“Sta per me” al Gatto Blu

Con Gino Astorina al Gatto Blu riprende lo spettacolo comico e umoristico “Sta per me”: risate fra realtà e illusione. “Non può esistere un Ulisse moderno”

 

CATANIA – Si apre il sipario a bordo di una 500 “CT Blucat” con tutta l’allegra compagnia, che esordisce con gag nuove e interessanti, alle quali il pubblico tra lunghe risate risponde insieme ad applausi vigorosi. Nello spettacolo “Sta per me”, con repliche fino a tutto maggio, Gino Astorina è l’outsider che lega la world music al cabaret. Una serata di fantasie e provocazione, di risate e felicità con dire dialettale particolarmente azzeccato, che miscela protesta e divertimento, fantasia e impegno. In scena le gag protagoniste: attori-artisti, teatro-tenda, pregi e privilegi degli attori, il posteggio, le cinture di sicurezza, il ritrovamento del portafoglio e la denuncia, il semaforo, lo sceriffo, Astorina commissario, Perry Mason e infine tra Achille e Ulisse.

Riflettori accesi per un finale di livello con il circo: l’uomo in bianco Joe Nabucco, Mimmo il mimo, e la Zelante equina. Rilegge Ulisse nelle forme più intime e quasi lo spoglia dissolvendo il personaggio. Il live act diventa, quindi, per il pubblico l’opportunità di assistere a inediti dialoghi umoristici e raffinati, ornati di preziosi dettagli e spazi da riempire, con musica simbolo di tutte quelle piccole gemme che sono state le grandi canzoni del vissuto musicale di fine secolo. “Sicuramente non può più esistere un altro Ulisse moderno, presi ormai da una vita piena di stress e una realtà più calma ci farebbe male”. Simpatiche battute dal “doppio zucchero senza caffè”, paradossi ricordando: Omero, Itaca, Penelope e il cane Argo “come ha potuto vivere per vent’anni?”, la preghiera a Zeus, la maga Circe e Polifemo. Astorina riesce a esplorare i suoi personaggi tra l’assurdità e l’ambiguità con la moltiplicazione dei punti di vista, delle possibili verità che offre al pubblico, ed ecco che la risata induce alla meditazione ed è questa l’arte umoristica di Gino Astorina che attraverso la riflessione e il sentimento del contrario, induce la consapevolezza della sostanziale contraddittorietà dell’esistere, della sua mancanza di significato.

 

La parola a…Gino Astorina

Perché ha scelto questo titolo? Risate amare?

“Sta per me”. Ora non ricordo bene perché ho deciso di chiamarlo così, ma un motivo ci deve essere. Sicuramente è uno spettacolo teatrale, ci sono  diversi monologhi, diversi personaggi e si ride: su questo non ci nevi… no grandi… piove..? Piove!”

Chi sono i suoi personaggi?

“È una specie di, come si dice, di lista, elenco, una sorta di… campionario umano. I personaggi sono quotidiani e bizzarri allo stesso tempo. C’è un entusiasta che deve organizzare una festa ma…gli invitati latitano; uno curioso, un po’ invadente con il suo vicino in attesa dal dentista; un “bamboccione”, un uomo di sinistra, un neonato e poi c’è… c’è… chi c’è? Ce ne sono tanti altri. Sul palco si parla sempre con qualcuno; che c’è ma non c’è”.

Perché ha scelto queste gag?

“Sono gag che sembrano dialoghi: quotidiani e surreali”.

 C’è un messaggio?

“Forse è una metafora della vita contemporanea; anche se non mi ricordo cosa vuol dire metafora. Uno spettacolo pieno di amnesie dove si capisce che dimentichiamo solo quello che ci fa comodo e non ascoltiamo gli altri. Se li ascoltassimo rideremmo molto di più”.

Il suo Ulisse cosa vuol significare?

“Non avere un obiettivo da raggiungere, un messaggio da lasciare ai posteri, una battaglia da combattere può diventare di per sé un gesto provocatorio? E Ulisse lo pensò? Quindi è giusto analizzare l’operato di Omero in maniera sincera e normale”.

Una compagnia molto unita. Cosa vi lega?

“Sì, perché I gatti blu sono attirati semplicemente dalla “normalità” ed è attraverso l’osservazione di quest’ultima che hanno negli anni costruito il loro mondo surreale, che mette in scena situazioni con una forte carica d’ironia e autoironia, un farneticante furore barocco e uno sregolato umorismo divertente e allarmante allo stesso tempo”.

Un testo che va oltre le risate?

“In “Sta per me” Gino Astorina, Nuccio Morabito, Luciano Messina, Francesca Agate e Pippo Marziale, inneggiano all’apoteosi della banalità e si scusano fin da subito con gli spettatori se lo spettacolo, tra conflitti di coppia, tradimenti, amori impossibili, insoddisfazioni personali, sedute psicologiche, mutui inaccessibili, recessione, cultura allo sbando e fede che vacilla, dovesse suscitare oltre che tante piacevoli risate anche qualche intelligente riflessione. Queste ultime sono nelle avvertenze alla voce controindicazioni.”

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