Squid Game, la serie Netflix made in Korea ha già conquistato il mondo

La serie coreana targata Netflix, scritta e diretta da Hwang Dong-hyuk, sta riscuotendo un enorme successo, attirando milioni di utenti di tutto il mondo.

Non vi è più alcun dubbio, Squid Game ha conquistato tutti! È stata rilasciata il 17 settembre 2021 e ha già scalato la classifica delle serie più viste del momento. A cosa è dovuta questa popolarità? Si tratta di un prodotto molto originale nel suo genere, pur non essendo stato doppiato in lingua italiana. Ciò non ha però frenato gli utenti Netflix, che ne hanno proseguito ugualmente la visione e che sono rimasti incollati allo schermo. Gli episodi sono 9 e durano circa un’ora ciascuno.

Cosa significa e cos’è per l’esattezza, Squid game? Innanzitutto, si trattava di un gioco infantile (in italiano chiamato “gioco del calamaro”) diffuso in Corea negli anni 70 e 80. Le regole sono molto semplici, bisogna scegliere due team: uno di difesa e l’altro d’attacco. L’attaccante deve entrare nel disegno del calamaro (disegnato sul suolo), superare la difesa e toccare con il piede la testa del calamaro per aggiudicarsi la vittoria. Il difensore deve far in modo di respingere il più possibile gli attacchi fuori dal disegno per vincere. Se uno dei giocatori non potesse proseguire il gioco, sarebbe l’ultimo giocatore rimanente a portarsi a casa la vittoria. Lo scontro avviene rigorosamente corpo a corpo.

SPOILER ALERT! SE NON HAI ANCORA GUARDATO LA SERIE E SEI INTERESSATO/A A FARLO, NON LEGGERE.

Partiamo dal principio. La serie non è adatta a utenti facilmente impressionabili, poiché vi sono dei contenuti cruenti che potrebbero urtarne la sensibilità.

TRAMA

Il protagonista è Seong Gi-hun, un uomo con la dipendenza delle scommesse sui cavalli e perseguitato dagli strozzini, perché sommerso dai debiti. La somma che deve restituire è molto alta e deve riuscire a farlo nel più breve tempo possibile, per non rimetterci la pelle. Egli vive con la madre anziana e ha una figlia che però è stata affidata alla madre. Un giorno, nella stazione della metropolitana, incontra un uomo dall’aria molto strana e sospetta, che lo invita a giocare per fargli vincere la somma di 10.000 won. Alla fine dell’incontro, l’uomo, che conosce tutti i dettagli della sua vita, gli consegna un biglietto da visita con un numero di telefono. Gi-hun si lascia trasportare dalla curiosità e telefona lo strano individuo, il quale gli chiede se fosse interessato a partecipare al gioco, Inoltre, gli vengono chiesti sia il nome che la data di nascita. Oltre lui, altri 456 giocatori hanno accettato di parteciparvi, non sapendo ciò che li attende. Il luogo dell’incontro è una limousine, in cui tutti vengono sedati da un gas soporifero. Il gioco, che inizialmente sembra innocuo, si trasformerà in una mera trappola mortale. I partecipanti si preparano ad affrontare un incubo senza fine. Esso è organizzato da un personaggio mascherato molto sinistro, chiamato Frontman. I complici, armati e anch’essi mascherati, indossano una tuta rossa e ognuno di loro possiede una maschera con una delle seguenti forme geometriche: il cerchio, il triangolo e il quadrato. Le loro identità devono rimanere segrete, pena: l’eliminazione o meglio, la morte.

Il montepremi è in denaro e chi riuscirà ad arrivare fino alla fine, vincerà ben 45.000.000.000 di won, i quali corrispondono a circa 34 milioni di euro. L’intero gioco è suddiviso in altri 6 giochi per bambini. Chi perde, muore fucilato (eccetto in due partite).

Un tripudio di violenza e dramma allo stesso tempo. Un finale molto inaspettato e che lascia con il fiato sospeso. Tutti si chiederanno: ci sarà una seconda stagione? Al momento, non è possibile sapere se ne verrà rilasciata una seconda. Il creatore, Hwang Dong-hyuk, in merito alla serie ha dichiarato: «Ho voluto creare un senso di connessione tra i giochi nostalgici che abbiamo fatto nella nostra infanzia e il senso di infinita competizione che sentono gli adulti moderni. C’è un’ironia nei nostri più belli e innocenti ricordi, i quali vengono trasformati in una orribile realtà.»

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