Test su strada: dati positivi e molto diversi rispetto alle prove in laboratorio

 

Giovanni La Via, presidente della commissione Ambiente del Parlamento europeo: “Così si abbasseranno i limiti delle emissioni reali e si tuteleranno i lavoratori”

 

foto la via (2)

 

 “Una variabilità enorme tra i test in laboratorio e i test su strada”. A pochi giorni dal voto di Strasburgo che ha decretato il via libera ai limiti per le emissioni dei veicoli, a Bruxelles in commissione Ambiente, presieduta dall’on. Giovanni La Via (PPE), si è riaperto il confronto. Esperti del settore, ingegneri, rappresentanti delle industrie automobilistiche e dei consumatori hanno portato le proprie esperienze e conoscenze convergendo sulla necessità di garantire il miglioramento della qualità dell’aria e restituire, d’altra parte, fiducia all’industria automobilistica, su cui ha pesato fortemente lo scandalo Volkswagen. Alle prime reazioni, si erano poi aggiunte le polemiche dei verdi e dei grillini, a cui il voto emblematico della plenaria intende dare una risposta “tecnica e precisa”, contro la disinformazione fatta nei giorni scorsi.

In questo senso ha orientato la propria azione, il presidente La Via che ha voluto vederci chiaro, sostenendo  i test reali in condizioni di guida (RDE), sulla scorta di un dato incontrovertibile, che non riguarda ovviamente una sola casa automobilistica: “Oggi le automobili emettono in media 360 mg/km. Dopo l’approvazione del testo a Strasburgo, il nuovo limite è stato fissato a 168 mg/km, valore che si abbasserà fino a 80mg/km entro il 2023. Ciò che deve essere chiaro – ha precisato La Via – è che abbiamo con forza chiesto e ottenuto di passare da un sistema di omologazione e misurazione in laboratorio, a test effettuati su strada, che ogni consumatore può testare guidando il proprio autoveicolo. E’ questo – ha aggiunto l’eurodeputato – il dato centrale voluto per riformare profondamente il sistema, migliorare la qualità dell’aria che respiriamo nelle nostre città e per evitare che in futuro possano ripetersi frodi come quelle che hanno originato il caso Volkswagen”.

La nuova tecnologia, con software e hardware sofisticatissimi, viene incontro alle nuove esigenze eco, che ovviamente aspettano che sia provata al 100% l’attendibilità dei test. Ma già dalle misurazioni effettuate dal Centro Comune di Ricerca tra il 2007 e il 2010, su 12 veicoli leggeri, 6 a auto a diesel e 6 a benzina, risultava uno scarto importante rispetto ai test in laboratorio, per cui si è deciso di dare il via a nuovi test con dispositivi mobili, capaci di misurare l’impatto degli inquinanti sull’ambiente in strada. E oggi questa appare l’unica strada da percorrere, conciliando la necessità di ridurre fortemente l’inquinamento, rientrando nei limiti fissati dalla legge, salvaguardando al contempo posti di lavoro.

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