Stipendio? Tutti i giorni, grazie!

Vi piacerebbe ricevere lo stipendio ogni giorno anziché una volta al mese? Sappiate che potrebbe succedere 

Partiamo da una domanda: quanti lavoratori, secondo voi, pensano sia iniquo ricevere lo stipendio una sola volta al mese anziché ogni giorno lavorativo? Da un breve giro di domande fatte ai miei contatti online, ho scoperto che in tanti, riflettendo più approfonditamente sulla proposta, hanno definito più corretto ricevere lo stipendio ogni giorno invece che una sola volta al mese. Questo principalmente perché c’è la famosa “terza settimana”, in cui, chi ha una paga cosiddetta normale, fatica a superare. Ovviamente la prassi dello stipendio mensile ha ragioni tradizionali e di comodità per le aziende. Ciò non significa, però, che all’alba del terzo millennio non possa essere superato.

Riflettendoci un attimo, sappiamo che quei soldi che ci vengono pagati una volta al mese sono tecnicamente nostri tutti i santi giorni. Però li riceveremo solo a fine mese, per i dipendenti pubblici, o a metà del mese successivo per i dipendenti privati. Questa traslazione porta inevitabilmente all’indebitamento con le banche per il fido sforato, le finanziarie per il pagamento delle carte di credito, e ancora le finanziarie nel caso di prestiti personali. Ma quei soldi presi in prestito, con i relativi interessi, in realtà sono già tecnicamente nostri ma non possiamo usarli perché non ci è concesso ricevere soldi che abbiamo legittimamente guadagnato: in pratica lavoriamo 22-26 giorni al mese senza venir pagati. La terza e quarta settimana, quindi, è lì che ci aspetta con le armi spianate.

Ram Palaniappan una decina di anni fa lavorava come dirigente in una grossa azienda statunitense; sapeva che alcuni suoi colleghi non riuscivano a terminare il mese e li aiutava prestandogli soldi con regolarità sapendo che glieli avrebbero restituiti appena ricevuto lo stipendio, a fine mese. Questa storia è andata avanti per un bel po’, finché ha capito che poteva diventare un business: nel 2012 fondò una sua società. In pratica è il trucco perfetto per superare un sistema retributivo che non supporta cicli di paga individualizzati. Il tutto viene superato da smartphone e tablet abbinati all’iper-connessione mobile; questa tecnologia permette ad ogni dipendente di sbloccare la propria paga, che esiste perché calcolata per ogni giorno di lavoro, ogni qualvolta lo desideri e/o ne avesse bisogno. Palaniappan scoprì che questa tecnologia poteva davvero funzionare: una soluzione per creare una nuova barra per come le persone si sentono di gestire il proprio denaro senza invece essere gestiti da esso. Tale soluzione è diventata ActiveHours.

Funziona così: ti iscrivi, presenti la tua busta paga e ti viene prodotto un RID che permetterà a Activehours di accedere al tuo conto corrente. Finita la registrazione devi scaricare la App (per Android e iPhone) e ogni volta che avrai bisogno di denaro apri l’App e chiedi di ricevere dei soldi che sono tuoi: l’App ti fa vedere quanti soldi hai guadagnato lavorando fino a quel momento e ti chiede quanti ne vuoi ricevere fino ad un massimo di 100 dollari in unica soluzione. Funziona come un bancomat, in fin dei conti. A fine mese, o quando ricevi lo stipendio, Activehours si riprende i soldi che ti ha “prestato”, senza interessi e senza commissioni. Deciderai tu, senza obbligo, se lasciare una “mancia” (il costo di una birra, di un cheeseburger, o di un semplice caffè) oppure restituire la stessa cifra che hai prelevato. Facile, no? L’intento di Activehours è come le Onlus, ma non è una Onlus: il suo obbiettivo è identico ad ogni azienda, fare profitti.

Per ora funziona solo negli Stati Uniti e funziona benissimo. A luglio ha raccolto più di quattro milioni di dollari da investitori che credono al progetto, e i costi sono finora molto più bassi degli introiti: Palaniappan ha spiegato che i cosiddetti free riders – coloro che usano il servizio senza dare mai una mancia – sono pochissimi, la maggior parte lo trovano utile e sanno che la loro “mancia” è indispensabile perché il servizio continui ad esistere e funzionare. Palaniappan ha inoltre dimostrato uno studio condotto su circa 75 milioni di americani in cui le persone tendono a spendere con molta più responsabilità se gli vengono dati pochi soldi alla volta ad intervalli regolari. Nei casi attuali – cioè con la paga mensile – lo studio ha dimostrato invece che le persone tendono a spendere molti soldi per articoli superflui già dai primi giorni dalla ricezione della paga, facendo ovviamente più fatica a comprare quei beni di necessità che inevitabilmente servono a fine mese.

Il punto, infine, è facile da capire: ognuno di noi tende ad utilizzare i propri quattrini nel modo che ritiene più opportuno, compreso quello di scialacquare i propri risparmi nel breve giro di una settimana. Ciò non toglie, però, che servizi tipo ActiveHours riescono a facilitare la vita e sono quindi una buona idea. Con l’eliminazione della tariffa fissa, delle commissioni e degli interessi, l’idea è ancora più funzionale.

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