Un Docufilm per celebrare la memoria e il talento di Amy Winehouse

Una delle voci più originali ed eclettiche degli ultimi anni. Un talento immenso per una personalità contrastata da momenti instabili, che celavano profonde fragilità. Questa è Amy Winehouse, la sfortunata artista inglese morta a Londra il 23 Luglio del 2011, alla giovane quanto controversa età di 27 anni. Perché controversa? Il motivo è legato al club di leggende della musica scomparse prematuramente a questa età. Ricordiamo Jim Morrison, leader dei Doors, il chitarrista Jimi Hendrix, l’inimitabile Janis Joplin, Kurt Cobain, il frontman dei Nirvana, Brian Jones, fondatore e chitarrista dei Rolling Stones. Una nutrita schiera di icone legate al maledetto club del 27.

La mai dimenticata Amy Winehouse, seppur la breve ma intensa discografia, ha lasciato un indelebile ricordo presso fans e addetti ai lavori, che al di là delle sue disavventure private e gli eccessi di alcol e droga, ne hanno apprezzato le notevoli capacità artistiche, deliziate da una timbrica vocale inconfondibile. Ecco perché il ricordo di Amy continuerà a vivere non solo attraverso la musica ma anche grazie al documentario che sarà girato in suo tributo. Con il beneplacito della famiglia, il regista Asif Kapadia, già autore del lungometraggio su un’altra icone precocemente scomparse, il pilota di F1 Ayrton Senna, guarderà alla “storia di Amy con sensibilità, con onestà e senza spunti sensazionalistici”. Non solo ricordi ma anche materiale mai pubblicato, inedito e in attesa di essere portato alla luce. La cantante di “Rehab” sarà dunque protagonista di un docufilm tanto atteso quanto sperato.

Le motivazioni che hanno spinto Kapadia a cimentarsi in questa sfida nascono da una profonda sensibilità verso l’artista inglese: “il suo era un talento come ce ne sono solamente uno alla volta in una generazione, perché componeva e cantava dal cuore e tutti rimanevano incantati”. Dopo la turbolenta quanto annunciata morte di Amy Winehouse, per via degli eccessi a raffica che ne hanno accompagnato l’ultimo periodo della sua vita, il padre, Mitch Winehouse, ha deciso di istituire una fondazione che porta il nome della figlia, il cui scopo è quello di mantenere viva la memoria della talentuosa cantante, oltre che di aiutare chi soffre di problemi di dipendenza da droga e alcol per evitare altre tragiche morti. Attiva da ormai due anni, la Amy Winehouse Foundation è tra le promotrici del documentario-tributo alla vocalist inglese. Un gradito regalo per gli innumerevoli estimatori che certamente non si lasceranno sfuggire l’occasione di rivedere la loro beniamina in momenti pubblici e privati della sua breve ma intensa vita.

 

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