Stop alle buste di plastica: così sentenzia l’Unione Europea

Bruxelles, varata nuova proposta per ridurre o persino abolire le buste di plastica

 

Scoraggiare l’uso delle buste di plastica usa e getta è diventato necessario! E perché ciò venga rispettato da tutti i consumatori, verranno applicati i metodi più disparati.

La Commissione Europea ha presentato, durante una recente conferenza stampa a Bruxelles, una proposta di direttiva che modifica la legislazione comunitaria in vigore sugli imballaggi e i rifiuti d’imballaggio, con un giro di vite sulle misure che gli Stati membri dovranno prendere per ridurre il consumo delle buste di plastica o sportine usa e getta, individuate come quelle particolarmente sottili, con spessore inferiore a 50 microns.

Sono, dunque, esclusi i sacchi della spazzatura o quelli per la raccolta differenziata, più spessi e robusti, ma sono incluse le sportine biodegradabili (comprese quelle fabbricate a partire dal mais). Gli Stati membri saranno tenuti a prendere delle misure per scoraggiare il consumo delle buste di plastica usa e getta, ma potranno scegliere se agire attraverso disincentivi economici (come imposte o prelievi che aumentino il prezzo della sportina), obiettivi nazionali di riduzione, o anche divieti di vendita o altre restrizioni alla commercializzazione, che finora non erano possibili secondo la legislazione Ue. L’Italia, in realtà, aveva già scelto la terza opzione (vietando, tuttavia, solo le buste usa e getta di plastica tradizionali, non quelle biodegradabili), ed era perciò incorsa in una procedura d’infrazione da parte della Commissione europea, procedura che a questo punto dovrebbe essere congelata e poi probabilmente archiviata, una volta che saranno adottate le nuove norme presentate oggi. Durante la conferenza stampa, il commissario all’Ambiente JanezPotocnik, lo ha lasciato capire, nonostante un linguaggio piuttosto cauto: la chiusura della procedura a carico dell’Italia, ha detto, ‘non sarà una conseguenza automatica: il caso resterà aperto, ma la Commissione considererà se valga la pena portarlo avanti o no, visto che con la nuova direttiva saranno possibili restrizioni di mercato’.

‘Bruxelles, insomma, – ha concluso il commissario – potrà decidere eventualmente di congelare il procedimento d’infrazione, fino all’adozione della legislazione propostaLe nuove norme non prevedono un obiettivo di riduzione delle buste usa e getta al livello Ue, macon le nuove misure che gli Stati membri dovranno prendere, si pensa di poter raggiungere un obiettivo indicativo dell’80%, anche in base all’esperienza già fatta dai paesi più virtuosi, e in particolare l’Irlanda, che ha conseguito il 90% con una semplice tassa sulle sportine. Si stima che nel 2010 siano stati immessi nel mercato dell’Ue 98,6 miliardi di sacchetti di plastica (inclusi quelli più spessi e robusti), il che significa che ogni cittadino europeo ne ha usati 198!’

 

 

 

Le cifre sul consumo specifico di borse di plastica usa e getta indicano grandi differenze tra gli Stati membri: si va dai 4 sacchetti annui pro capite di Danimarca e Finlandia, ai 18 in Irlanda e Lussemburgo, fino ai 466 di Polonia, Portogallo, paesi baltici, Ungheria e Slovacchia. L’Italia è nel mezzo della classifica, con 181 sacchetti annui, poco sopra la media Ue di 175. I sacchetti di plastica usa e getta in gran parte non entrano nei flussi di gestione dei rifiuti e si accumulano nell’ambiente, dove possono resistere per centinaia di anni, soprattutto sotto forma di rifiuti marini: un problema sempre più grave e di portata mondiale, che minaccia gli ecosistemi marini, i pesci e gli uccelli. Un vero e proprio “continente” di rifiuti galleggianti, formato in gran parte di buste usa e getta, è stato individuato nell’Oceano Pacifico.

Fregarcene oggi significa non pensare al futuro dei nostri figli. Quindi “educhiamoci” a rispettare l’ambiente, perché è nostro e di chi verrà dopo di noi.

 

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