Tony Abbott è il nuovo Primo Ministro australiano

 Il liberale Tony Abbott ha battuto il laburista ex premier Kevin Rudd ed è il nuovo premier australiano. Julian Assange, fondatore di Wikileaks, non riesce a conquistare il seggio al Senato

I pronostici della vigilia hanno perfettamente azzeccato il nome del prossimo Primo Ministro australiano. Il Partito Liberale di Tony Abbott, secondo i dati non ancora definitivi, ha vinto le politiche australiane con il 53,1% delle preferenze ottenendo 89 seggi alla Camera dei Rappresentanti mentre al Senato – a causa delle complesse operazioni di scrutinio – il risultato è fortemente in bilico, dato che presumibilmente porterà il neo vincitore a chiedere l’appoggio dei partiti minori per avere una maggioranza che regge. Secondo indiscrezioni già settimana prossima Abbott potrebbe giurare da premier.

La causa principale che al Senato né i liberal-nazionalisti di Abbott né tantomeno i laburisti di Rudd abbiano la maggioranza, risiede nell’alto numero di deputati indipendenti e per la grande importanza che avranno le piccole formazioni politiche. Anche qui, però, non sono mancate le sorprese.

Il Wikileaks Party, il movimento politico fondato a luglio da Julian Assange per concorrere al Senato nel distretto di Victoria, è andato decisamente male prendendo poco più dell’1% (a giugno Le Monde lo dava nientemeno che al 26%). Wikileaks ha preso addirittura meno del fantomatico Australian Sex Party che ha chiuso con un dignitosissimo 5 per cento. Se Julian Assange vuole un seggio al Senato – il sesto per Victoria, l’ultimo disponibile -, e quindi andar via dall’Ambasciata ecuadoriana a Londra in cui è confinato dall’agosto dell’anno scorso, deve battere al fotofinish l’agguerritissimo Australian Motoring Enthusiasts Party, il partito australiano degli appassionati di motori. Il ché la dice lunga sulla nutrita schiera di partiti e partitini locali che vogliono una fetta della torta.

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