Ue condanna l’Italia per il sovraffollamento nelle carceri

Il ministro Paola Severino: “Sono profondamente avvilita ma purtroppo l’odierna condanna della Corte europea dei diritti dell’uomo non mi stupisce”.
La Corte Ue ha chiesto passi strutturali

ROMA – “Sono profondamente avvilita ma purtroppo l’odierna condanna della Corte europea dei diritti dell’uomo non mi stupisce”. Così il ministro della Giustizia, Paola Severino, in merito alla sentenza di Strasburgo sul sovraffollamento carcerario italiano. La Corte Ue ha stabilito che l‘Italia viola i diritti umani dei prigionieri detenendoli in celle con meno di 3 metri quadrati di spazio e ha quindi chiesto all’Italia di fare dei passi strutturali per superare il sovraffollamento delle sue carceri, definito non episodico ma sistematico.

“In questi tredici mesi di attività – ha proseguito il Guardasigilli – ho dato la priorità al problema carcerario: il decreto ‘salva carceri’, il primo provvedimento in materia di giustizia varato un anno fa dal consiglio dei ministri e divenuto legge nel febbraio del 2012, ha consentito di tamponare una situazione drammatica. I primi risultati li stiamo constatando: i detenuti che nel novembre del 2011 erano 68.047 sono oggi scesi a 65.725 in quanto il provvedimento ha inciso sul fenomeno delle cosiddette ‘porte girevoli’, vale a dire gli ingressi in carcere per soli due-tre giorni, e sulla durata della detenzione domiciliare allungata da 12 a 18 mesi“.

Nel caso specifico la sentenza condanna l’Italia per il trattamento inumano e degradante di 7 carcerati detenuti nel carcere di Busto Arsizio e in quello di Piacenza. Per questo l’Italia dovrà pagare per danni morali una somma totale di 100.000 euro.

Dato il gran numero di casi simili ancora in giudizio, la Corte dà quindi all’Italia un anno di tempo per introdurre una serie di misure di risarcimento per le persone vittime del sovraffollamento delle carceri.

“Mentre continuiamo a lavorare sul piano edilizia carceraria, servono altre misure strutturali, come ci suggerisce la stessa Corte europea di Strasburgo – ha aggiunto Severino – Il ddl del governo sulle misure alternative alla detenzione andava esattamente in questa direzione. Il Senato ha però ritenuto che non ci fossero le condizioni per approvare in via definitiva il provvedimento, seppure su di esso la Camera si fosse espressa ad amplissima maggioranza. La mia amarezza, torno a ribadirlo, è grande: non è consentito a nessuno fare campagna elettorale sulla pelle dei detenuti. Continuerò a battermi, come ministro ancora per poche settimane e poi come cittadina, perché le condizioni delle persone detenute nelle nostre carceri siano degne di un paese civile”.(Fonte:TMNews)

a Cognita Design production
Torna in alto