Storia dell’Istituto “Leonardo da Vinci” di Catania

Pochi sanno o ricordano che la città di Catania fu il capoluogo di provincia più bombardato della Sicilia durante le Seconda Guerra Mondiale.

La nuova Direzione

L’ingegnere e docente scolastico Giuseppe Riccardo Guido pubblicò un volume con ampio corredo fotografico (Ed. Garzanti) titolando “Ecce Catania”, paragonando le gravi ferite arrecate alla città dalle forze aeronautiche Alleate all’immagine di Cristo flagellato e con la corona di spine prima della crocifissione.

L’attuale plesso “Leonardo da Vinci”, che ospita anche gli uffici di direzione e amministrazione dell’Istituto Alberghiero “Karol Wojtyla”, è filiazione di una precedente sede realizzata a Catania in viale della Libertà (oggi viale Vittorio Veneto) tra gli anni 1929 – 1933 dal canonico Giuseppe Calabrese, poi acquistata nel 1935 dai Fratelli delle Scuole Cristiane e inaugurata il 24 novembre di quell’anno con l’intervento dell’Arcivescovo Mons. Carmelo Patanè e delle massime autorità cittadine: “Sua Santità augurando novello Collegio “Leonardo da Vinci” largo e fecondo apostolato in favore della gioventù invoca abbondanza divini aiuti imparte di cuore Eccellenza Vostra alunni et rispettive famiglie benedizione apostolica”.

Negli anni 1940 e 1941 l’Istituto per sfuggire alla requisizione dei locali da parte delle autorità militari accolse al primo piano, previa la trasformazione dei dormitori del convitto a spese pubbliche la scuola elementare “Mario Rapisardi “ e una sezione del Liceo-Ginnasio “Cutelli”.

I reiterati allarmi obbligarono molte famiglie a sfollare da Catania e il numero degli alunni diminuì sensibilmente.

Nel 1942, la situazione si fa più caotica. Alla chiusura delle scuole, avvenuta il 15 maggio, il Comando superiore del Corpo Aeronautico Tedesco (CAT) requisisce i locali del primo piano; collegamenti di Marina e Aviazione italiani occupano alcune aule.

Da qui partirono gli ordini per gli attacchi aerei sugli obbiettivi militari di Malta, Alessandria d’Egitto, Gibilterra e sui convogli nemici nel Mediterraneo orientale. A dicembre il CAT sloggiò.

Il 15 aprile 1943, ore 11:00, quadrimotori americani sganciano bombe sulla città. Il 16 aprile disposizioni superiori sospendono le lezioni non più riprese ufficialmente fino a dopo lo sbarco alleato in Sicilia. L’indomani della sospensione delle lezioni, i locali del Collegio sono requisiti d’autorità dal Comando difesa Porto, che occupò tutta l’ala sinistra, parte degli uffici, e in seguito la cucina e le stanze del seminterrato (ala destra) per la mensa degli Ufficiali e servizi.

La nuova Cappella

Contemporaneamente la Comunità del Collegio fu obbligata a sfollare ad Aci S. Antonio dove il Rev. Don Giuseppe Di Bella, mette a disposizione i locali del piccolo Oratorio festivo di cui è Direttore; la Signora Antonietta Pulvirenti mette a disposizione della Comunità l’appartamento del defunto fratello, già Vescovo di Cefalù, e S. E. Mons. Salvatore Russo di Acireale la Canonica. In tutto quindici vani. In tal modo, portata ad Aci S. Antonio la suppellettile strettamente necessaria, fu sistemata la maggior parte della Comunità. In Collegio restarono solo cinque Fratelli.

La notte del 24 giugno il tetto del Collegio viene sfondato in vari punti da grosse pietre lanciate in aria dalla caduta di una bomba di gran calibro nelle immediate adiacenze. I bombardamenti divengono, più frequenti e violenti, nelle notti del 5, 6 e 7 luglio. Cessati gli allarmi verso le 4:30. Si riposò un po’ nel pomeriggio.

L’8 luglio, verso le ore 15:20, nella più violenta delle incursioni aeree il Collegio è colpito, quale obbiettivo militare, da grosse bombe ad aria liquida. Nell’angolo N-O perforato il tetto e il piano superiore, la bomba scoppia a pianter­reno nell’ufficio del Generale del Comando Difesa Porto, facendo precipitare tutto l’angolo fino alla cantina. Due soldati del comando vi trovano la morte. Altre bombe più piccole cadono sull’ala sinistra e sul salone-teatro. Il tetto, eccetto l’ala destra dove è scompaginato, salta in mille frantumi. Una grossa bomba caduta in via Firenze, sotto le finestre dell’antica Cappella, rende irriconoscibile la facciata corrispondente. Tutte le finestre e le porte di questo lato sono ridotte in pezzi. La bomba, caduta nel viale della Libertà, di fronte al Collegio, divelle e in parte abbatte porte e finestre di questo lato. Il Collegio è inabitabile. Vengono a mancare acqua e illuminazione; non c’è nessun ambiente che possa chiudersi. Il Direttore Fr. Man­suelo, l’Economo Fr. Liberio, Fr. Paolo, Fr. Raffaele Maria e Fr. Temistocle, salvi  miracolosamente, la sera stessa si trasferiscono ad Aci S. Antonio. I giorni seguenti i Fratelli scendono a Catania a piedi per ricuperare quello che non è stato distrutto. Hanno poche ore a disposizione, perché verso le 8:30 ricominciano sistematici attacchi aereo-navali. In uno di questi una bordata di marina colpisce l’ala destra, terminando di rovinare il tetto.

Il precipitare degli eventi impedisce di portare via il mobilio del Collegio. Nei giorni 6, 7 e 8 agosto 1943 la battaglia svoltasi tra S. Gregorio e il Canalicchio, non permise ai Fratelli di scendere a custodire la casa che venne saccheggiata di tutta la suppellettile.
Nelle ore pomeridiane dell’8 agosto, quando ancora si combatteva alle imme­diate spalle di Aci S. Antonio, otto Fratelli, con a capo l’Economo Fr. Liberio, scesero a Catania ed ebbero la dolorosa sorpresa di trovare il Collegio deru­bato di tutto, tranne le cose troppo pesanti, lasciate evidentemente per man­canza di tempo e perché i ladri erano stati attratti da più facili bottini.

Senza perdersi di coraggio i Fratelli si diedero allo sgombero dei materiali caduti e alla raccolta di tutto ciò che poteva essere utile. Famiglie ed alunni venendo in collegio, trovavano i Fratelli ai lavori pesanti e ne restavano ammirati. Mancava sempre acqua e luce; il nutrimento era scarsissimo.

Nell’ultima decade di agosto, alcuni muratori e falegnami cominciarono i lavori di restauro. I primi di settembre del 1943 la Comunità poté scendere nuovamente a Catania pur non essendo il Collegio abitabile, per impe­dire che le truppe alleate occupassero i locali, cosa che tentarono di fare più volte.

Col progressivo riorganizzarsi della vita in città, anche il Collegio andava ripren­dendo la sua fisionomia. Alla fine dell’ottobre 1943 i locali erano pronti ad accogliere l’esternato, che infatti si riaprì l’8 novembre successivo.

L'ala abbattuta

In vista del1’apertura dell’anno scolastico 1943-44, la Direzione all’indomani della cessazione delle ostilità nel territorio di Catania, affrontò subito tutti i problemi relativi alla riorganizza­zione della vita normale dell’Istituto. Pertanto, oltre alla riorganizzazione del corpo insegnante, furono stabiliti e portati a termine lavori di messa in sicurezza, ristrutturazione e restauro, proseguiti sino al 1947.

La magnifica nuova Cappella viene benedetta dal Canonico Nicolò Ciancio il 30 novembre ed inaugurata ufficialmente 1’8 dicembre 1947 alla presenza dei Superiori maggiori dei Fratelli delle Scuole Cristiane. Durante la S. Messa, celebrata da Mons. Iatrini, prima autorità del Capitolo Metropolitano, assistito dai Canonici Ciancio e Galliani della Collegiata, venne eseguita musica classica dalla Schola Canthorum del Collegio accompagnata da un quintetto di archi dei Professori del Teatro Massimo Bellini di Catania.

* fonte Annuario Scolastico 1948-49

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