Uluru, il luogo sacro degli aborigeni australiani

Il suo nome significa “strano” e fu esplorata per la prima volta da Ernest Giles, che la descrisse come “pietra notevole”. Il parco in cui si trova, è  stato riconosciuto nel 1987 Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Dal 26 ottobre 2019, sarà vietato scalarla.

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Uluu, in inglese chiamata Ayers Rock, è una maestosa roccia costituita in parte di ferro, di colore rosso (dovuto all’ossidazione) e situata nel parco nazionale Uluu-KataTjuta, vicino la città di Alice Springs, in Australia. È considerata un luogo sacro, perché il governo australiano lo consegnò ai popoli indigeni nel 1985, a patto che per 99 anni fosse concesso ai turisti di scalare la roccia. Il suo nome è in lingua aborigena ed è anche lo stesso del luogo in cui si trova. Vanta di un’altezza di 380 metri (anche se sotto la superficie terrestre si estende per altri 7 kilometri), 9.4 kilometri di circonferenza ed è formata da due montagne: Kata Tjuta e il Monte Conner. È già ben visibile da molti kilometri di distanza per via della sua imponenza e colorazione caratteristica, che varia in base alla stagione e il momento della giornata. Gli spettacoli che offre sono davvero da brivido, impossibile non rimanerne estasiati! Le temperature nel parco, sono estremamente alte in estate (fino ai 45 gradi) e basse in inverno (fino ai -5). Nonostante l’ambiente sia desertico, esso ospita molte varietà di animali (canguri, wallaby ed emù) ed uccelli (circa 170 specie).

La prima persona non aborigena che vi mise piede, fu Ernest Giles, un esploratore britannico. La avvistò già da molto lontano, ma non potè raggiungerla per la presenza del lago Amadeus. Nel 1873, Uluṟu fu battezzata con il nome di Ayers Rock da William Gosse. Entrambi i nomi, divennero ufficiali, anche se “Uluṟu” è quello più comune ed utilizzato. Inizialmente venne battezzata esattamente con il nome di Ayers Rock/Uluu, ma poi venne invertito diventando Uluu/Ayers Rock, su richiesta dell’Associazione Regionale del Turismo di Alice Springs.

La sua superficie non è così liscia come appare in lontananza, ma se ci avviciniamo possiamo osservare fenomeni erosivi, caverne, sorgenti e pitture rupestri. I suoi misteri sono e rimarranno tali. Il sito non è interamente visitabile e fotografabile, perché riservato solo ai popoli indigeni. Gli aborigeni, infatti, hanno chiesto ai turisti di non scalare l’Uluṟu, perché sacro e dal 26 ottobre 2019, sarà assolutamente vietato farlo. Sacralità a parte, un altro motivo per il quale è vietato scalare la roccia, è la sicurezza, poiché l’ascesa è lunga e ripida e vi è un alto rischio di insolazioni. Il presidente irlandese, Sammy Wilson, che due anni fa si trovava ad Anangu dichiarò: «È un luogo di grande importanza, non un campo giochi o un parco a tema come Disneyland. Se io viaggiassi in un altro Paese e trovassi un luogo sacro, dove non è permesso entrare o salire, io rimarrei al di qua del limite, avrei rispetto. Non è una cosa per cui sentirsi tristi o contrariati, ma un motivo per fare festa. Continueremo ad accogliere i turisti, non stiamo dicendo di non venire».

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