SpaceX: l’autotreno Falcon Heavy di Elon Musk vola nello spazio profondo

Esordio perfetto per il primo Falcon Heavy. La Missione SpaceX di Elon Musk porta nello spazio l’autovettura Tesla per nuove strade verso Marte. FH-liftoff-1-720x340Successo sperato per il volo inaugurale del gigantesco razzo della SpaceX, la compagnia spaziale del magnate Elon Musk. Dentro un’automobile nello Spazio verso l’orbita di Marte. Ecco lo spettacolare video della diretta streaming.

Alle 21:45 ha preso finalmente il via il primo Falcon Heavy della storia, portando con successo in orbita solare la Tesla Roadster di Elon Musk (e il suo speciale autista Starman) in una missione storica che consegna ufficialmente al mercato dei lanciatori il più potente razzo al mondo in servizio attivo.

Dopo una lunga serie di rinvii, che non hanno fatto altro che aumentare il livello di entusiasmo e di attesa frenetica di milioni di appassionati del settore così come la curiosità degli addetti ai lavori, il vettore di SpaceX ha lasciato la rampa di lancio 39A del Kennedy Space Center lasciandosi dietro una spettacolare scia di fuoco e fiamme come non ne si vedevano da molti anni.tesla

La sequenza di accensione è iniziata a T-5 secondi, accompagnata dalle grida entusiaste dei dipendenti dell’azienda per una volta ancora più numerosi ed accalcati del solito nell’atrio alle spalle della sala controllo della sede di SpaceX a Hawthorne, in California.

A T-00:00 i ventisette motori Merlin-1D dei tre booster del primo stadio hanno ruggito a piena potenza, seguendo le fasi finali della sequenza di accensione messa a punto nello static fire dello scorso 28 gennaio. Questa volta, però, il razzo è stato lasciato libero di schizzare via dalla rampa.

Le fasi della salita

Dopo il liftoff, a T+01:06 il razzo ha superato brillantemente il momento critico del “Max-Q”, cioè la fase di volo durante la quale il lanciatore subisce l’azione combinata di tutte le forze aerodinamiche tipiche di un lancio, come la spinta e le vibrazioni strutturali indotte dai ventisette motori e la resistenza aerodinamica dell’aria, ancora relativamente densa alla quota raggiunta in quel momento.

Il Falcon Heavy nel momento del Max-Q – (C) SpaceX

T+02:30 è stato il momento della cosiddetta BECO (Booster Engine Cutoff), lo spegnimento dei due booster laterali in preparazione al distacco avvenuto regolarmente circa 5 secondi dopo. Da quel momento lo stadio centrale ha proseguito in solitaria la sua corsa verso l’orbita, continuando la fase propulsa fino a T+03:20 quando è avvenuta la MECO (Main Engine Cutoff), cioè lo spegnimento dei motori principali ed il distacco del secondo stadio.

Con i booster laterali già in manovra di avvicinamento al KSC, il core ha cambiato assetto a sua volta preparando la discesa verso la piattaforma oceanica.

Il momento della separazoone dei booster – (C) SpaceX

La vera e propria danza in sincrono dei booster del Falcon Heavy è stata mostrata in tutta la sua bellezza grazie alle inquadrature multiple della diretta streaming, andando a concludersi con un surreale doppio atterraggio contemporaneo sulle piazzole della Landing Zone 1, al Centro Spaziale Kennedy, circa 8 minuti dopo essere decollati dalla rampa 39-A.

L’arrivo dei due booster al KSC – (C) SpaceX

T+04:00 è stata la volta dell’apertura dell’ogiva, che la liberato alla vista la Tesla Roadster nella quale sedeva Starman (tamarrissimo e cool allo stesso tempo, concedetecelo, ndr) , un manichino indossante un prototipo dell’avveniristica tuta spaziale di SpaceX per i futuri voli abitati della Dragon 2, con tanto di gomito fuori dal “finestrino”. Durante la diretta i commentatori di SpaceX hanno anche rivelato un dettaglio molto poetico e simbolico: oltre alla vettura di Musk  il secondo stadio stava portando in orbita anche una speciale “arca”, un disco ottico 5D in grado di resistere per lungo tempo nelle condizioni difficili dello spazio, fabbricato dalla Arch Mission Foundation e contenente la copia digitale della trilogia della Fondazione di Isaac Asimov.

Al momento in cui scriviamo non è ancora chiaro il destino del core del Falcon Heavy, anche se la mancanza di aggiornamenti tempestivi insieme ad una frase sfuggita ad uno dei controllori di volo sentita durante la diretta (“we lost the central core”) lasciano intendere che possa essere andato perduto. Il segnale dalla piattaforma-drone OCISLY (Of Course I Still Love You) al largo dell’oceano Atlantico è stato perso, come spesso accade, pochi istanti prima del touchdown, anche se negli ultimi fotogrammi era chiaramente visibile una densa nuvola di fumo. Aggiornamenti in merito non appena vi saranno notizie ufficiali.

T+08:40 è avvenuto lo spegnimento del secondo stadio, che ha continuato la sua corsa in un’orbita cosiddetta “di parcheggio” in attesa di raggiungere la posizione corretta e riaccendere il motore Merlin per dare alla Roadster la spinta decisiva verso un’orbita che raggiungerà, all’afelio (il punto più lontano dal Sole) la distanza di Marte.
La spider di Musk non “atterrerà” sul Pianeta Rosso, al contrario di quanto creduto da molti, per evitare di inquinare Marte con un payload che ha molto poco di scientifico ma allo stesso tempo dimostrando di poterci arrivare in qualsiasi momento.

Uno sicallatissimo Starman – (C) SpaceX

Il cruscotto particolare della Tesla Roadster… – (C) SpaceX

T+28:22 il Merlin del secondo stadio si è infine riacceso per l’atto finale, spingendo per  30 secondi e spedendo la Roadster in un viaggio verso lo spazio profondo destinato a durare indisturbato per milioni di anni nel futuro.

EM gettyimages-494548555La doppia vittoria di Elon Musk

Con questo lancio Elon Musk ha centrato due obiettivi importanti: ha lanciato con successo il suo vettore pesante e ha recuperato almeno due dei tre i booster,  aggiudicandosi in ogni caso il record storico di far atterrare contemporaneamente due razzi  presso il KSC.

Si è trattato di due veri e propri colpi da maestro, grazie ai quali SpaceX si pone con forza nel ruolo leader del settore dei lanciatori facendo leva sulla completa e incontrastata padronanza della tecnologia del rientro e recupero degli stadi. A prescindere dalla non risolta equazione dell’effettiva convenienza di mercato di questo approccio, il know-how acquisito negli anni in questo campo dall’azienda di Elon Musk ha confermato oggi essere il bene più prezioso, la vera risorsa esclusiva di SpaceX rispetto a qualunque concorrente.

Le sfide future

SpaceX ha raccolto una ingente mole di dati durante tutto lo svolgimento del volo, e nei prossimi mesi gli ingegneri saranno impegnati in una lunga fase di analisi e confronto tra quanto osservato e le prestazioni attese dai progettisti. Secondo alcune dichiarazioni di Musk sono necessari circa 6 mesi per produrre un nuovo esemplare del lanciatore pesante. Al momento c’è un solo contratto confermato ufficialmente, che prevede l’utilizzo di questo vettore per lanciare un satellite Arabsat (Arabsat 6A).

Come accennavamo, ora che una prima importante conferma è arrivata in merito alla bontà del vettore, rimane da verificare se esiste un mercato sufficientemente elastico per raggiungere una buona economia di scala per il Falcon Heavy, in particolare se si tiene conto del fatto che SpaceX continua a lavorare al progetto del suo super lanciatore BFR.

In attesa di ulteriori sviluppi possiamo goderci una delle tante chicche disseminate nell’eccezionale esordio del Falcon Heavy, cioè una diretta streaming tutta dedicata a Spaceman, a spasso nel sistema solare a bordo della sua autovettura, e per continuare la discussione vi diamo appuntamento sulle pagine di ForumAstronautico.it

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Marco Zambianchi

Marco Zambianchi. Spacecraft Analyst per la missione Gaia presso ESA/ESOC, è fondatore di ForumAstronautico.it, e co-fondatore di AstronautiCAST. Conferenziere di astronautica al Planetario di Lecco fino al 2012, scrive ora su AstronautiNEWS ed è Presidente dell’associazione ISAA.

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