Trionfo per la quarta edizione della “Tyndaris Augustea”

Il fascino dello spettacolo al calar della sera nei luoghi del mito. Tre spettacoli itineranti nell’area archeologica di Tindari

Il meraviglioso viaggio nel tempo nei luoghi del mito, si è concluso con la quarta stagione della Tyndaris Augustea, l’idea e progetto di Anna Ricciardi, ha superato le aspettative più rosee. Lo special event del Tindari Festival, un percorso capace di esaltare storia, mito e teatralità, ha trasformato per una sera con la complicità del tramonto, l’area archeologica in una sorta di set cinematografico. Il tema di questa edizione “Il coraggio è nel cuore” è stato il sigillo su un’operazione culturale di ampio respiro, che ha ottenuto il plauso del pubblico partecipe e copioso, decretando la conferma del successo del format creato dal direttore artistico quattro anni fa, declinato con diversi contenuti e protagonisti che si sono succeduti.

Elio Crifò

Lo spettacolo patrocinato dall’Assessorato Beni Culturali e Identità Siciliana, Alberto Samonà, sostenuto fin dalla prima edizione dal sindaco di Patti, Mauro Aquino, strutturato con tenacia dall’assessore al Turismo, Cesare Messina, che ha lavorato per la progettualità futura del brand identitario del festival, ha emozionato e ammaliato gli spettatori che si sono prodigati in lunghissimi applausi. L’attrezzatura scenica affidata ad Enza Mondello, l’organizzazione dell’evento curata da Nino Milone, presidente della pro loco di Patti, in collaborazione con il parco archeologico diretto da Domenico Targia. La convenzione siglata tra il Parco e il Comune, grazie all’impegno dell’assessore Messina, ha prodotto per questo evento e per gli altri presenti nel cartellone del Tindari Festival, notevoli agevolazioni per tutte le compagnie e produzioni. La scoperta della zona archeologica “Cerca denari”, dove si è svolto gran parte dello spettacolo, con i suggestivi resti dell’età imperiale, descritti alla perfezione dagli studenti del dipartimento di civiltà antiche e moderne dell’università degli studi di Messina, sotto l’attenta cura della prof.ssa Ingoglia, è apparsa una scelta artistica azzeccata.  Clelia Marchese e Angelo Triolo hanno con brillantezza sollecitato la curiosità dei visitatori integrandosi alla perfezione con lo spettacolo. Sul meraviglioso scorcio del golfo di Patti, ai piedi della tomba imperiale, il suono incantevole dei musicisti, grazie al flauto di Fabio Sodano, alla fisarmonica di Tanino Lazzaro, alla percussioni di Daniele Schimmenti ed alle partiture create ad hoc da Salvo Nigro. “Tharros il coraggio di Priamo” e “Achille” dall’Iliade di Omero, una prova superata con il massimo dei voti da Luca Fiorino nel ruolo del re di Troia e dal camaleontico Antonio Silvia. Il pubblico ha dispensato applausi, durante un cambio di scena con gli artisti a bordo di un’automobile condotta da Luca Fiorino in tunica svolazzante.

Una conferma la bravura di Elio Crifò nel suo atteso monologo dedicato a ”Traiano”,  apprezzato e acclamato dagli spettatori. Crifò ha curato anche la regia del “Coraggio di Antigone di Sofocle”. Maestoso e imponente Antonio Silvia (Creonte), incisiva e superba Cinzia Maccagnano (Antigone), stupenda e delicata Gabriella Casali (Ismene), bravo il promettente Giammarco Orlando (guardia, messaggero) Standing ovation per il” Tiresia” di Edoardo Siravo, indiscusso protagonista: dall’arco della skenè, solitario e imponente procede nel buio illuminando il suo percorso con verità e sapere. Sarà lui a scagliare anatemi su Creonte, facendo tremare letteralmente tutto il teatro sulle note perentorie dei musicisti che presenti in scena, rappresentavano il coro dei vecchi tebani con il loro racconto in musica. Un trionfo suggellato dagli spettatori che a fine evento, con immutato entusiasmo, hanno abbandonato il teatro.

Fondamentale il contributo di tanti, ma indispensabile il ruolo di Anna Ricciardi, direttore artistico del Tindari Festival, senza la sua intuizione diventata realtà, l’incanto di storie antiche intrecciate a melodie suggestive in un luogo caro agli abitanti dell’Olimpo, sarebbe rimasto un sogno.

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