Vi ricordate del film Hysteria? Oggi il Dildo-Chic spopola tra il Gentil Sesso

Ecco i segreti del vibratore, l’invenzione che ha trasformato usi e costumi di una società. La macchina del tremore curava l’isteria e non solo.
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Cleopatra, si sa, era una grande “amatrice” e non le mancavano di certo uomini disposti ad amarla, con tutti i mezzi.

Ciononostante, si narra che fosse talmente insaziabile, da aver addirittura escogitato un sistema per non sentire mai la mancanza dell’altro sesso. Come? Inventando il primo vibratore della storia. 

Siamo nel lontano 54 a.c. quando la bellissima regina scopre che riempiendo un tubo di zucca con delle api, gli insetti, ritrovandosi in uno spazio stretto, diventano frenetici, causando la “vibrazione” del tubo. 
Oggetti di forma fallica venivano usati nelle pratiche sessuali già dall’Antica Grecia, ma il primo oggetto vibrante per la stimolazione clitoridea nacque in Francia nel 1734.
Si chiamava “tremoussoir” e, con un meccanismo a molla, curava le donne affette da isteria.

Per un tempo lunghissimo tuttavia la singolare scoperta resta nell’ombra e si ritrovano tracce di vibratori più moderni solo alla fine dell’800 quando l’isteria femminile veniva curata con dei “messaggi pelvici”.

Ad effettuarli erano dei medici che usavano il “Pulsocon”, singolare attrezzo dotato di manovella, inventato dal dottor Macaura PulsoconSempre al periodo vittoriano (1891) risale il “Manipulator”, un vibratore a vapore, rumoroso ed automatizzato, inventato dal dottor George Taylor

Il vibratore è stato inventato per curare la condizione nota come “isteria”, i cui sintomi comprendevano un’ansia cronica, irritabilità e senso di pesantezza addominale. Le prime spiegazioni mediche tendevano a dare la colpa di questi disturbi all’utero, che in greco si chiama “Hustera”. Da qui il nome isteria. Solo nel Settecento si iniziò a ipotizzare una correlazione tra la mente e l’anima per spiegare i comuni e frequenti attacchi isterici.
Fu il medico scozzese Robert Whytt a ricondurre manifestazioni isteriche come parossismi, tremore, panico e senso di soffocamento ad una forma di isteria. Le cure considerate idonee per questo problema erano: l’oppio e il matrimonio, ovvero una frequente attività sessuale. La verità era ben diversa, in realtà queste donne erano affette da semplice frustrazione sessuale.
Quando l’elettricità cominciò a diffondersi, nacquero versioni più piccole e portatili di vibratori, simili ad asciugacapelli. Soltanto nel 1902 la Hamilton Beach, azienda statunitense, è riuscita a far entrare il vibratore nelle case del grande pubblico: era il nuovo ”elettrodomestico”. All’inizio del Novecento, oltre 50 varietà di vibratori erano disponibili sul mercato.
Verso la metà del Diciannovesimo secolo, il problema raggiunge proporzioni enormi, tanto da interessare il 75% della popolazione femminile. Secondo ‘il Rapporto Hite’, l’indagine della famosa femminista americana Shere Hite sul comportamento sessuale delle donne americane, negli anni ‘70 solo l’1% di donne ne aveva usato uno. A quanto pare, all’inizio del secolo scorso le signore benestanti godevano di una certa libertà nell’usare strumenti di piacere a proprio… piacimento e vantaggio.
Questa idea è rafforzata da un certo linguaggio di cui abbiamo tracce nelle riviste del tempo in cui si insinuano, senza pudore, consigli sui migliori ‘massaggiatori penetranti garantiti per creare un desiderio irresistibile in ogni donna’.

Nel 1954 nasce “Niagara” il primo vibratore, facile da usare, che controlla la forza con un potenziamento rotativo.Il modello successivo prende il nome di “Modulo 2009”: vibratore che utilizza due motori invece di uno. Oltre ad essere più potente, grazie all’interferenza di risonanza” causata dalle vibrazioni, anche esteticamente era più rassicurante. rispetto alle mostruosità passate.

Nel 1968 John Tavel brevetta il primo vibratore senza fili, lungo 19 cm e spesso 4. Nonostante il suo design non lasciasse spazio a fraintendimenti di sorta, venne pubblicizzato in tutte le salse, come “vibro massaggiatore da usare per ridare tono alla pelle”. Un noto chirurgo ne realizza addirittura uno in oro 24k.

Nel 1970 va di moda, “Hitachi” una specie d “bacchetta magica” usatissima nei film porno. Altri trasformavano 110 volt di corrente alternata in una rotazione massiccia e vibrante. Grande successo avrà infine “Ascary” utilizzato per la stimolazione clitoridea.

Ma è proprio al periodo dell’epoca vittoriana – come nel film – che si attribuisce l’invenzione definitiva che ha trasformato il tessuto sociale dell’Occidente: ecco un vibratore – o massaggiatore – in pellicola. A riguardo rivediamoci il film “Hysteria” del 2011, campione d’incassi, che racconta la storia di quest’invenzione. Il giovane medico Mortimer Granville dopo vari rifiuti in diversi ospedali che trovano i suoi metodi troppo rivoluzionari, trova lavoro in un istituto psichiatrico dove curano l’isteria.
Si pensava che la maggior parte delle donne ne soffrisse e si optò come “rimedio” un massaggio vaginale. A seguito di quest’esperienza lavorativa il medico Mortimer Granville sperimenta il primo prototipo di vibratore. Una soluzione, quindi, pensata in epoca vittoriana per curare disagi fisici e psicologici che venivano indicati con il nome di isteria attribuibili alle donne.

Infine, colpo di scena: negli ultimi 15 anni il vibratore ha subito una sorta di rinascita. È ritornato con l’invenzione del ‘Coniglio Rampante’ a metà degli anni ‘90, reso popolare dalla sua apparizione in Sex and the city nel 1998, un modello particolare perchè dispone di uno stimolatore clitorideo. 
Se l’argomento è sempre stato un taboo, grazie al successo del famoso film, l’utilizzo del dildo-chic è diventato qualcosa di ufficiale, soprattutto tra noti volti femminili del mondo dello spettacolo: da Kate Moss a Lady Gaga, da Eva Longoria a Missy Elliot. L’imprenditrice Gabriella Magnoni Dompè ha dichiarato che: “A Milano il vibratore è la passione delle ‘sciure’, che magari usano compiacenti amici gay per procurarsi l’ultimo
modello, ma ovviamente non lo dichiarano
”; e ancora l’attrice Lucia Ocone ha affermato: “Utilissimo. Quello di Hallo Kitty, però, lo trovo agghiacciante: farsi dare piacere dalla gattina rosa è da vere pervertite”.

L’invenzione, da un punto di vista sociale ha modificato nel corso del tempo il modo di approcciarsi a questa tematica. Infatti, se anni fa se ne parlava in semi-clandestinità ora sono sempre di più le donne disposte ad ammettere che ne fanno uso.

Ma in che modo sta cambiando l’approccio con quest’invenzione? Anche i più noti stilisti come Cavalli stanno dando libero sfogo alla loro creatività e fantasia “ispirati” dall’oggetto
del piacere. Svariate forme e colori indicano che le industrie del design stanno investendo su questo prodotto dal momento che sono state riscontrate vendite in grande aumento, secondo recenti sondaggi della Durex.

Riguardo ai vibratori d’oro è legato un episodio bizzarro accaduto nel 2012 a Brasilia: un rapinatore rubò in un sexy shop della capitale del Brasile l’oggetto in questione, interamente d’oro, senza capire cosa fosse. Diciotto carati d’oro per un valore di 4000 dollari.
Dopo essersi fatto spiegare dalla commessa cosa fosse e il suo valore il ladro pensò bene di portare con sé l’oggetto.

Vibratori con applicazioni in Swarovski, quarzo, oro rappresentano come quello che da tempo è sempre stato un taboo sia divenuto un vero e proprio business imprenditoriale.

E Obama diventa un vibratore… Per la gioia delle elettrici.

Obama? Un incubo per alcuni, un piacere per altri… Soprattutto grazie al vibratore a forma del candidato democratico che sta andando a ruba negli Stati Uniti. Costa 22 dollari. “Ami il tuo candidato? – si legge nel sito di vendita – Lascia che lui possa contraccambiare il tuo amore”.  

Le specifiche tecniche: 19 centimetri di lunghezza; 5 centimetri in diametro; made in Usa; impermeabile; non necessita di batterie.
Era una chicca pensare di trovarlo e averlo in bella vista …magari in salotto!

Il vibratore più caro del mondo! 

“LOVE IS LOVE FOR BEAUTY AND TO PROCREATE AND GIVE BIRTH IN BEAUTY”
(L’AMORE È AMORE DEL BELLO E DI PROCREARE E PARTORIRE NEL BELLO)

For The Love Of God”, la ormai famosissima opera di Hirst presentata alla White Cube Gallery di Londra, ha aperto una nuova strada e l’artista intende percorrerla fino in fondo. Il teschio tempestato di diamanti fu uno scoop, anche per le molteplici divagazioni filosofiche suscitate. 

Il glande brillantato è ricoperto da 1.346 diamanti, compresa una grossa pietra rosa da oltre 2 milioni di sterline incastonata nella parte frontale, è sorretto da una base composta da 40 barre in oro 22 carati. L’intera opera misura 27,6 cm. Damien Hirst. ha lavorato per svariati giorni direttamente in gioielleria
Inoltre l’artista si è garantito che le pietre preziose usate non fossero “blood diamond”, cioè la cui estrazione non fosse costata vite umane o feroci sfruttamenti di minori.

L’opera è custodita in un caveau di una banca londinese ed ha fatto il giro del mondo, subendo qualche tentativo di furto.

(Fonti web: Panorama.it, Ansa, dituttounblog, libertà.it, saluteluielei.it).

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