimarrà fermo a se stesso e senza conseguenze. Infatti scrivono i quotidiani genovesi che il Coni è a conoscenza di quanto accaduto, per cui verrà presa in esame la radiazione da tutte manifestazioni sportive.
Il minino per dei gesti che oltre ad essere denunciati non dovrebbero nemmeno succedere. Il problema? Un’espulsione o un rigore?
 

 Il “fischietto donna” finita in ospedale

Rosa, 25 anni, ex giocatrice di calcio, poi aiuto allenatore e, ormai da quattro anni e mezzo arbitro con regolare patentino: “Non saranno 2, 3, 10 o 20 maleducati a farmi smettere. Io tornerò in campo. Gli insulti in quanto donna, insulti pesantissimi, mi hanno fatto male. Cerco di non pensarci, ma non ci riesco. Le contestazioni in quanto arbitro ci stanno, quando vengono fatte con educazione e rispetto per il ruolo che si ha in campo. Si può anche dire, a fine partita, che l’arbitraggio non è piaciuto, persino che si sarebbe preferito un uomo. Ma sentirsi urlare epiteti pesanti in quanto donna o, peggio ancora, ricevere uno sputo in faccia è qualcosa di inaccettabile: mi è crollato il mondo addosso, è come se qualcuno ti dicesse “Tu non esisti, mi fai schifo”. (fonte panorama.it)

Inutile parlare di motivazioni perché ingiustificabili, atti che nulla hanno a che vedere con lo sport. E allora vediamocelo diverso e contro ogni violenza.

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