Surge Filadelfia: lo storico stadio del Grande Torino riapre le sue porte

Il Filadelfia adesso c’è. Lo storico stadio del Grande Torino, finalmente risorge e apre le sue porte al popolo granata. 50e2011d-c888-4829-8685-f09f1c3acade (Copia)

Con una inaugurazione durata due giorni, il 24 e il 25 maggio, il campo ha ospitato prima le autorità e gli acquirenti dei seggiolini della tribuna, contribuenti importanti per la raccolta di fondi che hanno aiutato concretamente la ricostruzione dell’impianto, poi, il giorno successivo tutti i tifosi.
A fare gli onori di casa il Presidente della Fondazione Filadelfia Cesare Salvadori, che ha sovrinteso all’intera operazione di recupero, oltre a una valanga  di ex giocatori  accorsi alla casa del Toro, il Presidente Cairo con Mihajlovic e l’attuale squadra al gran completo.

Panoramica_senza titolo1-3Difficile comprendere quanto l’impianto sia profondamente radicato nel cuore di ogni granata: si tratta della memoria storica più tangibile di una squadra che, più di qualsiasi altra, vive sulla ali di una leggenda che si concluse drammaticamente sulla collina di Superga quando si schiantò l’aereo del Grande Torino. Evento che connota il tifo più con i caratteri di una fede indomita, necessaria per  superare il fato avverso.

Lo Stadio Filadelfia fu voluto dal conte Enrico Marone di Cinzano, presidente granata nel 1926: 5 mesi di lavoro, per un costo di due milioni e mezzo di lire circa; da allora subì opere di ampliamento e nel 1932 la capienza venne portata a 30000 persone. Ospitò le partite casalinghe del Torino fino al termine della stagione 1962-1963.
Qui i granata vinsero sei dei loro sette scudetti (a cui va aggiunto anche quello revocato del 1927). In questa struttura il Torino rimase imbattuto per sei anni, 100 gare consecutive, dal 17 gennaio 1943 alla tragedia di Superga, compreso il famoso 10-0 ai danni dell’Alessandria (ancora record per una gara di Serie A).
È in questo stadio che si esibiva Bolmida, il tifoso trombettiere poi reso famoso dal film “Ora e per sempre” che suonava la carica ai giocatori granata. Da allora al 1989, il Filadelfia venne adoperato solo per gli allenamenti e, una volta abbandonato del tutto, conobbe un lento e inesorabile declino. Successivamente tutti i presidenti fecero tentativi per ricostruirlo, senza esiti concreti, ma solo prolungando una lenta e inesorabile agonia che si conclude il 10 aprile 1998 quando il Filadelfia viene raso al suolo.

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Un avvenimento storico, per tutto lo sport italiano quindi, la riapertura di una struttura che è un monumento del calcio: il Fila, come lo chiamano familiarmente i tifosi, custodisce una memoria antica e gloriosa, ma al tempo stesso diventa lo scrigno dove far crescere  le squadre giovanili e perpetuare quelli che sono i più autentici valori dello sport.

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La cerimonia di apertura non si è esaurita col solo tradizionale taglio del nastro, ma ha espresso tantissimi momenti carichi di significato e spesso anche di commozione.

412963_6-995x663Il piazzale di ingresso custodisce una serie di pennoni dedicati alla memoria storica della squadra granata: dal primo scudetto, ai giocatori del Grande Torino, alla squadra di Pulici e Graziani che conquistò l’ultimo campionato. Ognuno di essi è stato scoperto da personalità care all’universo torinista e per ognuno c’è stato un piccolo discorso. Davvero profonda la commozione di Lilia Loik, vedova di Ezio Loik, al quale – insieme a Menti, altro immortale giocatore del Grande Torino – è stato dedicato un pennone del piazzale d’ingresso. Le sue parole (“Proprio l’entusiasmo dei giovani deve essere il fuoco per fare di questo sangue un’altra fossa dei leoni”) sono una freccia d’amore al petto del significato del Fila: il Tempio che conserva al proprio interno il glorioso passato che fu, per farlo esempio, e il seme di ciò che verrà, per farlo erede.

83172675DSC_1588 (Copia)Altro momento intenso e atteso il ricordo dello storico cappellano del Torino: Don Aldo Rabino, il salesiano mancato nell’estate 2015 che è sempre stato figura di riferimento per generazioni di  giocatori della  prima squadra e delle giovanili. s_f2171dfc83
Con lucidità ha compreso quanto importante fosse il luogo della memoria granata e ha sempre lottato per il Filadelfia, e ora nel Filadelfia che rinasce, una targa che ne ricorda la profonda fede e l’assidua passione granata.

Tutto il fascino e la storia di quel campo certamente da oggi la rivivrà con un brivido chiunque  percorrerà quel tratto che dagli spogliatoi porta sul rettangolo da gioco: quando la storia è tutta riassunta nei pochi passi  fatti per entrare in campo.
30930143DSC_1916Una storia che tristemente sembrava destinata a rivivere solo nei racconti, ma che da oggi può risorgere per sempre.

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